«Chiudete quei pozzi»

«Chiudete quei pozzi» «Chiudete quei pozzi» In provincia di Torino (dove, secondo Università e Politecnico, c'è il più vasto serbatoio idrico d'Europa) migliala di pozzi privati che riforniscono abitazioni, allevamenti ed aziende sarebbero da chiudere perché inquinati da sostanze chimiche. O comunque sono considerati «a rischio» e vanno ridotti. Ad auspicare il provvedimento è il laboratorio chimico di Sanità pubblica di via della Consolata; che analizza le acque per il consumo umano. Neil'88, in oltre cento pozzi su circa 1000 controllati gli inquinanti chimici (diserbanti, concimi, solventi clorurati) superavano i limiti di legge, "in 10 anni — conferma la dottoressa Franca Ricottilli, direttrice del laboratorio chimico — Za situazione è decisamente peggiorata. La prima falda, a 30-40 metri, non è più utilizzabile e sta diventando veicolo di ulteriori inquinamenti. I pozzi privati dovrebbero essere chiusi perché incontrollabili. Non si sa quanti siano, forse diverse migliaia: non esiste un censimento, e ogni giorno ne vengono scavati di nuovi. Sarebbe opportuno che i rifornimenti venissero fomiti da acquedotti o consorzi. Ci vuole programmazione». Che cosa si trova nei pozzi? -Di tutto — spiega il dottor Edoardo Maina, chimico, specialista in acque potabili —, solventi clorurati, solfati, nitrati, diserbanti, nichel. I nitrati provengono dai concimi chimici; i solventi clorurati dall'industria». Un caso particolare emerge in 10 Comuni della Val di Lanzo (1 maggiori sono Lanzo, Balangero, Mathi; Ciriè, S. Maurizio), dove il nichel oltre i limiti (anche 80 microgrammi-lltro) è un fenomeno naturale per i minerali esistenti nel sottosuolo. Il problema sarà affrontato a Roma il 10 gennaio dai ministeri della Sanità e dell'Ambiente e dalla Regione. In provincia di Torino non si conosce, quindi, il numero esatto dei pozzi, ma si sa, invece, con esattezza quanti sono i buchi «neri», cioè i pozzi perdenti che vuotano nel sottosuolo: 840, in cui industrie e privati scaricano sostanze chimiche e biologiche. Anche l'agricoltura fa la sua parte: nell'Usi di Chivasso gli inquinamenti hanno alte percentuali di concimi,nitrati e diserbanti. Per trovare acque non inquinate occorre scendere almeno a 100-140 metri di profondità «Afa c'è il rischio di collegare le falde, quindi allargare il perìcolo», spiega il dottor Maina. In provincia di Torino sono ancora quattro i Comuni senza acquedotto, o con impianti in via di ultimazione: Cercenasco, Virle, Villafranca, Scalenghe. Quest'ultimo è il maggior fornitore dell'acquedotto torinese. «Non c'è più tempo da perdere — concludono il professor Giulio Cantini Cortellezzi, direttore dell'Istituto zooprofilattico, ed il dottor Sergio Andruetto, del controllo alimenti —. C'è staio un incontrollato sfruttamento idrico che ha causato l'inquinamento chimico, molto più grave di quello biologico».

Persone citate: Cortellezzi, Edoardo Maina, Giulio Cantini, Scalenghe, Sergio Andruetto

Luoghi citati: Balangero, Cercenasco, Chivasso, Ciriè, Europa, Roma, Torino, Virle