Catturati i dirottatori
Catturati i dirottatori S'è concluso ad Annaba il sequestro dell'aereo algerino Catturati i dirottatori Sono due disertori dell'esercito . ALGERI. S'è concluso senza violenza, grazie anche alla stanchezza dei protagonisti, l'atto di pirateria aerea compiuto da due giovani disertori dell'esercito algerino nei cieli dell'Algeria e della Tunisia. I due pirati si sono lasciati arrestare senza opporre resistenza dopo avere liberato le ultime 50 persone trattenute a bordo, eccettuati il pilota e il secondo pilota che hanno riavuto la libertà solo dopo l'arresto dei dirottatori. La svolta è venuta all'alba poco dopo la ripresa delle trattative fra i dirottatori, descritti da uno dei passeggeri come giovani sui 25 anni, e le autorità nel piccolo aeroporto di Annaba, nell'Algeria orientale. Lì il Boeing 737.dell'Air Algerie con 88 persone a bordo era stato costretto ad atterrare venerdì sera dopo il rifiuto delle autorità tunisine di Cartagine di lasciarlo scendere in quella cittadina, alle porte della capitale. I dirottatori erano entrati in azione mentre l'aereo era in volo da Ghardaia ad Algeri con a bordo anche 14 turisti stranieri, fra cui degli italiani, reduci da una vacanza in una località del Sahara algerino. I due dirottatori avevano ricominciato a trattare ieri mattina consentendo a gran parte degli ostaggi rimasti di lasciare l'aereo. Continuavano però a insistere perché il Boeing fosse rifornito per raggiungere un paese straniero, ma il ministro dell'Interno Mohammad Saleh Mohammed è alla fine riuscito a convincerli alla resa. Lo stesso Mohammed si era detto sicuro in precedenza del lieto fine della vicenda sottolineando che i dirottatori erano stanchi e che bastava solo attendere. Ieri sera, smentendo le prime supposizioni secondo cui gli autori del dirottamento erano integralisti islamici, il ministro dei Trasporti algerino Hassan Kahlouche aveva escluso qualsiasi motivazione politica per l'atto di pirateria aerea dichiarando che si trattava di una «semplice questione di criminalità comune» e sottolineando fra l'altro che i dirottatori non avevano compiuto alcun atto di violenza nei confronti degli ostaggi, particolare questo che è stato confermato dagli stessi passeggeri. L'agenzia algerina Aps non ha fornito dettagli sull'identità dei dirottatori limitandosi a comunicare che erano disertori imbarcatisi a Ghardaia, armati di una pistola e di un mitra usati per tenere a bada i sei membri dell'equipaggio e gli 82 Passeggeri. Con il trascorrere delle ore, le notizie si sono fatte più precise. Radio Algeri, pur mantenendo il silenzio sull'identità dei due pirati dell'aria, ha comunque specificato che essi sono due militari fuggiti da una caserma di Ghardaia, cittadina abitata dalla setta musulmana dei mozabiti, a circa 600 chilometri a sud di Algeri, da dove ieri era decollato il Boeing poi dirottato su Annaba. Il comandante dell' aereo, Mezziti Selim, ha affermato che la destinazione iniziale richiesta dai due dirottaori era Tripoli. Il comandante Selim, molto provato dopo due notti in bianco a bordo dell'aereo, secondo quanto si è appreso ieri, ha confermato la dichiarazione del ministro algerino Kahlouche secondo cui si tratta di «banditi e non di terroristi». Lo stesso comandante ha aggiunto che i due disertori chiedevano la liberazione di un centinaio di persone arrestate nei giorni scorsi in Tunisia con l'accusa di organizzare una rete terroristica. Le autorità algerine hanno provveduto a far proseguire il viaggio ai vari passeggeri nelle loro località di destinazione. Erano tutti tesi e affaticati dopo 36 ore di «volo selvaggio» nei cieli del Maghreb. A tarda sera è stata confermata la notizia che nessuna violenza è stata compiuta sull'equipaggio e sui passeggeri. I due giovani dirottatori sono stati subito portati, prima in un posto di polizia ad Annaba e poi direttamente in un carcere di Algeri.
Persone citate: Hassan Kahlouche, Mohammad Saleh Mohammed
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