Rognoni: «Mi fido dei nostri 007»
Rognoni: «Mi fido dei nostri 007» Il ministro della Difesa interviene su Gladio e annuncia la riforma della leva Rognoni: «Mi fido dei nostri 007» Novità in vista per esèrcito, marina e aeronautica ROMA. «In passato le indagini giudiziarie hanno accertato delle deviazioni. Questo tuttavia non significa che il nostro paese abbia avuto dei servizi segreti che non abbiano fatto sino in fondo il proprio dovere»: intervistato da Bruno Vespa, direttore del Tgl, nella ormai consueta «rubrica» di Domenica in, il ministro dalla difesa Virginio Rognoni ha avuto parole di elogio per i nostri «007» e di fiducia nella Gladio. «Questa organizzazione - ha ribadito il ministro - è stata pensata in una stagione politica in cui si doveva prevedere la possibilità che l'Italia potesse essere invasa da un nemico». E quanto ai rischi di uso esterno dei servizi? «Be', questo può capitare in tutti gli organismi», ha risposto Rognoni. Tutto dipende, ha sottolineato, dal controllo politico sui servizi, che la legge di riforma del 1977 affida in primis al presidente del Consiglio e poi ai ministri della Difesa e dell'Interno, rispettivamente per il Sismi (servizio segreto militare) e per il Sisde (civile). «Intanto - ha osser- vato Rognoni - io credo che il primo controllo è la scelta oculata degli uomini. Spetta al potere politico scegliere uomini che abbiano profonda lealtà nei confronti della Repubblica e delle istituzioni». Nonostante le enunciazioni di principio, però, Rognoni ha elegantemente dribblato la domanda sul prossimo capo del Sismi, su colui cioè che sostituirà l'arnmiraglio Fulvio Martini a palazzo Baracchini. Alcune settimane fa, nel corso della riunione del consiglio supremo di Difesa, Andreotti designò alla successione il generale D'Ambrosio. Ne nacquero polemiche soprattutto per essere stato in passato il generale D'Ambrosio il vice del piduista Giuseppe Santovito e per un suo presunto precedente da golpista. «So solo - ha risposto Rognoni, da cui dovrà partire la designazione del successore dell'ammiragUo - che Martini sarà in carica sino al 26 febbraio». Le critiche dei comunisti, ai quali si sono associati negli ultimi giorni anche repubblicani e socialisti che reclamano chiarezza sull'intera vicenda Gladio, pare non abbiano scosso più di tanto Rognoni. Per il ministro della Difesa tutto fu lecito tanto più che l'armata Gladio fu costituita nell'ambito di accordi con gli altri alleati occidentali. Rognoni ha parlato poi del futuro delle forze armate, dell'esigenza di una loro ristrutturazio¬ ne, di una possibile riduzione della ferma di leva, della crisi nel Golfo. «La stagione della guerra fredda - ha spiegato - è lontana anni luce anche se tutto è accaduto in poco tempo. Da qui la necessità di un ripensamento di un modello di difesa». Si va insomma verso una riduzione delle forze di terra, dell'esercito cioè, e un potenziamento invece di marina e aeronautica. Rognoni ha citato la crisi del Golfo per indicare una nuova ipotesi di impiego delle forze armate nel futuro, quella cioè di polizia internazionale al servizio di una magistratura sovrannazionale come l'Onu. Mutato il quadro con il crollo dei blocchi si vuole creare, insomma, una struttura militare più snella - capace di intervenire più che sul suolo nazionale in quegli angoli del mondo dove potrebbero scoppiare conflitti regionali - affidata a militari di carriera e anche in parte a soldati di leva. Da qui la possibilità che la ferma venga ridotta, anche se non al di sotto di alcuni limiti, pena la sua inutilità. [r. e] II ministro Virginio Rognoni
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