Il tastierista con i Syndacate approda lunedi 19 al Big Club di Gabriele Ferraris

Il tastierista con i Syndacate approda lunedì 19 al Big ClubAZZ Il tastierista con i Syndacate approda lunedì 19 al Big Club // tastierista con i Syndacate approda lunedì 19 al Big Club CON Joe Zawinul, lunedì 19 novembre al «Big Club» di corso Brescia 28, si apre il trittico stellare del jazz a Torino. Dopo il magico tastierista dei Weather Report, al Teatro Regio ascolteremo (24 novembre) il trio di Keith Jarrett con Gary Peacock al contrabbasso e Jack De Johnnette alla batteria, e infine il 28 all'Auditorium l'eccezionale duo pianistico formato da John Lewis e Ray Bryant. Siamo al banchetto sardanapalesco, e l'entrée è degna di uno chef a cinque stelle: Joe Zawinul - lo ha dimostrato anche a Umbria Jazz - è a tutt'oggi un punto fermo, un astro di prima grandezza nel firmamento della fusion. Con ciò, sgombriamo il campo da ogni equivoco: non di jazz puro si tratta, e quindi i puristi che ritengono di non condividere s'astengano. L'avviso ricorda pericolosamente i cartelli che compaiono all'ingresso dei cinema a luci rosse, ma tant'è: purista avvisato, mezzo salvato. Gli altri, quelli che hanno amato i Weather Report e la lo- ro musica elegantemente a mezzo fra jazz e rock, si accomodino. Zawinul, dopo la lunga epopea dei Weather Report al fianco di Wayne Shorter, ha traccheggiato un pochettino con l'effimera esperienza dei Weather Update, prolungamento commerciale del vecchio progetto. Ma l'esperienza, era chiaro, non poteva stiracchiarsi più di tanto, Weather Report era una creatura con due anime: venendone a mancare una, quella di Shorter, l'intera faccenda esigeva un ripensamento. Così Zawinul s'è imbarcato in un'impresa nuova, fondando la sua band attuale, il Syndacate. Impresa nuova, ma con solidi collegamenti con il passato: nulla di rivoluzionario, nessuna svolta sensazionale, i sapori sono gli stessi, arricchiti semmai di sonorità latineggianti ed etniche. Dicevamo degli exploit di Zawinul in Umbria, dove il baffuto tastierista austriaco ha tenuto banco non soltanto hi qualità di performer, ma anche di insegnante, conducendo con note- vole maestria affollati seminari. Quanto ai concerti, che si tenevano nel cuore della notte secondo l'ormai consolidata tradizione di Umbria Jazz, il cronista può riferire di platee osannanti, affascinate, strette intorno alla perfetta macchina musicale che Zawinul ha costruito chiamando sotto le sue bandiere il bassista Gerald Veasley, il chitarrista Scott Henderson (ora sostituito da Randy Bernsen), il batterista Mike Baker e il percussionista e cantante Robert Thomas Junior. A voler cercare il pelo nell'uovo, diremo che proprio le parti cantate sono quelle che meno convincono chi ascolti lo Zawinul Syndacate con orecchio jazzistico. Ma la fusion segue regole e itinerari suoi, vorremo sottilizzare? Il concerto di lunedì 19 al «Big» è organizzato dal Centro Jazz in collaborazione con il locale di corso Brescia. I biglietti costano 23 mila lire (20 mila per i soci). Prevendite da «Rock & Folk» in via Viotti, alla cassa del «Big» e alla sede del Centro Jazz in via Pomba 4. II Centro cura anche il con¬ sueto concerto al «Centralino» (via delle Rosine 16/a, martedì 20 alle 21,30), protagonisti la cantante Mary Stallings e il pianista Merrill Hoover, per la prima volta in Italia con un repertorio di celebri canzoni americane. Gabriele Ferraris Sopra il musicista austriaco Joe Zawinul sotto, Enrico Ruggeri

Luoghi citati: Italia, Torino, Umbria