Matthaeus vuole tutto

Matthaeus vuole tutto La conquista del Pallone d'oro non inorgoglisce l'asso tedesco dell'Inter, ma neppure lo appaga Matthaeus vuole tutto Battiamo la Sampdoria, poi vinciamo scudetto e Coppa Uefa APPIANO DAL NOSTRO INVIATO Malgrado l'abbiano ricoperto d'oro, Lothar Matthaeus scende dal piedestallo della gloria calcistica e sembra riuscirci senza alcuna difficoltà. Soltanto ad un tedesco «doc» e un po' speciale come lui è possibile passare dallo splendore di Parigi alle nevi di Kitzbùhel (dove ha incontrato Beckenbauer direttore sportivo dell'Olympique Marsiglia, ma non hanno parlato di Milan e di Coppe), quindi alla quiete della Pinetina dove è tornato ad indossare la divisa da calciatore, quella da fatica degli allenamenti. E fra compagni che gli hanno fatto festa, Matthaeus ha ammesso di avere scritto la sua letterina natalizia pur non promettendo a Gesù Bambino di fare il bravo in campo. Ha spiegato: «Non ho fatto promesse, la lettera me la sono scritta personalmente precisando due traguardi immediati: lo scudetto e la Coppa Uefa. Anche perché un calciatore viene ricordato per gli scudetti o le manifestazioni che vince. Non certo per un Pallone d'oro, per quanto sia un riconoscimento prestigioso». Sempre pratico e realista il fuoriclasse dell'Inter, davvero diverso da molti stranieri nel suo rapporto con l'esterno. E pensare che quando arrivò in Italia gli habitués della Pineti- na fecero una diagnosi sbagliata: gran sviolinatore, dissero e scrissero, un altro tedesco come Haller. Macché, tutto il contrario, anche se Lothar è la gentilezza in persona. E' davvero un «crucco» fuori dell'ordinario, esemplare e corretto in campo e fuori dal campo. Tanto è vero che considera la sincerità la sua dote maggiore e l'eccesso di fiducia che ripone nel prossimo quella peggiore. «Però sono fatto così, io mi fido della gente, credo nella gente». Oltre al calcio ama il tennis, considera la Ferrari la migliore auto del mondo pur se viaggia in Mercedes. Vorrebbe la pace nel mondo. Che gli italiani imparassero ad essere puntuali e meno inquinanti. Insomma, Matthaeus è un tipo d'uomo che sembra uscito dalle pagine de «La storia infinita», scritta, non è una coincidenza, da un suo connazionale. Ha già dedicato il Pallone d'oro al presidente Pellegrini, a Trapattoni ed i suoi compagni interisti «perché è grazie a loro che sono arrivato ad essere il Matthaeus attuale, più maturo, più convinto delle proprie possibilità rispetto a quello prima maniera». «E devo dire grazie - precisa anche a Beckenbauer e alla Germania campione del mondo se sono arrivato a questo premio quale migliore calciatore dell'anno. Anche Totò Schillaci meritava di vincere e la conferma viene dai punti che ha raccolto. Se l'Italia si fosse imposta nella finale del Mondiale, sicuramente il trofeo sarebbe andato al bianconero. Io ho disputato una buona stagione, ho giocato bene anche prima e dopo il Mondiale e credo che questo abbia convinto buona parte della giuria. Sono stato più costante anche se ho constatato ancora una volta di non avere amici in Olanda: l'unico giornalista che mi ha ignorato è stato un connazionale di Gullit». Intanto ha già ordinato ad un orefice 18 palloncini d'oro da regalare al più presto ai compagni di squadra. Quindi il 24 marzo, quando riceverà sul prato di San Siro il premio francese (prima di Inter-Milan) li inviterà tutti a cena dove si permetterà, e offrirà, il suo piatto preferito: coniglio in umido, con qualche bicchiere di vino che ormai gli piace come la birra. Il suo futuro sembra già scritto: ha un contratto con l'Inter valido sino al '93 «ma mi piacerebbe rimanere per altre due stagioni in nerazzurro come libero». Poi, confida, farà l'arredatore. «Adesso - continua - le feste sono passate, è il momento di tornare alla realtà. Ci attende la Sampdoria, una delle migliori squadre d'Europa e noi dovremo affrontarla con lo stesso impegno mentale ed agonistico espresso contro Aston Villa e Partizan nonché in campionato. Se andiamo a Marassi per pareggiare, siamo fritti. Dopo una settimana di riposo, possiamo soltanto migliore anche perché avremo un Brehme in più anche se mancheranno ancora Ferri e Battistini». Proprio Brehme si aggiunge al gruppo ricordando come avesse raggiunto l'accordo con la Sampdoria: «Venne da me il signor Borea ed io fui felicissimo di concludere la trattativa con la società di Genova. Rimandammo però la firma del contratto, cosicché quando un'ora dopo telefonò Matthaeus dicendomi che sarei andato con lui a Milano, accettai subito. Poi mi chiamò Giuliani, dicendo che la Sampdoria aveva dato via libera all'Inter...». Nel momento felice nerazzurro, qualche nota negativa. Ferri rischia una lunga assenza: ora i medici parlano di interessamento ai legamenti del ginocchio destro. Battistini ha registrato una ricaduta. Tutto okay per Brehme oggi in campo a Legnano nell'amichevole organizzata per il suo test. Ai terreni della riviera, Trapattoni preferisce quelli gelati della Lombardia anche se a Legnano, alcuni anni fa verso Capodanno, si infortunò Altobelli causa il campo gelato. Giorgio Gandolf i Lothar Matthaeus è tornato ad allenarsi con l'Inter dopo aver festeggiato a Parigi e a Kitzbuehel la conquista del Pallone d'Oro: «Quello che conta davvero - ha detto - è vincere lo scudetto». Il nerazzurro si prepara intensamente alla sfida contro la Sampdoria: « Dovremo giocare con grande impegno»