L'AMERICA INFELICE DI MR. E MRS. BRIDGE

L'AMERICA INFELICE DI MR. E MRS. BRIDGE L'AMERICA INFELICE DI MR. E MRS. BRIDGE IL film di James Ivory visto a Venezia ha avuto fra gli altri il merito di promuovere la prima traduzione italiana di Mrs Bridge, uscito originariamente nel 1959: è il libro al quale deve tuttora la sua fama Evan S. Connell, poligrafo autore fra l'altro del Diario di uno stupratore (Feltrinelli 1966) e di una biografia del generale Custer. Si tratta, in centodiciassette capitoletti brevi e brevissimi, scritti molto prima che il termine di minimalista entrasse in circolazione, della vita di una tipica donna americana del Midwest, dal giorno del matrimonio fino a poco dopo la morte improvvisa del marito - al cui punto di vista Connell avrebbe dedicato un secondo romanzo, Mrs Bridge, una decina di anni dopo quando le due figlie sono ormai andate via da casa da un pezzo, e il maschio è sotto le armi, volontario della seconda guerra mondiale. Mrs Bridge si chiama India, ma questa è l'unica stravaganza del personaggio, che per il resto incarna tutti i pregiudizi, le paure, l'ignoranza e la mediocrità di una esponente del suo ceto, in un modo così completo da essere diventato proverbiale. E' peraltro verosimile che l'autore, nato e cresciuto a Kansas City come le sue creature, abbia pescato nei propri ricordi familiari. L'epoca è quella successiva alla Depressione, quando il Paese si era rimboccato le maniche e si accingeva a sfoggiare tutto il suo fattivo ottimismo; e nella serie infinita delle sue copertine per il Post Norman Rockwell dipingeva sorridenti bozzetti con sposine alle prese con i piccoli inconvenienti della vita domestica, babbi al lavoro, monelli col musetto infangato, alberi di Natale, tacchini il giorno del Ringraziamento... Connell si occupa di questo stesso mondo, e allude al linguaggio dei suoi celebratori con un tono imperturbabilmente sereno difficile imbattersi in una prosa più distensiva della sua. Ma il suo scopo è diabolico, quello, lasciando parlare i soli fatti, di condannare la povera Mrs Bridge come la donna priva di qualsiasi spessore che le circostanze (e anche, forse, la sua mancanza di iniziativa) l'hanno portata ad essere; senza che la sensazione di esser priva di qualcosa di fondamentale, che pure ella sordamente ogni tanto prova, riesca a imporle qualche cambiamento di rotta. Moglie di un laconico avvocato che dedica tutto il suo tempo a fare quattrini, di cui né lui né lei sanno poi cosa farsi, finché i bambini sono piccoli Mrs Bridge manda avanti diligentemente la casa, ma in seguito, emancipatisi quelli con la scuola e gli altri contatti con l'esterno e costretta dallo status sociale a servirsi per le faccende di una donna di servizio, non sa che fare di se stessa. Troppo timida per inventarsi un'attività, ella passa il tempo a ribadire le proprie idee ricevute, debitamente scandalizzandosi per quanto, negli spettacoli, nella moda, nel contegno dei giovani ecc., le sembra allontanarsi dalla tradizione, respingendo ogni proposta di qualcosa di diverso e chiudendo gli occhi sulle rare crisi di qualche amica. Ogni Natale il marito le regala qualche oggetto costosissimo del quale ella non sa che farsi; l'avvenimento più sensazionale della sua vita sarà un viaggio in Europa col coniuge, bruscamente interrotto dalla guerra. Sconcertata da tutto quanto non rientri nei suoi schemi, Mrs Bridge cerca regolarmente di frustrare qualsiasi slancio, qualsiasi manifestazione di anticonformismo nei suoi figli, due dei quali finiscono per diventarle estranei, e l'altra, l'unica che le dava un po' retta, una sposina viziata, incapace di affrontare le situazioni. L'arte è ovviamente del tutto assente dagli orizzonti di questa donna, alla quale però una sera capita fra le mani un vecchio libro di Conrad, che in casa nessuno si era mai sognato di leggere; e la frase che vi trova le dà per qualche momento da pensare. Questa dice che certe persone passano gli anni sfiorando l'esistenza per poi calarsi piano piano nella tomba affatto ignare della vita, senza che mai sii. stato dato loro di vedere tutto ciò che essa può offrire. In seguito a questa piccola epifania Mrs Bridge accarezza per qualche tempo l'idea di andare, come certe sue conoscenti, da un analista. Ma l'unica volta che trova il coraggio di parlarne al marito, questi si limita a borbottare, gli occhi sempre fissi sul giornale: «Sciocchezze». Masolino d'Amico Evan S. Connell Mrs Bridge tiad. Leonardo Candì Edizioni E/O, pp. 194, L. 24.000 Newtnan e la Woodward nel film di Ivory trailo da «Mrs Bridge»

Luoghi citati: Europa, India, Kansas City, Venezia