Le fabbriche cacciavite di Fernando Mezzetti
L'auto gialla assedia Parigi L'intesa tra Toyota e Renault è un nuovo assalto all'Europa del '93 L'auto gialla assedia Parigi I giapponesi giocano d'anticipo nel timore di barriere della Cee - Il precedente inglese della Nissan Bluebird DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO— Llntesa ToyotaRenault annunciata l'altro giorno completa il quadro della strategia giapponese verso l'Europa del '93 nel settore automobilistico: entrare nel continente prima della caduta delle barriere, nel timore di chiusure verso l'esterno, e aggredire il mercato dall'interno. Nissan, Knnda, Suzuki vi sono, Fuji sta per venirvi, la Suzuki vi ha stabilito una presenza azionaria; la stessa Toyota vi è già per 1 veicoli commerciali e con llntesa con la Renault vi si introduce con le vetture. La trama del complesso disegno, che si dipana attraverso le diverse iniziative, non è ancora completamente definita, ma è chiara nel suo svolgimento. I giapponesi stanno cercando di conquistare capacità di manovra verso quelle che temono saranno le barriere ufficiali, con una strategia simile a quella impiegata per conquistare gli Stati Uniti: acquisizioni di pacchetti azionari, joint-ventures, apertura di fàbbriche per assemblaggi o parziali processi produttivi sul continente affiancati da centri tecnici, ricerca e controllo qualità. Pur osservando la quota per le esportazioni negli Usa, essi hanno trovato comunque il modo di allargare le proprie fette di mercato sviluppando la produzione in loco. Toyota e Mitsubishi hanno seguito Honda, Nissan e Mazda nell'aprire fabbriche in America, dove il contenuto produttivo locale è parziale (il 60% sulle Toyota prodotte nel Kentucky). Sia negli Stati Uniti sia in Europa la penetrazione diretta giapponese è altamentefavorita da interessi locali, che pur di avere nuovi posti di lavoro offrono condizioni eccezionali. Karl Heinz Narjes, fino a ieri commissario Cee per l'industria, ha dichiarato alcune settimane fa: «Con coniributì che arrivano fino al 40%, gli enti locali europei stanno finanziando i giapponesi e la loro conquista dei mercati mondiali, mentre la Comunità come tale sta cercando di difendere l'industria dell'auto per il suo irrinunciabile carattere strategico. Al tempo stesso, i tentativi europei di arrivare sui mercati del Pacifico non ricevono alcun sostegno: Egli si riferiva alla Nissan, che ha avuto condizioni eccezionali per la sua fabbrica a Sunderland in Inghilterra. La disputa sulle Nissan Bluebird ha spinto Toyota all'accordo con Renault per una produzione congiunta, sia pure limitata a centomila vetture l'anno dal 1993, con la riserva di aprire un proprio stabilimento in caso di successo. Toyota ha già una joint-venture con Volkswagen per produrre a Hannover, a partire da quest'anno, 15 mila veicoli commerciali. Ed è pre¬ sente in Portogallo, dove assembla veicoli pesanti. Oltre a Sunderland, la cui capacità produttiva sarà di centomila unità nel 1991, Nissan dispone della Motor Iberica (70% del pacchetto), dalle cui fabbriche di Barcellona e di Madrid nel 1988 sono usciti 70 mila veicoli commerciali. Questa la situazione delle altre maggiori case. Honda: ben piantata in Inghilterra, dove suoi veicoli vengono prodotti negli stabilimenti Austin Rover. Fuji (produttrice della Subaru): aveva in corso trattative per acquistare un impianto per l'assemblaggio dalla Harvester in Francia, ma dopo la vertenza in cui è incorsa la Nissan inglese sta cercando una joint-venture con la Heuliez. All'origine, essa prevedeva il 50% di contenuto francese per le Subaru destinate all'Europa. Suzuki: ha il 17,3% della Land Rover Santana di Madrid, che produrrà dal 1990 una vettura 1600 a trazione integrale. Daihatsu (15% Toyoita): sta cercando partner europei e ha trattative con Bertone. Ci sarebbe già un'Intesa per assemblare 4000 fuoristrada con motore Bmw diesel. Isuzu: in unione con la Bedfbrd produrrà a Luton 40 mila veicoli commerciali l'anno. Mitsubishi e Daimler trattano per una Joint-venture per veicoli commerciali leggeri: la Daimler produrrebbe in Spagna un modello Mitsubishi, ma insieme lavoreranno per un tipo di nuova generazione, 11 Mercedes-Benz 80. A queste ampie manovre i giapponesi potrebbero affiancarne un'altra: esportare in Europa le vetture che producono negli Stati Uniti (due milioni l'anno nel 1992) e verso le quali non esistono restrizioni Cee. Fernando Mezzetti L'auto di Tokyo ne! vecchio Continente (Progetti di transplant giapponesi In Europa per II 1995 • autovetture e veicoli commerciali leggeri) ISUZUCVS 50.000 HYUNDAI 150.000 NISSAN & NISSAN DIESEL 600.000 HONDA 300.000 MAZDA' 250.000 TOYOTA &HINO 400.000 MMC 200.000 FUI .100.000
Persone citate: Fuji, Karl Heinz Narjes, Santana, Sunderland
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