Gli sciatori ritrovano il paradiso di Gigi Mattana

Gli sciatori ritrovano il paradiso Dopo anni di crisi, grande stagione per un settore che vale cinquemila miliardi Gli sciatori ritrovano il paradiso Innevamento e presenze record su Alpi e Appennini Tra cenoni e «fuoripista», innamoramenti e fiaccolate, lo sci italiano sta consumando gli ultimi spicchi di un anno solare che l'ha visto prima in ginocchio e ora sugli altari. Troppo forti sono state le passate delusioni perché ora l'ottimismo diventi sfrenato, ma è certo che queste lunghe vacanze, così affollate e così bianche, sono uno stimolo a resistere e a migliorare un settore vitale del nostro turismo. La situazione. Un bollettino della neve oggi non ha quasi significato se non per ricavarne confronti e curiosità. Si scia bene o molto bene ovunque sulle Allpi e sugli Appennini grazie alla concomitanza di abbondanti precipitazioni, freddo intenso e continuo potenziameznto degli impianti di innevamento programmato. La scorsa stagione solo alcune località valdostane (dove il denaro che arriva a fiumi e a costi ridicoli dalla Regione consente investimenti altrove impensabili) chiusero i bilanci con buoni attivi, per le altre furono momenti neri o la disperazione. Le condizioni attuali ridistribuiscono le carte e premiano soprattutto la determinazione degli operatori piemontesi, regione in cui i contributi pubblici allo sci sono i più scarsi in assoluto. E così la Valsusa si lancia in un'interessante promozione di comprensorio, senza campanilismi; la Via Lattea con un'in - novativa politica commerciale segna già ora fortissimi incrementi; Bardonecchia supera il fallimento estivo di Melezet, riunisce gli impianti in un'unica gestione e pensa al rilancio; Limone, lavorando in silenzio ma con grande serietà, si ripropone come il più valido «domai ne skiable» sotto un sole mediterraneo. E la neve dà la forza di risorgere a stazioni più piccole, da Garessio a Beaulard, da Ala di Stura a Palit. In Italia esistono circa tremila impianti di risalita che occupano direttamente 12 mila persone con una forte valenza sociale, vista la difficoltà a creare nuovi posti di lavoro in montagna. E' un fatturato globale di 500 miliardi che si calcola rappresenti il dieci per cento della spesa totale di una vacanza bianca: come dire che il mondo dello sci muove un mercato di cinquemila miliardi, con esigenze e problemi troppo spesso ignorati dai politici. Impianti e tecnologìa. In Alto Adige l'hanno già detto chiaramente che almeno per decenni non si sfrutteranno nuovi bacini sciistici né si creeranno altre stazioni invernali. Altrove la posizione è meno definita, ma il buonsenso fa capire che le valli già attrezzate sono più che sufficienti per gli sciatori italiani e per i turisti stranieri. Si tratta di migliorare i servizi, principalmente la cura delle piste e il rinnovamento degli impianti di risalita per consentire un uso più appropriato (leggi meno code e più sicurezza) dei comprensori. Nel 1988 furono costruiti in Italia 77 impianti di risalita, nel 1989 la cifra scese a 48, quest'anno siamo a 37. Dei due principali costruttori italiani uno, la torinese Agudio (oltre un secolo di vita, esecutrice del primo «trenino» per Superga) è in fallimento; l'altro, la Leitner di Vipiteno, ha subito un vero terremoto azionario interno. Eppure, pur con tutti i sacrifici possibili, il restare a galla passa attraverso i rinnovamenti, le sostituzioni degli skilifts con le seggiovie, delle vecchie funivie con telecabine e DMC. Quest'anno gli impianti di innevamento programmato hanno ripreso il loro vero ruolo, integrativo e non sostitutivo delle precipitazioni naturali, ma ormai sono indispensabili, almeno sui campi scuola. Attrezzi e promozione. I giorni dei prezzi stracciati, degli sconti ad ogni costo pur di vuotare i magazzini, sembrano lontani. Il mercato dell'articolo sportivo ha ripreso a tirare pur se rimangono giacenze robuste di invenduto dall'anno scorso. E' rinato l'interesse verso il grande agonismo e in questo scorcio di stagione la possibile sfida tra Tomba, Furuseth e Girardelli per la conquista della Coppa del Mondo ha bruscamente innalzato l'«audience» tv (e sta lievitando la diatriba su diritti televisivi assurdamente bassi per trasmissioni di simile successo). I campioni tornano a far discutere, cresce l'interesse per lo sci «alternativo» come il surf (e molte stazioni ne consentono l'uso in salita sugli impianti) e il telemark. Ma la vera, positiva sterzata, lo sci italiano la potrà avere soltanto da una nuova organizzazione scolastica che liberi il sabato (come il prossimo anno succederà per i ragazzi di religione ebraica). Altrimenti la montagna resterà sempre sacrificio, levatacce, vacanze assurdamente intasate. Tutti insieme, figli di uno sci minore. Gigi Mattana Sui campi scuola di Sestriere e in tutta la Valsusa il Capodanno si annuncia come la grande festa degli sciatori

Persone citate: Agudio, Girardelli, Tomba