ANTICHI SAPORI Arriva una tavolozza di piatti piemontesi di S. Do.
ANTICHI SAPORI GASTRONOMIA ANTICHI SAPORI Arriva una tavolozza di piatti piemontesi LA cucina regionale conosce un periodo di rivalutazione, quasi di trionfo. Ormai dimenticata — quasi dappertutto — la «nouvelle cuisine» di importazione francese e le sue imitazioni all'italiana, disdegnando i piatti anonimi o qualsiasi, si va sempre più in cerca delle buone vecchie ricette della tradizione. Cogliendo il momento favorevole, ventisei grandi e piccoli ristoranti piemontesi (a Torino, in regione, ma uno — il «Barbetta» di Laura Maioglio a New York — addirittura al di là dell'oceano), si sono uniti in una sorta di associazione amicale all'insegna della «Tavolozza gastronomica». L'idea è venuta da Claudia Ferraresi, pittrice, scrittrice, ma anche produttrice di vino in quel di La Morra, che ha immaginato appunto una tavolozza sulla quale sono adagiati — come gamma di gusti, di colori, di prodotti tipici regionali, ai quali attingere per formare un quadro gastronomico caratteristico — alcuni piatti della tradizione. In altre parole — in quest'autunno, che è la stagione più ricca della cucina piemontese — i ventisei ristoranti hanno inserito nel loro menù questo singolare, eccezionale «assaggio della cucina locale». E propongono ai clienti un piatto su cui poggia una «tavolozza» a base di farina di mais (il cibo più semplice: un tempo il più povero) sulla quale sono disposti intingoli, cucchiaiate di ghiotti manicaretti tipici, oppure formaggi nostrani, o anche dolci antichi. Ogni cuoco ha inventato una propria «Tavolozza», attingendo alla esperienza, ai prodotti della sua terra, alle consuetudini del passato. C'è così — secondo i ristoranti — la «tavolozza» degli antipasti con un assortimento che va dalla «Bagna del pover'uomo» ai peperoni con «bagna caoda», alla Tartrà 0 allo sformatino di verdure; c'è la «tavolozza» dei piatti di resistenza, con lo stinco al Barolo, il fagiano in salmi, il cervo, ln. salcicce, la fonduta con tartufi, le lumache; ma anche quella di pesce (naturalmente con i pesci abituali della nostra cucina: merluzzo, trota, anguille, carpe, tinche...). E ci sono invitanti «tavolozze» che offrono una panoplia di formaggi tipici, oppure assaggi di dolci antichi. E' una sorpresa; è un modo per conoscere e assaggiare in una sola portata, una serie di ricette e prodotti che rappresentano un pezzetto della storia gastronomica di questa terra. Tutti i particolari sono stati curati e rispondono al principio di valorizzare il nostro ieri: è così stato creato un apposito, splendido sottopiatto, realizzato su disegno della Ferraresi dalle antiche manifatture di ceramica di Mondovì, mentre la farina di mais è di qualità rara, macinata ancora a pietra dai mulini di Sobrino Giovine; tutti 1 prodotti utilizzati sono genuini e coltivati, allevati o raccolti «in loco». L'iniziativa della «Tavolozza» ha naturalmente il patrocinio dell'Assessorato al Turismo della Regione, l'appoggio della Confesercenti di Torino e provincia, il sostegno delle varie Apt e il decisivo appoggio finanziario della Toro Assicurazioni e della Cassa di Risparmio di Torino. [s. do.]
Persone citate: Claudia Ferraresi, Laura Maioglio, Sobrino Giovine
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