Come nasce questo tifo violento

Come nasce questo tifo violento Il calcio è sempre meno spettacolo Come nasce questo tifo violento Ogni volta che — come in questi giorni — tra i tifosi del calcio ci scappa la coltellata o il pestaggio, si parla di teppismo: come per dire che si tratta di controllare o rieducare il comportamento di una più o meno piccola frangia di esagitati, perché il fenomeno sparisca. E' un'interpretazione troppo tenue. Se fosse vera, il fenomeno sarebbe già scomparso cento volte, e andare agli stadi significherebbe — come ha significato fino a un decennio fa — andare a uno spettacolo estetico: l'estetica della forza fisica c dell'intelligenza tattica, l'unica estetica accessibile alle grandi masse. Le masse per lo più non apprezzano Van Gogh o Brecht o Bcrgmah. Capiscono però Maradona o Van Basten. E dunque si possono divertire con quelli: guardandoli correre e manovrare, usare potenza e fantasia, applicando l'intelligenza propria e le regole strategiche inculcategli dal loro allenatore. Ouesto non avviene più. ormai da troppo tempo. Se avvenisse, lo spettatore dovrebbe godere di tutto ciò che accresce la bellezza dello spettacolo che ha davanti: e dunque in primo luogo della bravura dell'avversario, giocatore, allenatore, e mettiamoci anche il presidente. E invece la bravura dell'avversario è per certi tifosi come una coltellata: non possono sopportarla, devono scongiurarla e se possibile prevenirla. C'è stala un'epoca in cui il tifoso godeva delle diJ sgrazie della squadra avversaria: una squadra combatteva non solo contro la squadra nemica, ma anche contro i tifosi di quest'ultima. Avveniva soprattutto nelle città con due squadre, Roma Milano Torino Genova, e in tutte le specie di derby (anche, per esempio, Napoli-Roma). Uno stiramento, una slogatura al miglior atleta avversario produceva un godimento che durava settimane. La rottura di un menisco, lo stracciamento di un muscolo, dava piacere per mesi. La frattura, per un anno. La credevamo l'epoca della massima violenza del tifo. Ora sappiamo che c'è di peggio. Quell'epoca è morta, ma le è subentrala un'altra, in cui rincontro di calcio si è sdoppiato in due confronti omologhi: squadra contri) squadra c tifosi contro tifosi. Ciò per cui noi godiamo, non è tanto la nostra vittoria, quanto l'altrui sconfitta: il godimento, da estetico, è diventato sadico. Se l'avversario gioca bene ma perde, questo accresce il nostro piacere, perché alla sconfitta dell'avversario si agFerdinando Camon (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Brecht, Camon, Maradona, Van Basten, Van Gogh

Luoghi citati: Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino