Un Don Carlo «double-face» per festeggiare il Regio di Armando Caruso

Un Don Carlo «double-face» per festeggiare il RegioCELEBRAZIONI Un Don Carlo «double-face» per festeggiare il Regio Un Don Carlo «double-face» per festeggiare il Regio GRANDE celebrazione, dunque, per il 250° della Fondazione del Teatro Regio. Celebrazione nonostante il deficit, nonostante le preoccupazioni, i previsti tagli della Finanziaria contro cui si batte a spada tratta lo stesso ministro Carlo Tognoli: celebrazione «perché - dice Elda Tessore sovrintendente prò tempore del Regio - opposta alla chiusura del teatro, che sarebbe una decisione terzomondista, non c'è che la soluzione del rilancio, la partecipazione di industrie e privati, la progettazione coraggiosa e innovativa, visto che dal ministero (a cui sono stati chiesti dieci miliardi, la cifra elargita l'anno scorso per la celebrazione del teatro San Carlo di Napoli) non ci si può attendere alcun intervento, almeno in questa fase». «Don Carlos» doppio e diveri so: nella versione per Parigi, grande sogno verdiano, il 21 novembre alle 18,30 e il «Don | Carlo» italiano il 23 alle 19. L'oj pera costituirà, paradossalmente, il rilancio del glorioso Teatro Regio? E' ciò che tutti sperano «perché - ribadisce con forza la Tessore - il Regio deve ritrovare la sua forza vitale, propulsiva». Sul podio Gustav Kuhn gran¬ de testimone verdiano, che per l'occasione sarà anche regista: come ai tempi di Toscanini, di De Sabata, di Serafin. Nella certezza che un direttore bravo e colto può anche fare a meno di un regista a volte mediocre. «Non è una battaglia contro tutti i registi - chiarisce Kuhn ma contro quelli che non amano làmusica e non rispettano il compositore». Ma chi sono i protagonisti della versione francese, quella che Giuseppe Verdi, cinquantenne, fu costretto a modificare, a tagliare, a rivedere nel corso di un lavoro che durò quasi vent'anni? Eccoli. Il basso Nicola Ghiuselev indosserà i dolenti panni di Filippo di Spagna. L'infante Carlos sarà il tenore Dano Raffanti; Rodrigo, Marchese di Posa, il baritono Paolo Coni; il grande inquisitore, il basso Kurt Rydl; Elisabetta di Valois Elisabeth Connell; la principessa Eboli il mezzosoprano Bruna Baglioni. Le scene e i costumi sono dell'ungherese Peter Pabst, la coreografia del balletto «La Peregrina» è di Mario Piazza, maestro del Coro Fulvio Fogliazza. Un cast eccellente per un evento che non ha soltanto scopi celebrativi,. ma di ricerca musicale e musicologica. E vorremmo, prima, dire una cosa: non è facile riunire un cast di tale prestigio per nessun teatro europeo. Per questa esecuzione Gustav Kuhn si pone in una posizione diversa da quella di molti storici della musica: egli giustifica le correzioni, i tagli, le revisioni dello stesso Verdi, avvenute negli anni: «non tanto perché egli fosse ossequioso verso i teatri, i pubblici francesi o italiani, la moda dell'epoca, ma perché, al contrario, fu vittima di una società che egli aveva sopravanzato creando un'opera assolutamente geniale: quella della versione, il suo grande sogno». Alla «première», celebrazione dei fasti del passato, presenzierà anche il Capo dello Stato, Francesco Cossiga, parlamen¬ tari piemontesi, forse il ministro Carlo Tognoli, il presidente della Giunta regionale Pier Paolo Brizio, il presidente del Consiglio regionale, Carla Spagnuolo; il sindaco Valerio Zanone, gli assessori alla Cultura di Regione e Comune Fulcheri e Marzano, il presidente della Provincia Ricca, il prefetto Lessona, artisti di fama internazionale e grandi glorie del teatro, come Renata Tebaldi, Magda Olivero, Giulietta Simionato, Giuseppe Di Stefano, Gianni Raimondi, Rosanna Carteri e forse Franco Corelli. Ma sono stati avviati contatti per avere ospiti anche il presidente della Repubblica francese, Francois Mitterrand, e il ministro per la Cultura Jack Lang. Armando Caruso // maestro Gustar Kuhn che dirige ih. Don Carlos». Sotto un disegno di Don Carlos Infante di S/xigna

Luoghi citati: Eboli, Napoli, Parigi, Spagna