CANAVESIO OLTRE IL DOGMA di Nico Orengo

CANAVESIO OLTRE IL DOGMA CANAVESIO OLTRE IL DOGMA DPINEROLO URANTE l'ultima guerra i tedeschi avevano fatto della cappella di Notre Dame des Fontaines, a Briga, una cucina militare. I fumi neri e grassi si erano inerpicati sulle pareti e sul soffitto coprendo, a poco a poco, «Il Giudizio Universale», dipinto da Giovanni Canavesio e terminato il 12 ottobre del 1492, un ciclo d'affreschi sulla Passione e il Giudizio Finale che si sviluppa su 34 metri quadri. Nelle Alpi Marittime Sotto la coltre di sugna spariva quella che i francesi chiamavano la «Cappella Sistina» delle Alpi Marittime. Ma quel grasso, anni dopo, si rivelò provvidenziale. Aveva protetto, contro le intemperie, e salvato, uno dei documenti più emozionanti e preziosi della pittura ligurepiemontese. Oggi Pinerolo, la sua città d'origine, rende omaggio a Canavesio con una mostra fotografica nelle Sale della Collezione Civica di Palazzo Vittone, curata da Mario Marchiando, con la collaborazione di Giovanni Visentin, Mariella Fenoglio, Donatella Taverna, Laura Marchiando, Remo Caffaro. Pittore di edicole il Canavesio nasce nei primi trent'anni del Quattrocento, i dati sulla sua vita sono scarni. Non lavora molto in Piemonte, le strade dei Savoia portano al mare e il Canavesio, come molti altri pittori, si spinge verso la costa, tra Albenga e Nizza. I polittici per la cappella Reghezza a Taggia, gli affreschi per il San Bernardo di Pigna e i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti e il Polittico di San Michele, sempre a Pigna, testimoniano, con il grande ciclo di Briga, della sua permanenza fra Liguria e Provenza. Con alle spalle la pittura di Beltramino e Jaquerio, le «innovazioni moderne vaneyekiane e pierfrancescane», come suggerisce Mariella Fenoglio nell'introduzione al quaderno pubblicato dalla Collezione Civica d'Arte, dedicato al pittore, Canavesio vive la fine della figurazione tardo-gotica. Le sue figure, le sue Madonne, i Cristi, Giuda, perdono la carica soprannaturale e simbolica per acquisire una dimensione realistica, granguignolesca a volte (è il caso del Giuda impiccato a cui un demone squarcia il costato, che si vede nella Cappella di Briga). E' una pittura che sente le luci del Mediterraneo, gli azzurri e i grigi della Provenza, ma che continua ad appoggiarsi alla rigorosa ricostruzione geometrica, secondo i canoni di Galeno, Vitruvio, Boezio. E' la regola di Sant'Agostino: «Che cos'è la bellezza del corpo? E' la proporzione delle parti accompagnate da una certa dolcezza di colorito». Una storia terrena Ma nei volti dei personaggi di Canavesio, dai soldati a Gesù, dai contadini ai mercanti, si incomincia a leggere una storia più terrena, di fatiche e dolori, di soprusi e destini, che il dogma non riesce più a nascondere. E' il «teatro» della vita che mescola rappresentazione sacra e profana, una «passione di Cristo» riportata nella strada. Nico Orengo Un dipinto emblematico di Giovanni Canavesio (.set: XV) nella Cappella di lirica: qui l'immagine di dada impiccalo raggiunge toni drammatici e di forte realismo

Luoghi citati: Albenga, Liguria, Nizza, Piemonte, Pigna, Pinerolo, Provenza, Taggia