La ciurma lascia il «vascello fantasma» di Anna Langone

La ciurma lascia il «vascello fantasma» La ciurma lascia il «vascello fantasma» Nessun armatore si fa vivo, documenti e bandiera falsi sulla nave arenata da venti giorni sulle spiagge del Gargano - Incriminato il. comandante , FOGGIA — Ma chi l'ha detto che un comandante non abbandona mai la propria nave? Ahmad Bedaran no di certo: lui, comandante della Eden V, il mercantile arenatosi il 16 dicembre a po- ■ chi metri da Lesina, non ne può più. Al sostituto procuratore della Repubblica .di Lucerà, Eugenio Villante, che gli ha contestato una serie.dT Ireati per quel cargo con falsi documenti; in cattivo stato e senza un proprietario, il trentatreenne libanese ha detto senza mezzi tèrmini che se ne andrà. Lui e la sua ciurma, diciassette tra sudanesi, .libanesi, siriani, egiziani, pakistani, sono stanchi di patire il freddo e la fame, in attesa di' Sia armatore che ormai non arriverà più. Venti giorni non gsono bastati a venire a capo del giallo che circonda la nave, una nera presenza di tremila tonnellate di stazza per 95 metri di lughezza a pochi passi dalla battìgia. Armi, droga o... legname, come ha dichiarato. 11 comandante? Cosa ha scaricato a Beirut, ultimo posto toccato prima di arenarsi sulle coste del Gargano? E a Plocé, in Jugoslavia, la Eden V doveva proprio caricaredel ferro? E qual è la sua nazionalità, visto che la bandiera maltese era falsa? E la società armatrice? Gli interrogativi che hanno fatto partire l'inchiesta della procura lucerina sono ancora tutti senza risposta. Non li ha chiariti neppure l'interrogatorio del comandante,' al termine del quale il magistrato gli ha contestato reati che vanno dal falso in atto pubblico, all'inosservanza di norme sull'uso della bandiera. Anzi, se possibile, le parole del libanese hanno aggiunto altro, mistero alla vicenda. L'uomo ha riferito infatti che ad ingaggiarlo, in Libano, per il viaggio in Jugoslavia, è stato un intermediario della società armatrice, la «Nourakurt» di Liniassol, a Cipro. n nome'dell'armatore, un pakistano, Bedaran però non lo conosce: non sarebbe servito a molto comunque, perché quella società, manco a dirlo, a Cipro non esiste. Possibile dunque che il comandante sia stato raggirato? E perché mai, se gli si stava affidando uh normale viaggio di trasporto merci? C'è, a sostegno dell'ultima ipotesi, anzitutto una possibilità, sulla quale/stanno lavorando gli inquirenti: che la Eden V sia il nome dato ad una nave che ufficiahnente risulta affondata. Poi c'è la storia di quella strana rotta che' Bedaran ha preferito percorrere per sfuggire al «grecale», riparando sottocosta nel Gargano e non in Jugoslàvia. Una scelta che ha insinuato il sospettò che l'Eden V puntasse in realtà verso le coste italiane. Un dubbio che il comandante non ha dissipato, malgrado abbia chiarito più volte che quella sera del 16 dicembre la nave era ormai in balia del mare forza sette. Difficile dire ora quale sarà il destino di Bedaran e dei suoi uomini: prima di fare ritorno a casa dovranno ottenere il permesso di soggiorno dal ministero dell' Interno, quindi il foglio di via e la copertura delle spese per l'espatrio. Sempre che il magistrato che ha denunciato il libanese non abbia nulla in contrario. n futuro dell'Eden V invece è segnato: se l'armatare continuerà a restare in silenzio e se non si farà avanti alcun acquirente, la nave rimarrà incagliata di fronte a Punta Pietre Nere, in attesa che motivi di forza maggiore (di carattere igienico) determinino la necessità di disincagliarla. C'è da sperare che non finisca come la «John P. », un'altra nave dal passato incerto che è rimasta tredici anni al largo di Manfredonia, prima che la sua carcassa piena di topi e di immondizie venisse portata via. Anna Langone

Persone citate: Ahmad Bedaran, Bedaran, Eugenio Villante, Gargano

Luoghi citati: Beirut, Cipro, Foggia, Jugoslavia, Lesina, Libano, Manfredonia