E' morto Leo Pardi il curioso delle vespe
E' morto Leo Pardi il curioso delle vespe A Firenze, portò in Italia la moderna etologia morto Leo Pardi il curioso delle vespe Un male incurabile ha ucciso all'età di 75 anni, nella sua casa di Firenze, Leo Pardi, uno dei più grandi etologi italiani. All'inizio degli Anni Quaranta Leo Pardi era un giovane ed oscuro docente di zoologia che aveva deciso di muoversi controcorrente. Nonostante i consigli di cattedratici esperti nell'arte di far carriera, egli interruppe le sue ricerche in un campo tradizionale, la citologia, e si dedicò all'osservazione del comportamento delle vespe cartonaie. Lo conobbi quando lavorava solitario su una terrazza del vecchio istituto di zoologia dell'Università di Pisa, abbronzato dal sole estivo, nervoso e irascibile come le sue vespe. I mezzi per la ricerca erano allora inesistenti, ma un etologo di razza può svelare i segreti del comportamento animale anche se dispone solo di un bloc notes, di una lente d'ingrandimento e di un po' di colori per contrassegnare i suoi animali. Con questi mezzi Pardi fece la sua prima scoperta, che avrebbe segnato, insieme al suo destino di studioso, l'inizio della moderna ricerca etologica in Italia. Egli vide che tra le vespe che si associano per costruire il nido ed allevare una nuova generazione si stabilisce una gerarchia che determina precisi moli nella riproduzione, nella divisione del lavoro, nell'accesso alle risorse alimentari. L'importanza della scoperta ( stava nel fatto che una organizzazione sociale basata su una gerarchia lineare non era limitata alle vespe cartonaie, ma, come si dimostrò in seguito, stava alla base dell'organizzazione di molte società animali. Inoltre, e lo vide Pardi stesso, i fenomeni di comportamento che aveva osservato erano correlati ad eventi fisiologici di primaria importanza quali l'attività endocrina e lo sviluppo degli ovari delle femmine. Pochi anni più tardi Pardi fece una seconda, bellissima scoperta. Osservò che certi gamberetti che saltellano sulla battigia degli arenili, si muovevano per la via più breve tra sabbia umida e entroterra o viceversa, era l'osservazione che portò al¬ l'individuazione di sofisticati meccanismi di orientamento solare e lunare, regolati da complicati orologi biologici con molte interessanti implicazioni in campo fisiologico, eto-ecologico e genetico-evoluzionistico. Nonostante lo scarso interesse per l'etologia da parte dei biologi che dominavano la scena universitaria italiana, Pardi nel 1951 ottenne una cattedra di zoologia (prima fu a Torino, poi a Firenze) e da allora potè animare la ricerca zoologiconaturalistica con nuove idee, giovani allievi, importanti iniziative culturali. Ora che si è spento nella sua villa fuori Firenze, si può vedere quanto sia stata feconda la sua opera. I filoni aperti con le scoperte degli Anni Quaranta e Cinquanta non hanno cessato di fruttare ed oggi le ricerche sugli insetti sociali e sull'orientamento animale rappresentano buona parte degli interessi scientifici degli etologi italiani. Pardi è stato anche un formidabile organizzatore ed il centro per lo studio della faunistica ed ecologia tropicali del Cnr, dove l'etologia si affianca all'ecologia e alla sistematica, è una delle sue creature più vitali. Se le fatiche iniziali furono poco gratificanti non sono alla fine mancati i riconoscimenti all'opera di Pardi, che è senza dubbio una delle più belle figure della biologia italiana di questo secolo. L'Accademia dei Lincei lo ha voluto tra i suoi soci nazionali, il prestigioso premio Balzan per l'etologia gli è stato conferito nel 1989. Modernissimo precursore in campo scientifico, Pardi era, per altri aspetti, un professore all'antica. Didatta brillante e conversatore affascinante, era poco incline a rivolgersi ai media e leggermente allergico ai congressi. Non era perciò conosciuto al grande pubblico, ma era amato da studenti ed allievi. Nei periodi più vivaci della contestazione, quest'uomo sensibile a tutti i fenomeni sociali, capì sempre cosa stava accadendo, ma non modificò mai la sua linea di condotta. Fu tra i pochi docenti che non ebbero contestazioni e riuscì sempre, in aula e in laboratorio, a comunicare la sua fede nel metodo scientifico e nelle sorti della scienza. Floriano Papi Presidente della società italiana di etologia Ordinario di etologia all'Università di Pisa Leo Pardi scoprì come la gerarchia nel mondo delle vespe stava alla base di molte società animali. Ancora oggi i suoi filoni di ricerca sono seguiti dai maggiori etologi italiani
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