Sul delitto l'ombra del mistero

Sconcerto fra gli inquirenti sul mortale agguato di sabato sera all'artigiano di Rivalta, Giorgio Sedita Sconcerto fra gli inquirenti sul mortale agguato di sabato sera all'artigiano di Rivalta, Giorgio Sedita Sul delitto l'ombra del mistero Unica certezza: il killer voleva uccidere L'interno del garage di via Umberto I a Rivalta dove sabato sera è stato ucciso Giorgio Sedita; sopra, il dolore della madre Emmelina Furlan Si è messa anche la neve, caduta abbondante, a complicare le indagini e a cancellare alcune tracce per venire a capo dell'omicidio di Giorgio Sedita, 27 anni, ucciso sabato verso le 19,30, alla periferia di Rivalta. Un delitto «anomalo», con diversi punti oscuri: i carabinieri della compagnia di Moncalieri e quelli del Nucleo Operativo Torino li stanno verificando e ricontrollando uno a uno. Vediamoli. Il luogo dell'omicidio. Al momento dell'agguato Giorgio è solo all'interno della Edilrapid, ditta situata in via Umberto I 192 che produce vasi, capitelli ed elementi decorativi in graniglia di marmo. L'azienda è del suocero, Pietro Siclari, 55 anni, in quel momento a casa sua, a un chilometro di distanza. Sedita lavora qui da un paio di anni, dopo aver fatto il cuoco all'hotel Ambasciatori. Qui ha anche l'alloggio in cui vive con la moglie, Antonella, anche lei di 27 anni. La zona è isolata, circondata da campi, non illuminata da lampioni. Il nucleo di case più vicino è a 300 metri in linea d'aria; meno distanti ci sono altre due villette. Antonella è al lavoro nel vivaio di loro proprietà, tra Rivalta e Orbassano. Il cancello è chiuso con il lucchetto. Il cane, Bob, un incrocio fra un lupo e un doberman, è libero nel cortile. La luce alogena, che di solito illumina il vialone d'entrata quando arriva qualcuno di sera, è accesa: Giorgio sta mon- tando il portapacchi sul tetto della sua Suzuki Samurai blu parcheggiata sullo spiazzo di fronte al garage. Le armi. Il killer è armato di una pistola calibro 22 o 7,65: dapprima esplode quattro colpi, contro il muro in alto dov'è piazzata l'alogena. Quindi, pochi attimi dopo, punta l'arma e uccide sulla soglia Giorgio, che a sua volta è rientrato precipitosamente nel garage andando a prendere il fucile Flobert («lo usava di tanto in tanto per cacciare i topi»). Un terzo colpo sparato dall' assassino colpisce un pezzo del portapacchi appena montato sul fuoristrada. La vittima. Sedita viene cen¬ I «GI ALLI dere aiuto al padre. d » pUcciso da un ladro? E' la prima pista seguita. «Ma non convince». Dopo aver ucciso lo sconosciuto si ferma per altri 20 minuti. Cerca altro? Esclusi, comunque come moventi del delitto litigi, vendette di vecchia data, o scambi di persona. Di fronte alla rimessa c'è una rete plastificata: delimita la proprietà da un vigneto e dai campi. Risulta tagliata, «fin troppo bene». Chi ha ucciso è entrato davvero da lì? La sera prima. In una villa vicino all'azienda, un uomo ha esploso dei colpi d'arma. Su questo episodio si sono concentrate poi le attenzioni degli incruirenti; dell'«eccentrico» personaggio che andrebbe a sparare in zona ci sarebbe già un identikit. Sempre la sera prima, i coniugi Sedita sono stati avvisati telefonicamente di un'auto «appostata» vicino al cancello. Giorgio ha illuminato l'ingresso. Gli occupanti della vettura hanno spento tutto, ma restando per parecchio tempo appostati. Effettuavano qualche operazione poco pulita? Bob il cane. «Bob è un animale fifone: abbaia, sembra minaccioso, ma non sempre morde». Lo rivela un familiare di Giorgio Sedita. «Quando hanno sparato sulla lampada ed è rimasto tutto buio, Bob, se l'è subito filata a gambe levate, frastonato dal rumore e spaventato dal buio».