SUL PALCO DI MONTRESOR SCENOGRAFO FIABESCO

SUL PALCO DI MONTRESOR SCENOGRAFO FIABESCO SUL PALCO DI MONTRESOR SCENOGRAFO FIABESCO BENI Montresor, dal nome favolistico come favolose sono le sue immagini, è oggi uno dei più apprezzati scenografi d'opere, specialmente negli Stati Uniti. L'Italia, dove è nato durante l'ultima guerra, in un paese della provincia veronese, da un padre falegname severissimo e incomprensivo come la madre, è stata ingenerosa con lui, almeno agli inizi della carriera. Il libro-catalogo, La magia di Montresor (Edizioni Novecento, pp. 190, sip), uscito in occasione di una mostra che si è conclusa a Verona lo scorso settembre, sembra voler fare così le sue scuse, presentando parte della sterminata produzione di costumi, scene, immagini per l'infanzia, direttamente, senza introduzioni dotte, con un semplice omaggio scritto dall'ami¬ co musicista Alan Rich, e con un lungo intervento di Montresor stesso che tenta una difficile autobiografia. Nel raccontarsi, Montresor ricorda gli inizi quasi leggendari, la partenza dal paesello per Venezia, poi Roma e quindi l'avventura americana, che continua ancora oggi, con un viaggio in nave per andare a cercare a New York il Metropolitan e Broadway, «due luoghi che non sapevo bene cosa significassero ma anche nella mia fantasia avevano echi mistici». «Montresor, aspetto aristocratico, fattezze alla Bronzino, incantava ovunque andasse», sono le parole di Alan Rich per definire questo personaggio dal talento unico nel «tradurre la grande musica in scene e colori di inquietante giustezza». Le sue scene opulente, spiritose, irreali, vagamente decadenti, per la Cenerentola, Il flauto magico, Salomè, l'Alcina di Hàndel, sono un misto di favolistico e di esotico ricordando un po' i giochi di Lele Luzzati, sono soprattutto caratterizzate da una fantasia sfrenata che accosta materiali e colori in modo inusuale, privilegiando ori, specchi, tinte forti e vibranti. Montresor ha illustrato anche storie per l'infanzia (uscite solo negli Stati Uniti e in Inghilterra): ci sono mostri che rincorrono bambini, elefanti blu, leoni verdi con delle maschere nere sugli occhi, descrivono visivamente e con un certo coraggio le paure dei bambini. Forse è per questo che da noi non hanno ancora trovato un editore, si continua a pensare di non poter parlare di paura ai bambini che continueranno a «rifugiarsi davanti alla televisione, ad ingoiare voracemente sciocchezze, superficialità, plastica». Maria Laura Della Croce

Persone citate: Alan Rich, Lele Luzzati, Maria Laura Della Croce, Montresor, Salomè

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, New York, Roma, Stati Uniti, Venezia, Verona