Il Grande Fratello, spia aziendale di Francesco Manacorda

Il Grande Fratello, spia aziendale Trecento cause anche in Italia, lo Statuto dei lavoratori vieta ogni verifica a distanza Il Grande Fratello, spia aziendale Rivolta negli Usa: computer controlla gli impiegati MILANO DAL NOSTRO INVIATO Il Grande Fratello è tra noi. Anzi tra loro. Loro sono gli impiegati del colosso dei cieli americano Twa, che da qualche settimana sono scesi sul sentiero di guerra contro i «cani da guardia» elettronici adottati dall'azienda. Gli addetti alle prenotazioni, che lavorano con il telefono incollato all'orecchio e gli occhi fissi sul terminale di un computer, hanno scoperto che attraverso questi strumenti l'azienda controlla il numero di chiamate a cui rispondono ogni giorno e sulla base dei risultati dispensa premi e punizioni. Un bel voto e un'ora settimanale di permesso retribuito a chi supera i ritmi normali, una trattenuta sullo stipendio per chi è lento a rispondere. Per i recidivi la prospettiva del licenziamento. Negli Stati Uniti il fenomeno è ormai di massa. Non sono solo gli impiegati delle linee aeree a essere sottoposti al controllo delle stesse macchine che utilizzano per lavorare. Gli addetti alle informazioni delle, società telefoniche, ad esempio, hanno 25 secondi per trovare il numero richiesto dall'utente e se superano questo tempo massimo il computer collegato al loro telefono prende nota del ritardo. Allo stesso modo, in molti supermercati americani un elaboratore controlla la velocità con cui le cassiere fanno passare la merce dalla loro postazione. L'ultima ricerca in questo campo risale a tre anni fa, quando una commissione parlamentare calcolò che tra i sei e i dieci milioni di americani venivano controllati sul proprio posto di lavoro con l'ausilio di mezzi elettronici. Oggi si ritiene che siano il doppio. E come è la situazione in Italia? «Da noi la situazione è diversa perché l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori proibisce il controllo a distanza, ma il problema esiste ugualmente», dice Mario Fezzi, un avvo¬ cato milanese che ha difeso gli interessi dei sindacati in numerose cause di lavoro contro le aziende che utilizzavano dei controlli elettronici sui loro dipendenti. L'articolo 4 dello Statuto stabilisce infatti che siano vietati i controlli a distanza e che anche l'utilizzo di quelle apparecchiature che potrebbero permettere il coni.ro]lo a distanza - ad esempio i computer - debba essere concordato dalle imprese con la rappresentanza sindacale aziendale. Nonostante questo, negli ultimi anni nel nostro Paese ci sono state circa trecento cause su questo problema. Si va dal- l'utilizzo di centraline elettroniche che permettono di registrare la provenienza, la durata della telefonata e il numero chiamato, all'introduzione in azienda dei tesserini magnetici da utilizzare per accedere ad alcune aree. Il caso dell'Ibm Italia, in cui la Federazione dei lavoratori metalmeccanici ha portato l'azienda davanti al pretore, è uno dei più emblematici. «Nel caso della Ibm - racconta ancora Fezzi - su quasi tutti i computer utilizzati in azienda era installato un programma, il cosiddetto "service level report", che serviva per analizzare e ottimizzare i flussi di lavoro, ma che in pratica controllava l'operato di ogni singolo dipendente». Così i sindacati hanno fatto causa all'azienda e il pretore gli ha dato ragione, anche se l'Ibm non è stata condannata perché mancava l'elemento del dolo. La soluzione, studiata in seguito dalla Ibm assieme ai sindacati per evitare il controllo individuale degli impiegati, è stato il cosiddetto «codice di gruppo». «Adesso gli utenti dei computer non hanno più un codice individuale che permette loro di iniziare il lavoro, ma piccoli gruppi di almeno cinque persone dividono la stessa chiave di accesso». Così il «codice di gruppo» è diventato uno degli strumenti più diffusi per evitare il controllo a distanza senza limitare per questo l'utilizzo dell'informatica nelle aziende. «Certo questa è una difesa minimale, che comporta anche dei problemi - riconosce Fezzi ad esempio è impossibile risalire esattamente a chi ha commesso un eventuale illecito o scoprire chi è intervenuto nel lavoro di un collega». «L'unica soluzione - dice Fezzi - sarebbe inserire nel sistema informatico una sorta di "frullatore" che renda impossibile risalire all'utilizzatore di ogni terminale se non in casi di particolare gravità e con l'intervento congiunto dell'azienda e dei sindacati». Francesco Manacorda

Persone citate: Fezzi, Mario Fezzi

Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti, Usa