Un arsenale per il 1991

Un arsenale per il 1991 Un arsenale per il 1991 Razzi, fischioni, fontane e tric-trac A Porta Palazzo ci sono e si vendono, ma non si vedono. Si chiamano «raudi» e «magnum», petardi proibiti. Sulle bancarelle c'è tutta la gamma possibile ed immaginabile di razzi, fischioni, tric-trac, fontane luminose e botti, però i ragazzini fanno il giro dei venditori domandando quasi esclusivamente «avete raudi?». I «raudi» fanno il colpo più forte, bello tonante, non importa se è un po' pericoloso e ti fa saltare un dito se non sei attento a gettarlo ben lontano. Gli ambulanti ai ragazzi rispondono sempre no, ma guarda caso vicino ad alcune bancarelle sosta costantemente un giovanotto che ti abborda e offre «una scatola da cento raudi a solo ventimila lire». Lo scambio avviene lontano dalla bancarella, il giovanotto ti porta a qualche decina di metri in modo che il titolare del banco non abbia guai. Tra un paio di camion, posteggiati fianco a fianco, sbuca da sotto il cappotto la «merce». Il cliente paga e intasca. Il divertente della situazione, spiega Fabrizio Majerna, dell'omonima armeria di porta Susa davanti a cui la gente fa la coda per comprare ogni tipo di «botti», è che «i raudi, detti Sandokan o Pirat, non sono proibiti, almeno per i maggiorenni. Appartengono alla cosiddetta quinta categoria, quella che si può vendere solo agli adulti. Noi li vendiamo a 10 mila lire, la scatola da cento, previo ovviamente controllo della carta d'identità se abbiamo dubbi sull'età, fn questi giorni, come tutti gli anni, siamo oberati di lavoro, noi esponiamo i prezzi di tutti gli articoli e la gente sa che siamo più a buon prezzo che a porta Palazzo». In effetti al Balon e d'intorni è «prezzo selvaggio». I fischioni costano in genere 3 mila la scatoletta, i razzetti (dodici) 10 mila, 4 strisce di tric-trac 5 mila, le fontane luminose quattro mila l'una, le bacchette magiche due mila l'una. A seconda dei punti di vendita le bacchette magiche, tanto per fare un esempio, possono variare dalle 1500 alle tremila lire. Tutto il materiale dì questo «mercato parallelo» è di produzione cinese. Dice ancora Fabrizio Majerna: «Ormai da Napoli, un tempo detentore del monopolio, arrivano solo i colpi, cioè i raudi ed i magnum. I petardi venduti per far festa sotto Capodanno si divido¬ no in tre categorie. I razzetti e le fontane luminose, di produzione cinese; i colpi, napoletani, ed i razzi da grande altezza, tedeschi, che con le candele romane da spettacolo vanno venduti solo a chi possiede il porto d'armi. Il ministero dell'Interno ha stabilito che la prima categoria è di libera vendita, la seconda è riservata ai maggiorenni, la terza ai detentori di porto d'armi. Va da se che se capitano incidenti è perché qualche incosciente ha passato ad un ragazzino un botto per adulti». L'anno scorso, dicono le statistiche, a fine anno ci furono in tutta Italia, anche se nella grandissima maggioranza al Sud, due morti e 779 feriti. Dei feriti, per ustioni alle mani, al volto ed agli occhi, cinquanta risultarono gravissimi. Erano quasi tutti ragazzini e giovani malaccorti che hanno perso le mani o persino la vista. A Napoli, dove la «sparatoria» dell'ultimo dell'anno è una tradizione cui sembra che non si possa rinunciare per nulla al mondo, i pronti soccorso hanno funzionato sino alle sette del mattino ed il centralino dei vigili del fuoco è andato in tilt. I pompieri hanno infatti dovuto rispondere a circa 150 chiamate in un'ora per andare a spegnere principi d'incendio in alloggi dove stavano andando fuoco le tende ed i sofà. Nella gran baraonda ne ha fatto le spese anche chi non c'entrava niente. Ad un'automobilista, Luigi Di Pierro, 29 anni, fu amputata la mano per aver tentato di buttar fuori dalla sua auto un petardo lanciato da un'altra macchina su cui gli occupanti «stavano facendo festa». Marco Vagì ietti Lo scoppio di un mortaretto

Persone citate: Fabrizio Majerna, Luigi Di Pierro, Razzi

Luoghi citati: Italia, Napoli