La montagna dimenticata

La montagna dimenticata Dove non c'è benessere e non esistono alberghi di lusso La montagna dimenticata La dura vita di due famiglie che abitano nelle baite in Valle di Viù Di moderno solo l'energia elettrica: tutto il resto è come tanti anni fa VIU'. Il più bel regalo di Natale lo hanno già ricevuto: da sabato non devono più alzarsi quando è ancora buio, soprattutto non devono scendere quel sentiero scavato in un metro di neve che raggiunge la strada asfaltata dove li attende lo scuolabus. Sabato la scuola elementare ha infatti chiuso, sono iniziate le vacanze. La loro è montagna che non ha hotel e residence, è quella che non interessa a chi sogna settimane bianche da raccontare agli amici. Non c'è sui cataloghi, ha regole e consuetudini che non sono mai cambiate. Questione di tradizione, anche di sopravvivenza. E' quella montagna che quasi tutti preferiscono lasciare, soprattutto dimenticare. Ma Carla, 9 anni, e i suoi amici - Adriano, 8 anni, e le sorelle Claudia di 6 e Silvia di 4 anni vivono con i genitori a frazione Benna. Due famiglie in quelle baite lontane quindici minuti a piedi da Richiaglio, villaggio di trent'anime ad una decina di chilometri da Viù, uno dei punti di riferimento per il weekend dei torinesi. L'unico «lusso» è l'energia elettrica. Tutto il resto è uguale a trent'anni fa. Stesso sentiero, stessi ritmi di vita. Natale qui è un giorno come un altro. Capodanno anche. E chi immagina serate trascorse davanti alla televisione sbaglia: la tv non è ancora arrivata. Bisogna invece occuparsi di qualche vacca. della legna per la stufa, delle gerle. Alle otto si va a dormire, al mattino ci si alza all'alba. Poi c'è la neve, quella che ricopre il sentiero che deve essere tenuto pulito. A tutti i costi. E il telefono - è una sola la famiglia che lo possiede - è a Richiaglio: in caso di necessità bisogna comunque augurarsi che la strada asfaltata che si ricongiunge a quella del colle del Lys sia percorribile. Nella prima baita di Benna vive la famiglia Regge. Ci sono Ignazio e Anna, i figli Adriano, Claudia e Silvia. Con loro c'è anche nonna Luigia, 74 anni: è sempre rimasta qui, racconta di nevicate eccezionali, ripercorre la vita di questa borgata lentamente abbandonata da tutti. E' storia di montagna, quella montagna che loro definiscono vera. E seguendo un viottolo gelato, dopo una decina di metri si arriva alla grangia in cui abitano Michelina e Michele Rigoletti e la piccola Carla. Nessuno di loro si lamenta. Alla fine ammettono un po' imbarazzati: «Sì, d'inverno è più difficile...». Amano questi posti e nonostante tutto non li cambierebbero per nessun altro al mondo. Tanti se ne sono andati, loro resistono. Non danno neppure suggerimenti su cosa si potrebbe fare per rendere migliore la vita. La realtà è sotto gli occhi di tutti. In passato ci sono già state gare di solidarietà, interventi e una raccolta di soldi per contribuire alla costruzione della strada asfaltata che porta a Richiaglio: dicono ancora grazie adesso. Loro credevano non sarebbe mai successo nulla, invece qualcosa è capitato: «Meglio così». Ora non si aspettano di certo che tutto possa ancora migliorare in qualche settimana o mese. L'unica loro speranza è quella di continuare ad aver sempre la volontà di resistere, di non abbandonare questa montagna. E mentre in paese si ripete che «si parla sempre tanto dell'esodo verso le città, ma si fa poco o nulla», a qualche chilometro di distanza, Ignazio di 69 anni continua a vivere in una stanza di pochi metri. Anche lui si chiama Regge di cognome, anche lui non se ne vuole andare nonostante il pavimento di quella baita rischi di cedere da un momento all'altro. E' a pochi metri dalla strada che porta a Viù, sembra appartenere ad un mondo quasi dimenticato. Lui non ha neppure l'impianto elettrico, usa lampade a petrolio e si riscalda con una stufa a legna ricevuta qualche tempo fa grazie all'interessamento di Ludovico Marchisio e altri torinesi appassionati di montagna che si occupano della zona. Certo, gli piacerebbe vivere in una vera casa ma dice: «Non posso permettermi spese e non vorrei andare lontano da questi posti». E resiste. Paolo Negro La famiglia di Ignazio Regge che vive isolata nella frazione Benna di Richiaglio, sui monti della Valle di Viù (Torino)

Persone citate: Ignazio Regge, Ludovico Marchisio, Michele Rigoletti, Paolo Negro

Luoghi citati: Benna, Torino, Viu', Viù