DAL GIOCO AL GIOGO CON BARTEZZAGHI di Stefano Bartezzaghi

DAL GIOCO AL GIOGO CON BARTEZZAGHI DAL GIOCO AL GIOGO CON BARTEZZAGHI VASCO Doriano (Milano) mi dice: «Insomma, Bartezzaghi, perché indugia ancora? Mezzo mondo sta aspettando le nuove puntate sullo schedario dei cambi di lettera!». «Mezzo mondo» mi sembra espressione un po' enfatica: ma in effetti di lettori che, come il signor Doriano, stanno aspettando di vedere ii proprio nome in questa rubrica ormai ce ne sono parecchi. Nell'ultimomese i partecipanti al gioco dei cambi di lettera con opposizione sono saliti a quota sessanta (ivi escluso me stesso: e considerando come singoli partecipanti le coppie che mi hanno scritto lettere unificate, come Marco e Paola Bontempi Chelazzi, da Vicchio, Firenze). Non altrettanto esponenziale è l'aumento delle schede riempite: a fine ottobre erano centoventi su duecentodieci (come dire i quattro settimi); adesso (inizio dicembre) sono centoquarantacinque (come dire poco meno dei cinque settimi). Sto facendo i conti della serva: li sto facendo per voi. Di schede ne mancano sessantacinque! Vogliamo farla finita o no? Per spiegarci meglio, le vostre lettere, dopo essere raggruppate in grandi buste, in redazione, vengono da me aperte, secondo un rigido cerimoniale, una volta alla settimana. Leggo tutto e tutto conservo. Non schedo tutto per-:hé non tutti i cambi vanno bene. Segno a parte i nomi di tutti i mittenti, completi di città e provincia di provenienza: e poi, una volta al mese, faccio i conti. Così vi so dare le frazioni, o le percentuali (fine ottobre: erano compilate il 57% circa delle schede; oggi siamo al 69%). Se lo stesso cambio mi viene mandato contemporaneamente da più lettori, segno tutti i nomi; se altri se ne aggiungono dopo (anche se il cambio non è stato pubblicato), non segno i nuovi nomi, ma aggiungo la sigla et al, come nei libri miscellanei. Dico queste cose perché nessuno ci resti male, se non si vede citato: significa solo che è arrivato tardi. Così il già citato Vasco Doriano lo trovo nella scheda d-p con Dio/Pio (la spiegazione oppositiva è di ordine teologico) e alla scheda f-r con Fava/Rava («le vecchiette... mi tengono al corrente, mi raccontano la rava e la fava»; questo è il grande Primo Levi del Sistema periodico). Altre rave e fave, altri dii e pii non li schedo più; aggiungo et al. e passo ad altro. Conoscete la parola vapido? La conosce Giuliano Giunchi (Milano) e significherebbe qualcosa che, sul piano alimentargustativo, va dall'insipido allo schifoso. Bene fa Giunchi a opporre Sapido a Vapido. I cambi con la v sono tra i più dificili. Accetto dunque di buon grado la proposta di Gigi Scarpa (Aixen-Provence, Francia): Aita/Vita (chiede aita solo chi rischia la vita, più o meno), anche se nella stessa scheda trovo un bel sAettare/sVettare di Marco Morello (Castiglione, To). «Che UBito fé UCito in sua legge...»: è la Semiramis dantesca (Inf. V-56), e la citazione è colta da Pino Corea (Roma). Sto seguendo l'ordine alfabetico: e trovo a b-g una coabitazione di Silvia Bono (Torino), Enrico Merlini (Casale Monferrato, Al), e tali Priamo & Ettore, non meglio identificabili, sull'esempio Balera/Galera, che mi pare ottimo. Segnale poi di corsa il bell'inalBerato/inalTerato di Carmelo Filocamo (Locri, Re), e un Bestiario/Vestiario di Raffaele Porro (Torino): sarà poco oppositivo, ma a me piace. A banCa/banDa ci ha pensato per primo Andrea Gennaro (Torino): ugualmente lineare è Comandare/Domandare opposti da Marco e Paola Bontempi Chelazzi (Vicchio, Firenze). E' strano che nessuno ci fosse arrivato prima, come è strano che all'improvviso mi siano arrivate cinque lettere contenenti l'esempio gioCo/gioGo; ne sono autori Bono, Bontempi Chelazzi, Francesco Carrelli (Bisceglie, Bari), Siro Stramaccia (Baveno, No), Gennaro. Fabrizio Fabrizi (Roma) è stato il primo autore di luCido/luRido (altri sono seguiti), a cui poi ha aggiunto, contemporaneamente a Bono, Lucido/Sucido. Io metto vicino a questi anche il Livido/Vivido di Bono, Paolo Fai (Solarino, Sr) e Giulio Rutello (Ciriè, To). La stessa Bono, che è entrata in gioco tardi ma con molti e notevoli esempi, propone Dritto/Fritto (entrambi in senso gergale). Per quantità la batte di gran lunga il già citato Filocamo (come qualità invece è alta in entrambi i casi), di cui voglio ricordare un imprevedibile Bush/Busi (nel senso di George e Aldo) e un elegante annoDarsi/annoiarsi (interpreterei «annodarsi» nel senso di «essere legato»). Questo gioco ci annoda o ci annoia? E le Doglie della Moglie possono togliere le Voglie! (se lo chiede Daniele Carli, Brandizzo, To). E la Fattura mette o toglie la Iattura! (Stramaccia). Non so se il vostro interesse per i cambi sta per Germinare o per Terminare (Paolo Panizza, Firenze). Voglio ricordarvi che per il gentile signor Doriano c'è «mezzo mondo» che si aspetta da noi grandi cose. Voglio ricordarvi che le schede ancora vergini sono i due settimi del totaie, come dire il trentuno per cento, come dire sessantacinque in tutto. Alcune sono temibili (la più temibile in assoluto: h-q). Altre no [m-z, per esempio). Fatevi sotto e diamoci dentro. Volete forse iniziare l'anno nuovo in questo stato? , Scrivete a Tuttolibri, redazione Giochi, via Marenco 32 10126 Torino. Stefano Bartezzaghi