«Gambizzato» a Roma dirigente di Rebibbia di Giovanni Bianconi

«Gambizzato» a Roma dirigente di Rebibbia Da tre giovani che gridano: «Siamo le nuove Bi » «Gambizzato» a Roma dirigente di Rebibbia E' il vicedirettore del carcere - Volevano rapirlo, ha reagito ROMA — Tre colpi di pistola contro il vicedirettore del carcere romano di Rebibbia, Egidio De Luca, e poi il grido di rivendicazione: -Siamo le nuove Brigate Rosse*. Ma l'agente di scorta reagisce, scarica il caricatore della sua calibro 9 contro i terroristi, che risalgono in macchina e fuggono. Forse uno di loro è ferito. De Luca, colpito alla gamba sinistra, viene immediatamente portato all'ospedale. La prognosi è di 60 giorni. L'attentato è avvenuto ieri sera, poco dopo le 19, a Santa Barbina di Tivoli, un piccolo centro lungo la via Tiburtina, a quaranta chilometri da Roma. De Luca ha già potuto fornire agli investigatori la sua testimonianza. Ha 48 anni, ed è il numero due al nuovo complesso di Rebibbia soltanto da sette mesi. Prima aveva lavorato ai ministeri della Giustizia e degli Esteri. La dinamica della «gambizzazione» è stata ricostruita anche dall'agente di custodia addetto alla sicurezza di De Luca, Carmine Panicciari, 24 anni, che seguiva il vicedirettore a bordo di un'altra macchina, a poca distanza. De Luca stava tornando nella sua casa di Santa Balbina a bordo di una Fiat «Croma». Era solo. Dietro, su una «Panda», l'agente di scorta. In un tratto di strada ster¬ rato e senza illuminazione, fra Santa Balbina e il piccolo paese di San Polo dei Cavalieri, la macchina di De Luca è stata bloccata da due uomini armati, a volto scoperto. Poco più in là, nascosti dal buio, un altro terrorista appostato e un'auto scura di grossa cilindrata, col motore acceso e una quarta persona a bordo. Uno degli uomini con la pistola, alto e coi baffi, ha aperto lo sportello della •Croma» e ha gridato a De Luca: -Scendi e seguici, siamo delle nuove Brigate Rosse*. Un tentativo di rapimento, dunque. Il vicedirettore è uscito dall'auto, ha cercato di guadagnare tempo chiedendo di poter prendere il cappotto. Ma dalla macchina ha tirato fuori una pistola. Alla vista dell'arma l'attentatore ha aperto il fuoco, sparando tre colpi, uno dei quali ha colpito De Luca alla gamba sinistra. Gli altri due si sono conficcati nello sportello posteriore della «Croma». La vittima non è riuscita a reagire. Nel frattempo è arrivata la «Panda» dell'agente Panicciari, che, accortosi dell'agguato, ha sparato dodici pallottole contro i terroristi. Gli attentatori sono fuggiti verso la loro macchina, l'agente*iia raccontato di averne visto uno zoppicare e sentito gridare: -Mi hanno preso, mi hanno preso!*. L'auto con i quattro terroristi è subito ripartita, e fino a ieri sera non era stata ritrovata. De Luca è stato accompagnato all'opedale San Giovanni di Tivoli. Il femore della gamba sinistra è fratturato, i medici hanno detto che guarirà in sessanta giorni. Sul posto si sono recati funzionari della Digos e dell'Ucigos e i carabinieri dell'antiterrorismo. L'inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore di Roma Maria Teresa Cordova, il giudice che ha preso il posto di Domenico Sica nel piccolo pool di magistrati che si occupa del terrorismo rosso. A poche ore dall'attentato la pista brigatista sembra la pi1': convincente, anche se non basta certo la frase concitata gridata da uno degli attentatori per accreditarla definitivamente. Si attendono ora il volantino o una telefonata di rivendicazione. Egidio De Luca, fu vittima di un attentato già nel maggio del 1980, quando collaborava col giudice D'Urso poi rapito dalle Br. Allora la sua abitazione romana fu quasi interamente bruciata, ma De Luca e i suoi familiari non erano in casa. L'azione non fu mai rivendicata. Giovanni Bianconi (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Roma, San Polo Dei Cavalieri, Tivoli