FRAGORE DI FRAGOLE

FRAGORE DI FRAGOLE FRAGORE DI FRAGOLE Giochiamo con i lettori ai cambi di lettera Chi langue non ha sangue, ma chi lega non sega ARDUA la pubblicazione dei cambi di lettera con opposizione! Gli esempi sono tanti: vanno selezionati, attribuiti ai loro autori, commentati (se no non si capiscono). Vanno arginati e incanalati. Pubblicarli tutti lo si potrebbe solo in un libro. Bene, possiamo scuoterci da questo onirico torpore, e ritornare alle nostre incombenze. Per questa puntata avrei pensato di non dare più la solita infornata di esempi, scelti un po' qui e un po' là, ma, per cambiare, di documentare lo stato di un'intera lettera dello schedario. E ho scelto la lettera l. La lettera l contiene undici schede (per la nota proprietà «a scalare» dello schedario): l-m, l-n, l-o... l-z. Si inizia subito con un caso-limite che è un cambio in lingua inglese: calL (grido)/ca/M (calma) (di Paolo Beneforti, Pistoia). Nella stessa scheda l-m trovo un ottimo Litigare/Mitigare (di Giuseppe Catalano, Roma). Lo spostamento di accento fa segnare con «!» l'esempio asiLo/asiNo (Carla Zeno Duca, Trecate, No): che però è dubbiamente oppositivo (in effetti, si può dire che nessun bambino viene tacciato di asineria sin dall'asilo infantile; la meritocrazia pedagogica su base zoomorfa parte dalle elementari. E' un po' forzato). A l-n anche un poetico Lembo/Nembo (Sergio Innocenti, Torino): lembo di cielo contro nembo-nuvola. La scheda l-o è tristemente vuota. A l-p troviamo invece un buon numero di autori radunati sotto l'esempio classico Latente/Patente, classicamente superbo (applausi a Francesco Cornerei, Firenze; Attilio Chiodo, Sanremo, Im; Michele Francipane, Milano; Pietro Usai, San Gavino, Ca; Adolfo Zanellati, Ravenna). La scheda l-q è tristemente vuota. La scheda l-r propone il maggior numero di esempi, nell'ambito di questa lettera. Oltre al già visto incLinarsi/incRinarsi, troviamo qui Carmelo Filocamo (Locri, Re) che oppone dantescamente il veLo al veRo («sotto il velame de li versi strani»); e poi Paolo Fai (Solarino, Sr) che oppone al coLto il coRto (di cervello), e la Lex al Rex. Molto opportunamente oppositivo il passaggio di Giuseppe Varaldo (Imperia), de l'esercito in Lotta a quello in Rotta. Mentre due esempi di Fulvio Capostagno (Rovigo) richiedono qualche forzatura: bLando/bRando, che può funzionare anche come bLandire/bRandire; e fragoLeIfragoRe («!» per lo spostamento d'accento). Chi Langue non ha Sangue? Ce lo chiede Sergio Innocenti (Torino), e siamo alla scheda l-s. Qui predomina il gruppo LegareISegare (anche Lega/Sega, per Marco Morello, Castiglione, To), che direi oppositivamente buono: l'hanno trovato Cornerei, Andrea de Micheli (Milano); Enrico Merlini (Casale Monferrato, Al), Roberto Morraglia (Sanremo, Im). Chiude la scheda Filocamo con faLciare/faSciare (entrambi come operazioni di mietitura). A l-t il buon goLa/goTa che, semplice com'è, è stato trovato però solo da Merlini; e un metafisico Lutto/Tutto di Mario Cavallaro (Catania). La scheda l-u è tristemente vuota. Per l-v io avevo proposto belLa/belVa, che svariava su un belTà/belVa (!) di Morraglia. Mi sembrava una buona soluzione, ma alcuni lettori me ne hanno mandate altre tre, che mi piacciono più della mia. Voto otto per Livido/Vivido di Rutello (Giriè, To). Voto nove per scaLare/scaVare (opposizione direzionale) di Filippo Ferreri (Schio, Vi) e di Daria Meinardi (Orbassano, To). E voto dieci per un geniale cambio di Paolo Fai (Solarino, Sr): moraLia/MoraVia. Quelle di Alberto Moravia sono «cose morali», o no? Sapete che recentemente, dopo la scomparsa dello scrittore, la Chiesa ha molto discusso questo punto. Il cambio di Fai prende posizione per l'immoralità di Moravia, ma gli enigmisti sanno che nessuno è personalmente responsabile dell'orientamento etico dei propri cambi di lettera. Fai potrebbe avere su Moravia opinioni contrarie a quella della Chiesa e del suo cambio. Come vedete ci sono cambi la cui «oppositività» dipende da questioni estetiche. Ve ne propongo un altro, di attualità meno bruciante, ma comunque carino. E' l'ultimo della lettera l; scheda l-z: balLo/balZo, di Zeno Duca. E' un'opposizione, oserei dire, «cangiante». Sarà questione generazionale? Sarà questione estetica? Di fatto, per i frequentatori delle discoteche, andare a fare «quattro salti» significa andare a ballare. E qui, se accettiamo «balzo» come sinonimo di «salto», l'opposizione con «ballo» non c'è. Ma per le persone come Goffredo Fofi, che è autore di un «elogio del liscio» (raccolto in Pasqua di maggio, Marietti), probabilmente quei «salti» saranno il contrario del «ballo» vero e proprio: e l'opposizione adesso c'è. Però è anche vero che, secondo il Deli (Cortellazzo & Zolli, editore Zanichelli), l'accezione ballerina di «quattro salti» data al 1871, ben prima di John Travolta... e tra balli e balzi potremmo discutere ancora per molto. Ma intanto io il cambio l'ho schedato. Scrivete a Tuttolibri, redazione Giochi, via Marenco 32, 10126 Torino. Stefano Bartezzagtii