«Venga Rushdie in Iran così lo giastizieremo»

«Venga Rushdie in Iran così lo giustizieremo» La conversione all'Islam non smuove Teheran «Venga Rushdie in Iran così lo giustizieremo» TEHERAN. Anche se si è convertito all'Islam professandosi seguace di Maometto, Salman Rushdie non può sperare di sfuggire al verdetto di morte pronunciato contro di lui dall'ayatollah Khomeini: lo scrive il giornale iraniano Jomhuri Islami, che accoglie compiaciuto il proposito dell'autore di «I versi satanici» di visitare il mondo islamico per discutere del suo romanzo perché la cosa «faciliterà l'esecuzione». L'articolo giunge dopo l'annuncio che lunedì scorso Rushdie ha abbracciato la fede islamica in una cerimonia svoltasi a Londra in presenza del ministro del culto egiziano e dei massimi teologi musulmani del Cairo. Nel contempo in articoli e interviste il romanziere, costretto da quasi due anni a nascondersi per sfuggire alla condanna khomeinista, ha «abiurato» agli apprezzamenti «blasfemi» su Maometto che ha messo in bocca ad alcuni personaggi di «I versi satanici» e si è impegnato a non permetterne la pubblicazione in formato tascabile e nemmeno nuove traduzioni. Già venerdì scorso l'ayatollah Khamcnei, successore di Khomeini a capo spirituale dell'Iran, aveva dichiarato irreversibile il verdetto di morte anche se Rushdie «fosse diventato il musulmano più pio dei nostri tempi». Rushdie ha auspicato, dopo la sua conversione, di potere parlare «da musulmano a musulmano» con i suoi nemici e «allargare il processo di riconciliazione». Jomhuri Islami rifiuta ogni prospettiva del geneie. «E' da pazzi sperare che questi incontri possano modificare il verdetto di Allah. L'editto dell'onnipotente non può essere revocato e deve essere eseguito ad ogni costo». lAgi]

Persone citate: Islami, Khomeini, Rushdie, Salman Rushdie

Luoghi citati: Iran, Londra, Teheran