Ormoni, guerra in sordina di Fabio Galvano

Ormoni, guerra in sordina La Cee studia i tempi di ritorsione per non compromettere il ricorso al Gatt Ormoni, guerra in sordina Nessuno «scontro» alle dogane: i produttori americani, in vista del blocco, avevano sospeso le spedizioni di carne - A Bruxelles si attende il cambio della guardia tra De Clercq e Àndriessen DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES - Il ministro degli Esteri spagnolo Francisco Femandez Ordonez ha avviato ieri una prima serie di contatti con i governi della Cee per finalizzare le contromisure europee nella «guerra degli ormoni» con gli Usa. Per il governo spagnolo, che dal 1° gennaio ha assunto la presidenza di turno della Comunità e che si trova subito in mano questo tizzone incandescente, si tratta di decidere se la prossima mossa nella prevista escalation richieda la convocazione straordinaria dei ministri degli Esteri dei Dodici o se la questione possa essere messa a punto dai rappresentanti permanenti — gli ambasciatori presso la Cee — nella loro riunione programmata per domani. L'azione della Cee — mentre circolano a Bruxelles voci non confermate di un incontro, oggi, fra l'ambasciatore americano Alfred Kingon e alti funzionari Cee — si inscrive nella catena di automatismi scatenata nella notte di Capodanno dall'entrata in vigore del divieto europeo relativo a tutte le carni bovine trattate con ormoni. Al blocco delle sue esportazioni di quei generi verso l'Europa, valutate 100 milioni di dollari (130 miliardi di lire), Washington ha risposto imponendo dazi del 100 per cento — tali da paralizzare qualsiasi flusso commerciale — su una serie di prodotti europei dello stesso valore ma che penalizzano l'Italia più degli altri partner. E' a queste ritorsioni Usa che la Cee intende rispondere, anche se la «guerra» non ha fatto per ora alcuna vittima apparente. Secondo quanto riferiscono fonti comunitarie, infatti, non si sono verificati spettacolari episodi di blocco doganale delle carni americane per il semplice motivo che, in vista del divieto, i produttori Usa si erano[ astenuti negli^ ultimi tempi da qualsiasi spedizione. Guerra è, quindi, ma in sordina. Per questo è molto importante dosare i passi e i tempi delle successive iniziative. In consultazione con i partner, per esempio, Madrid deve anche decidere i tempi delle contromisure: per non danneggiare, si dice a Bruxelles, le chances europee di una vittoria «a tavolino» attraverso un ricorso al Gatt, il sistema che regola i commerci internazionali. I Dodici sostengono infatti che 11 blocco alle carni trattate con ormo- ni è questione sanitaria quindi ammissibile; .che i dazi Usa, invece, sono discriminatori. Ma il ricorso all'arbitrato internazionale richiede un'esecuzione giuridica da parte della Commissione Cee; e ciò presenta due ordini di problemi. n primo consiste nel fatto, puramente tecnico, che ieri gli uffici di Palazzo Berlaymont erano ancora chiusi per il «ponte» di Capodanno; che soltanto da oggi saranno presentì i funzionari cui spetta l'istruzione del delicato dossier. Il secondo è dovuto al «cambio della guardia» fra la Commissione uscente e quella entrante. Fino al 5 gennaio è in carica, formalmente, la vecchia compagine. Soltanto il 6, quando presteranno giuramento, i 17 nuovi commissari entreranno nel pieno delle loro funzioni. A Bruxelles ci si domanda se Willy De Clercq, ancora per qualche giorno responsabile delle relazioni esterne, darà il via alla procedura presso il Gatt; o se tale compito sarà lasciato — con evidente slittamento — al nuovo responsabile di quel settore, l'olandese Frans Àndriessen, proprio l'uomo che come responsabile dell'Agricoltura introdusse nell'85 la direttiva contro gli ormoni. Traspare, sia dalla presunta iniziativa dell'ambasciatore Kingon, sia dall'assenza di qualsiasi urgenza Cee nell'adottare contromisure, il comune desiderio di trovare vie d'uscita. Ma il dialogo sembra fra sordi. Per l'Europa si tratta di far valere una decisione volta a proteggere la salute dei consumatori. Per gli Usa è una battaglia di principio, primo assaggio di possibili lotte future con l'Europa del '93 percepita come «fortezza» protezionistica; ma anche difesa della carne agli ormoni presso il mercato giapponese, di sei volte più lucrativo di quello europeo. Fabio Galvano Il presidente della commissione Cee Delors con De Clcrc

Persone citate: Alfred Kingon, De Clcrc, De Clercq, Delors, Francisco Femandez Ordonez, Gatt, Willy De Clercq