Un regalo per l'ultimo minuto?

Un regalo per l'ultimo minuto? Un regalo per l'ultimo minuto? // best-seller, un disco o l'aceto aromatico Arriverà. Quell'amico che da anni non avete più visto, che si era trasferito in Australia senza dar più notizie, questa volta è tornato a trascorrere le feste in famiglia. E vi farà visita - siatene certi - portandovi un oggettino etnico, un regaluccio magari di poco conto e magari non proprio di vostro gradimento. AI quale, però, dovrete rispondere come se quell'amico l'aveste sempre aspettato. E implacabile capiterà, nel giorno di Santo Stefano, anche l'amica che vedete soltanto una volta all'anno. E il cugino che porta una scatola di cioccolatini e la vicina della porta accanto che compare con un delizioso posacenere pieno di sali da bagno. Poche storie, a questi regalini bisogna rispondere. E, a conti fatti, dopo aver compilato liste su liste, qualcuno sembra essere sfuggito ancora una volta. E' rimasto soltanto il ricordo sgradevole dello scorso anno quando Antonia ha aperto la borsetta, estraendone una confezione di saponette avvolte in un piccolo asciugamano. E voi siete rimasti impietriti: in casa non era rimasto nemmeno un libriccino incartato, una penna della perestrojka, una spilletta neodecò... Niente paura. Oggi (in fondo, con la domenica alle spalle, la maggior parte dei regali «importanti» è già stata conquistata) ci si può dedicare in tutta calma - si fa per dire - al regalino dell'ultima ora. Quelli che è meglio avere nell'armadio per evitarsi le brutte figure con l'Antonia, sempre previdente. Ancora un salto in libreria, dunque. Il tempo non consente di meditare troppo. E allora ecco il best-seller, la strennina natalizia, tanto per andare sul sicuro: lasciando perdere «Insciallah», a meno che al cugino dell'Australia sia sfuggito, il libraio offre deciso il forattiniano «Insciaqquà» in testa alle classifiche. E poi: «I pilastri della Terra» di Ken Follett, «Presunto innocente» di Scott Turow, «Stiamo lavorando per voi» di Luca Goldoni, «Quando siamo a tavola» di Cesare Marchi. Un disco, altro regalo buono per molti (anche se, forse, non per tutti): Pavarotti, Domingo e Carreras (a Caracalla), il triplo di McCartney, Phil Collins dal vivo, la raccolta di Elton Johns, la strana coppia di Benigni e Abbado per «Pierino e il lupo» di Prokofiev, «Cambio» di Dalla. Altro genere: deliziosi optionals da cucina - come i tanti che si trovano da «Piazza delle erbe» in via Cernaia - come gli aceti balsamici di cinquantanni, i condimenti aromatizzati, le marmellate di frutti rari, i liquori digestivi «ritrovati» in antiche ricette. E ancora, con un gran salto di pensiero, profumi e affini: essenze floreali, saponette micro e maxi in confezioni fantasia, perle da bagno in vasi che, una volta esaurito il contenuto, serviranno per il riso. Oppure, ma la scelta è leggermente più impegnativa (il cugino potrebbe non sopportarle), una maschera tibetana, come quelle che si trovano, ad esempio, alla cartoleria «Liceo» di Moncalieri. Il regalo dell'ultimo minuto? Un libro, una goccia di profumo, un vasetto di marmellata francese o una mascherina tibetana

Luoghi citati: Australia, Caracalla, Moncalieri