La Stefano Tempia apre il 26 celebrando il musicista di 1. O.

DEDICATO A MOZART STAGIONI DEDICATO A MOZART La Stefano Tempia apre il 26 celebrando il musicista LE celebrazioni mozartiane non potevano lasciare indifferente l'Associazione Musicale Stefano Tempia, che inaugura lunedì 26 alle 21,15 (Auditorium Rai) la stagione. Per l'occasione sono state scelte due composizioni che risalgono al 1778-1779, cioè all'epoca del viaggio a Parigi contrassegnato dalla morte della madre e del ritorno a Salisburgo. Per prima verrà presentata la «Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore», designata nell'appendice del catalogo Koechel con il numero 9 (solisti: Bruno Oddenino oboe, Luigi Picatto clarinetto, Gianpiero Ganau fagotto, Mary Knepper corno). L'opera, pur mostrando evidenti derivazioni dal concerto grosso tedesco per fiati, indulge al gusto parigino soprattutto nella discrezione dell'orchestra nel primo movimento rispet* ^ ai «soli» e, nel terzo movimento, nelle variazioni il cui tema, scrive Hermann Abert, «presentato dai solisti e accompagnato dal "tutti" quasi come un pizzicato di chitarra, rivela chiaramente l'influsso dell'opera comique». Soltanto a un anno dopo, e precisamente al 23 marzo 1779, risale la «prima» della «Messa in do maggiore K. 317» detta «iell'Incoronazione». Il nome di fantasia viene all'opera dal fatto di essere stata composta in ricordo dell'incoronazione, avvenuta nel 1774, dell'effigie miracolosa di «Maria am Plain». La Messa rientra fra i lavori creati per la Corte arcivescovile di Salisburgo poco prima della clamorosa rottura, come pure quella dell'anno successivo (K. 337). Con il Coro istruito da Ettore Moscatelli e l'Orchestra dell'Accademia, sotto la direzione di Alberto Peyretti, canteranno Bruni Ulonska, Teresa Rocchino, Angelo Degl'Innocenti e Bruno Balmelli; organista Guido Donati. Anche qui, sottolinea Abert, si notano chiare tracce dell'esperienza parigina oltre che di quella di Mannheim. Tra le due grandi pagine sarà anche eseguito il breve ma sublime «Ave verum corpus». La stagione della «Stefano Tempia» si articolerà in 12 concerti fino a giugno. Il 4 dicembre ci sarà un omaggio a Sandro Fuga, esponente della scuola di composizione torinese e già direttore del Conservatorio, con la presentazione di sue musiche cameristiche in prima assoluta. L' 11 dicembre terrà un recital il soprano Antonella Banaudi. Il 18 gennaio la Philarmonisches Kammerorchester di Amburgo eseguirà pagine di Haydn, Mendelssohn, Ciaikovskij. Il 4 febbraio, sotto la direzione di Giorgio Ferrari, Orchestra e Coro della «Tempia» presenteranno musiche di Bach e Vivaldi, mentre il 19 febbraio i Vocalisti di Teresio Colombotto apriranno le finestre su un panorama polifonico dell'Ottocento e del Novecento. Successivamente si terranno concerti dedicati al «Flauto nella corte di Federico il grande di Prussia» con Mario Ancillotti e il clavicembalista Edoardo Farina, e alla «Liturgia del Venerdì Santo» con i «Responsori» di Marco Antonio Ingegneri. Dopo una parentesi di canti tradizionali alpini eseguiti dal Coro SAT, si tornerà a Mozart e alle sue composizioni corali profane, eseguite dagli allievi del corso di orientamento dell'Accademia. Il violoncellista Franco Maggio Ormezowsky presenterà poi alcune belle pagine di Locatelli, Schubert e Stravinskij. Chiusura tra le più invitanti, il 3 giugno, con l'esecuzione in forma oratoriale dell'opera «Porgy and Bess» di Gershwin diretta da Ettore Moscatelli. [1. o.]

Luoghi citati: Amburgo, Mannheim, Parigi, Prussia, Salisburgo