Donat-Cattin accusa governo e Regioni per l'acqua inquinata di Liliana Madeo
«E io proibirò i diserbanti» Donat-Cattin accusa governo e Regioni per l'acqua inquinata «E io proibirò i diserbanti» «II ministero della Sanità si è trovato ad affrontare il problema pressoché da solo»-La proroga per l'atrazina «è un estremo tentativo per smuovere l'apatia di organi regionali e statali» ■ ROMA — La proroga dl'59 ■ giorni dei limiti di1 tolleranza degli erbicidi presenti nell'acqua di sei Regioni «è un estremo tentativo per smuovere l'apatia di organi regionali e statali». La soluzione al problema non può venire daùe sole Regioni. «Occorre che il governo, a cominciare dalla Presidenza del Consiglio, con un coinvólgimento veritiero dei ministeri dell'Agricoltura, ■ dei Lavori Pubblici, del Tesoro, disponga e finanzi in brevi termini un piano efficace di interventi. In caso contrario, il ministro della Sanità non potrà che stabilire il limite Cee e porre fuori commercio i diserban. ti». A conclusione di una ennesima giornata punteggiata da polemiche e critiche sulle acque inquinate, Donat-Cattin è uscito dal silenzio dietro cui si era trincerato ed ha emesso un lungo-e polemico comunicato. Il ministro .chiama in causa, a sua volta, le inadempiènze e le disattenzioni .alle norme degli altri, denunciando una situazione generale «per null'affatto normale». La sua ricostruzione di queste responsabilità parte da lontano. ' I limiti di tolleranza ammessi — dice — derogano da quelli prescritti dalla Cee, ma sono al di sotto di quelli consentiti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. La direttiva Cee none stata recepita dalla maggioranza dei Paesi comunitari. Nell'85 quando l'Italia — che è »in ritardo nel recepì- mento di centinaia di direttive Cee» — s'impegnò ad attuare quella disposizione, commise per lo meno «un'imprudenza». «Il ministero della, Sanità si è trovato ad affrontare il problema pressoché da solo»: tutti i suoi poteri consistono nel confermare o no le norme comunitarie, mentre — per raggiungere il .livello di purezza delle acque previsto da quelle direttive — «occorre agire in modo massiccio e organico» su acquedotti, colture agricole, allevamenti. La necessaria mobilitazione di altri dicasteri e organi di governo non c'è stata. il Consiglio Superiore della Sanità nella ' primavera dell'86 ha ammesso i limiti d'impurezza dichiarati tollerabili dall'Oms e ha indicato come urgenti gli interventi da fare. Donat-Cattin sostiene di aver fatto proprie quelle indicazioni condividendone l'urgenza. Ha inviato «una serie di lettere alla Presidenza del Consiglio»; Tutto quello che ha ottenuto, dopo un anno, è stata la costituzione di ima commissione interministeriale ad hoc, che «si è riunita un paio di volte senza concludere nulla». Nel settembre '88, nuova lettera al presidente del Consiglio: il ministro «segnalava la gravità della situazione e dichiarava di non essere disponibile ad altre proroghe senza la definizione di un programma d'intervento». Risultato: «IVon è accaduto nulla». Anche le Regioni inquinate non hanno brillato per cooperazione e prontezza di decisioni Alcune hanno presentato a Bruxelles progetti che «sono stati respinticome inefficaci». Si è giunti alla riunione del 27 dicembre scorso: non c'era «nessun presidente regionale e un solo assessore regionale, quello delle Marche: Quindi, la firma del provvedimento il 30 dicembre. «La questione è grave»:- l'inquinamento è profondo in vaste aree e non sono verificate indicazioni di magistrati e carabinieri. «I presidi multizonali del servizio .sanitario nazionale poche volte intervengono: Donat-Cattin non prende per buona neppure l'indicazione delle Regioni secondo cui il numero dei Comuni inquinati si è ridotto. Cita il caso di una Usi piemontese, con inquinamento fino a 150 metri di profondità: 54 mila abitanti, 350 mila suini, oltre 200 mila bovini, 15 Comuni, 45 pozzi di captazione, 2500 pozzi agricoli non soggetti ad alcuna norma: «L'equivalente di una popolazione di un milione e trecentomila abitanti, con fognature per circa 50 mila abitanti». Purtroppp, «le Regioni interessate sembrano essere più o meno simili». In una Roma semideserta, con gli uffici vuoti per l'ultimo brandello di feste e per la falcidie della «cinese», si è alzato ieri il tono delle polemiche. Il liberale De Lorenzo, già ministro dell'Ambiente, ha detto che l'ordinanza dimostra ancora una volta che Donat-Cattin non crede nella prevenzione ma soltanto nell'assistenza», che «non si tutela la salute dei cittadini per decreto e tanto meno con la proroga delle proroghe». Per «La Voce Repubblicana» il decreto ministeriale è nato «in un contesto di scarsa chiarezza», e ài «palleggiamento di responsabilità tra governo, e Regioni». Fra gli impegni da prendere, contro «l'uso scriteriato delle sostanze chimiche in agricoltura», un'azione capace di «incidere sulla mentalità e i comportamenti dei coltivatori italiani». Preoccupazione è stata espressa anche per là situazione dell'acqua nel Lazio: la Regione, ha accusato il consigliere della Lista Verde Mastrantoni, ha presentato dati lacunosi, poco rappresentativi e male' organizzati, dietro i quali forse si nasconde «una realtà non dissimile dàlie altre 6 regioni attualmente sotto accusa». Per dp la deroga alle norme Cee va abolita, la riconversione ecologica dell'agricoltura va favorita al più presto e tutti 1 pesticidi a sicuro effetto mutageno e cancerogeno non devono essere né prodotti né venduti, n gruppo parlamentare del «sole che ride» ha chiesto una convocazione urgente del ministro Marinino, e si è rivolto all'on. lotti perché intervenga e faccia rispettare gli impegni del governo votati dalla Camera per la diminuzione dell'uso di erbicidi. Liliana Madeo
Persone citate: De Lorenzo, Donat-cattin, Mastrantoni
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