Mafioso spara ucciso dai carabinieri

Mafioso spara, ucciso dai carabinieri Mafioso spara, ucciso dai carabinieri Un'auto con quattro persone salta un posto di blocco nei pressi di Catania I banditi, bloccati poco dopo, affrontano i militi e tre riescono a fuggire CATANIA — Quattro uomini in fuga, una pattuglia di carabinieri sulle loro tracce, una fitta sparatoria fra le case di San Giovanni La Punta, un paesino dell'hinterland catanese. Alla fine, a terra, sono rimasti in due: un malvivente morto e non ancora identificato e un brigadiere dei carabinieri ferito, Grazioso Cosentino, di ventinove anni. Le condizioni del militare sono gravi, ma non disperate. Cosentino è stato raggiunto da una scarica di fucile caricato a lupara. I panettoni lo hanno colpito al viso e alla gamba e al braccio destri. Mentre veniva ricoverato al reparto dì neurochirurgia dell'ospedale Garibaldi di Catania, dove forse sarà sottoposto ad intervento chirurgico, i suoi colleghi del nucleo radiomobile e decine di altri carabinieri affluiti sul posto iniziavano le ricerche dei banditi sfuggiti alla cattura; ricerca che era in corso fino a tarda sera nelle campagne e nei paesi del versante meridionale dell'Etna. Sulla pericolosità dei malviventi non ci sono dubbi. Accanto al cadavere dell'ucciso, un giovane sulla trentina che indossava un giubbotto antiproiettile, sono state trovate due bombe a mano che l'uomo stava forse per lanciare prima che i carabinieri lo colpissero a morte. La sparatoria è avvenuta intorno alle 17 nel centro di San Giovanni La Punta dove i carabinieri avevano istituito un posto di blocco. I quattro malviventi, a bordo di una Lancia Delta, non si sono fermati all'alt dei militari, saltando il posto di blocco. E* cominciato così un breve, inseguimento. L'auto dei banditi (fra i quali, secondo alcune notizie difficili da accertare, ci sarebbe stata anche una donna) è andata ad infilarsi in un vicolo cieco. Vedendosi bloccati, i banditi sono allora scesl dalla macchina, fingendo di volersi arrendere. Ma appena i carabinieri si sono avvicinati, hanno aperto il fuoco. La sparatoria è durata un paio di minuti. I malviventi hanno sparato con fucili e pistole. I carabinieri hanno risposto. Coprendosi la fuga con un vero e proprio sbarramento di fuoco, i malviventi sono riusciti a dirigersi verso la periferia del paese e a fuggire a piedi perle campagne. Contemporaneamente da Catania sono giunti i rinforzi. Decine di carabinieri e poliziotti, quest'ultimi diretti dallo stesso questore, dottor Trio. Si è iniziata una vera e propria caccia all'uomo, mentre calavano le prime ombre della sera. Vistisi intrappolati, i malviventi, che avevano trovato rifugio nel cortile di una villetta, sono stati costretti a tornare in paese dove hanno rubato una «Fiat Uno» bianca a bordo della quale si sono diretti verso le alte pendici dell'Etna, braccati dalle forze dell'ordine che hanno istituito decine di posti di blocco su tutte le strade dell'hinterland etneo. SI pensa che i malviventi si accingessero a compiere qualche azione criminosa. O una grossa rapina oppure un'esecuzione mafiosa. Ma non è escluso che nel gruppo dei fuggitivi ci sia anche qualche pericoloso latitante che, pur di non cadere nelle mani dei carabinieri, è disposto a rischiare il tutto per tutto. n. a.

Persone citate: Cosentino, Grazioso Cosentino

Luoghi citati: Catania, San Giovanni La Punta