In testa nel campionato dei veleni di Giampiero Paviolo

All'indice 48 prof «Rendete i libri» Università, sospesi in biblioteca All'indice 48 prof «Rendete i libri» Si difendono: «Troppo breve il prestito» "Sì. è vero. Quei nove libri li ho nello studio, mi servono per una ricerca. Adesso li restituirò». Il professor Massimo Borlandi, ordinario di storia del pensiero sociologico a Palazzo Nuovo, rende piena confessione. E si dichiara recidivo: "Sono ricercato da tutte le biblioteche di Torino». E' uno dei 48 docenti che il Consiglio della biblioteca «Solari» (Scienze sociali. Storia e Magistero) ha -sospeso dal prestito» per non aver restituito i volumi in consultazione. Una iniziativa clamorosa, anche perché l'elenco dei «morosi» è stato affisso all'ingresso della biblioteca. Il Gotha del pensiero umanistico torinese è rappresentato quasi al completo. Ogni giorno, decine di studenti scorrono divertiti il «listone», trovandovi gli inflessibili esaminatori che hanno turbato per mesi i loro sonni. Per ogni docente, l'elenco riporta nome, cognome e numero dei libri da restituire: uno, due a testa; ma c'è anche chi è sospeso per un «ammanco» di 12 e in questi giorni marito e moglie, entrambi insegnanti a Palazzo Nuovo, ne hanno riportati 27. La biblioteca ha una dotazione di 100 mila volumi. Negli ultimi dieci anni 400 si sono persi: al loro posto sugli scaffali, è scomparsa anche la scheda che consentirebbe di risalire a chi lo aveva preso in prestito. Una emorragia che il direttore anirninistrativo, Giovanni Dettoli, definisce -fisologica e comune a tutte le biblioteche». A preoccuparlo, piuttosto, sono le mancate restituzioni, le raccomandate di sollecito che tornano al mittente perché il destinatario "ha cambiato indirizzo» o «è sconosciuto». E così, ha deciso dì passare al contrattacco. L'articolo 12 del regolamento gli consente di prendere iniziative "alfine di preservare il patrimonio della biblioteca». E lui ha convinto i 20 membri del Consiglio ad appoggiare la pubblicazione dell'elenco. Tra i favorevoli anche il professor Borlandi: "Sapevo benissimo che sarebbe comparso anche il mio nome. Ma, forse, ha ragione Detlorì e siamo in torto noi. La salvaguardia della dotazione libraria è importante». Spiega il direttore: -/ docenti possono utilizzare fino a venti libri per tre mesi. Dopo questa data, devono restituirli, salvo riaverli in pochi giorni. Quando ciò non accade, cominciano i solleciti. Purtroppo non sempre raggiungiamo lo scopo». Le motivazioni sono tante. La distrazione, ad esempio, come ammette il sociologo Luciano Gallino (anche lui «sospeso» per la mancata restituzione di 4 volumi): "Sto conducendo ima ricerca per conto dell'Università, devo consultare decine di libri. In casa ne ho 6000, come faccio a tenere a mente tutte le scadenze? Tra l'altro, non ricordo di aver ricevuto solleciti. L'iniziativa della biblioteca appare come una bravata bella e buona». Ma c'è anche chi ha smarrito i volumi durante un trasloco, ha cambiato città, li ha prestati ad amici, ha subito un furto Ancora Borlandi: -E' il sistema ad essere carente, la durata del prestilo è troppo breve. Tenga presente che la maggior parte dei volumi che ci interessano sono consultati molto di rado. A me accade spesso di dover separare le pagine a libri di mezzo secolo fa: nessuno li ha mai letti». Non sono certo edizioni rare o best sellers: "Il laboratorio dell'etnologia», lo "Studio della zona di Carbonia» e «La politica economica svedese». Ma, come sostiene il direttore, "fanno comunque parte di un patrimonio da non disperdere». Al pari di "The social impact of cybernetics» che giace dal 1973 nella libreria di un docente. A parte le valutazioni sull'opportunità, l'iniziativa del direttore non sembra essere caduta nel vuoto: 91 libri sono già tornati negli scaffali, e 28 docenti «morosi» hanno riacquistato il diritto al prestito. Giampiero Paviolo

Persone citate: Giovanni Dettoli, Luciano Gallino

Luoghi citati: Carbonia, Torino