Ligabue esploratore dei Maya

Bufalino la scelta del silenzio Bufalino la scelta del silenzio Ligabue esploratore dei Maya Casaroli al centro dell'Europa Alba Panetti le manca solo il gol Schillaci un anno che vale 10 Giancarlo Ligabue, titolare di una grande impresa di navigazione, ha tratto dalle attività che lo portano in tutto il mondo lo stimolo a indagare il passato delle più remote civiltà. Attraverso un apposito Centro Studi Ricerche, con la collaborazione di insigni scienziati, ha effettuato missioni dall'Asia all'Africa e all'America, ponendo in luce luoghi e popoli scomparsi, nonché genti attuali finora ignote che ne continuano la cultura. Particolare importanza hanno le ricerche sulla diffusione dei dinosauri e sulle culture precolombiane dell'America meridionale. Ha acquisito così il duplice merito di aprire la nostra scienza agli orizzonti più remoti e di avviare in Italia una nuova disciplina già altrove fiorente, l'etnoarcheologia. Sul palcoscenico dell'attualità è stato forse il più modesto, buono e fedele servitore il card. Casaroli, che ha lasciato il posto di Segretario di Stato. Architetto della Ostpolitik vaticana, ha diretto la strategia della presenza nell'universo comunista, dove i credenti avevano provato solo clandestinità contro le persecuzioni. Nella disgregazione dell'impero rosso ha contribuito a rimettere al loro posto i testimoni del messaggio della spiritualità, eredità comune a tutta l'Europa. La sua semplicità non deve far dimenticare che ha dato l'esempio più perfetto del potere della diplomazia silenziosa e ostinata. La storia dirà che Casaroli ha avuto una parte determinante nei recenti sconvolgimenti dell'Europa. Mi tengo deliberatamente all'orto piccolo della letteratura italiana e scelgo un non-personaggio esemplare, Gesualdo Bufalino. Ha fatto avere agli amici un libro stampato privatamente in cento copie. Non una plaquette, ma un libro compiuto di cui molti andrebbero fieri. Lì, confessa un poco se stesso e racconta, tra infanzia e vecchiaia, «la commovente carriera dell'uomo». Bufalino è arrivato tardi alla pubblicazione e alla celebrità dopo una vita di silenzio. Ma già sente la tentazione di ritrarsi nell'antica tana. Mi sembra che il suo «samizdat sotterraneo» sia una aristocratica protesta contro la chiacchiera onnipotente, contro la parola mentita e sprecata. Ma anche un gesto di ammirevole, cosmica ironia. Sabatino Moscati Jacques Nobécourt Lorenzo Mondo pera pestelli quinzio Con Alba Parietti il calcio è diventato donna. Per chi, come me, fino a ieri non sapeva distinguere la maglia del Milan da quella del Cagliari, la scoperta dell'Alba ha costretto ad impossessarsi delle regole del football, a seguire le domeniche sportive, i lunedì biscardici, le chiose di Brera e l'epica rombante di Vladimiro Caminiti. La Parietti mi ha costretto a recuperare anni di calcio trascurato, nomi mai fonati, da Omar Sivori a Romeo Paparesta, da Gianni Rivera a Diego Maradona. Perché di fronte a lei bisogna sapere, altrimenti è rubarle quella bellezza morsicante e spavalda. Da lei mi aspetto un passo in più, con quelle gambe gazzellose, spavalde e luccicanti: entri in campo e giochi. Totò Schillaci, perché in un anno ha vissuto quanto altri personaggi in cinque, dieci, e come tanti non vivono in tutta la vita. Ha conosciuto la gloria massima e insieme la più effimera, in azzurro è stato stra-amato dall'Italia unita e in bianconero è stato insultato da tutti quelli non tifosi della Juventus. E' stato assalito dalla retorica, l'ha dribblata quasi sempre. Ha lavorato bene al Nord come tanti del Sud, però nel lavoro più strano che ci sia, quello di fare gol. Ha fatto anche in televisione uno strip-tease d'anima, ha bucato lo schermo con il laser dei suoi occhi spiritati. E' invecchiato in un anno di dieci, facendo intanto tornare bambini tanti italiani. Nico Orengo Gian Paolo Ormezzano recanatesi regge