Quei rifiuti dimenticati in fretta

Zanoobia, Karin B, Jolly Rosso, Deep Sea Carrier: paura per le navi dei veleni Zanoobia, Karin B, Jolly Rosso, Deep Sea Carrier: paura per le navi dei veleni Quei rifiuti dimenticati in fretta La denuncia di quattro commissari ad acta muove tra l'elenco delle proteste di fronte agli impianti prescelti e tra contratti di smaltimento svaniti a causa di notizie inventate. Un esempio: due marinai della Zanoobia morti per esalazioni come è stato scritto da un giornale straniero? L'ammiraglio Francese smentisce e spiega: «Grazie a quell'episodio ho visto sfumare un importante accordo con un'azienda di smaltimento. In realtà i marinai della Zanoobia non sono mai stati visitati così spesso come in quel periodo. Ogni giorno dicevano di avere dei disturbi, ogni giorno li facevo ricoverare. Alla fine abbiamo scoperto che apprezzavano la cucina della clinica...». Eppure, proprio l'ammiraglio Francese sostiene di essere il più «fortunato»: «Sono stato il primo a dovermi occupare di questo problema e quindi ho potuto avere una collaborazione sempre tempestiva e precisa. Non ho neppure grossi problemi finanziari visto che ho stipulato contratti che mi permettono di pagare a smaltimento effettuato». I PROBLEMI. Per i commissari ad acta non mancano le incognite. La prima, la più importante: il 6 novembre è stata firmata un'ordinanza in cui si stabilisce che il 31 dicembre cesseranno i «poteri straordinari» conferiti al momento della loro nomina e collegati alla situazione di emergenza che si era venuta a creare. Rimane però il fatto che sono La motonave «Karin B» che con la «Zanoobia» ha dato il via all'emergenza delle cosiddette «navi dei veleni» nei nostri mari stati proprio i poteri straordinari a permettere di dribblare tutti gli handicap e le difficoltà incontrate in questi anni. Ora tutti si chiedono che cosa succederà dopo, tutti vorrebbero sapere chi avrà la competenza di portare a termine le operazioni. Ci sono molti dubbi. Cimenti su questo punto è chiaro: «Mi auguro non pensino di delegare ogni cosa agli enti locali. Senza poteri straordinari non è possibile agire. E' sufficiente pensare come questi rifiuti vengono accolti...». Non chiedono certo di rimanere «commissari» all'infinito, domandano chiarezza. Se da una parte hanno paura che la loro richiesta possa essere interpretata erroneamente come un semplice tentativo per conservare la nomina ricevuta, dall'altra considerano di fatto il 31 dicembre una scadenza troppo ravvicinata: «Sono passati i mesi, ma la psicosi delle "navi dei veleni" non è diminuita». E tra pochi giorni chiederanno con una lettera un incontro chiarificatore con il ministero della Protezione civile, quello dell'Ambiente e per gli Affari regionali. Non solo. Si augurano che vengano rispettate le scadenze dei finanziamenti previsti, chiedono anche che siano confermati gli 81 miliardi considerati necessari in un secondo tempo (con l'ordinanza ne sono stati concessi 60). Anzi, che la situazione economica non sia per tut- ti facile, lo spiega Gianfranco Bartolini: «Per quanto riguarda la Deep Sea Carrier mi è stato promesso che altri finanziamenti sarebbero arrivati. Questione di giorni è stato detto. Eppure da settimane non sono in grado di stipulare una polizza d'assicurazione sulle aree utiliaeate per i rifiuti. Mi mancano i 10 milioni necessari». E ancora: vorrebbero un maggiore coordinamento delle iniziative prese all'estero visto e considerato che rivolgendosi alle più conosciute aziende di smaltimento straniere stanno rischiando di trasformarsi reciprocamente in «concorrenti», soprattutto sperano che si faccia rapidamente chiarezza sulle responsabilità di quanto è accaduto. STORIA INFINITA. L'emergenza delle navi dei veleni inizia con un nome: Zanoobia. Nessun porto la accetta, il sua viaggio sembra continuare all'infinito. L'ammiraglio Francese ricorda: «Non fu certo una nuova coscienza ecologica a sbloccare la situazione. Questa nave, considerata un autentico castigo di Dio, mise in crisi il settore turistico della Versilia. All'inizio della stagione, infatti, il comandante minacciò di gettare tutti i fusti in mare poco lontano dalla costa. E immediatamente iniziarono ad arrivare agli alberghi centinaia di rinunce». Adesso i rifiuti della Zanoobia sono quasi completamente smaltiti (in gran parte all'estero). Per quanto riguarda la Karin B, Luciano Guerzoni spiega: «Grazie alla collaborazione di Parma, Piacenza, Modena e Ferrara (le quattro città in cui sono stati portati i fusti) è stato possibile l'intervento. Sono state effettuate 60 mila analisi, tutto è avvenuto in condizioni ui massima sicurezza. Ora costruiremo anche la seconda discarica italiana di tipo 2C. Rimangono da smaltire circa il 60 per cento dei rifiuti della Karin B. Quasi terminata l'opera per la Hao Xiang. Entro 3, 4 mesi - se i contratti andranno in porto - finiremo». Gianfranco Bartolini, invece dice: «Per la Karin B ci siamo occupati esclusivamente dello scaricamento dei fusti e tutto è stato possibile graziai senso di responsabilità di Livorno. Per la Deep Sea Carrier abbiamo già iniziato da tempo lo smaltimento. Entro gennaio speriamo di finire». Sulla questione Jolly Rosso, per Camillo Cimenti tutto è più semplice: «Stiamo operando in collaborazione con Rinaldo Magnani, commissario ad acta di Genova. Rimane ancora una minima parte da smaltire. C'è una considerazione da fare: abbiamo costruito, un capannone speciale per ospitare i bidoni della Jolly Rosso. Un capannone che scherzosamente chiamiamo il "Dancing". Nonostante questo, ci sono state proteste, cortei e via dicendo: nessuno ha capito che questi rifiuti non hanno nulla di diverso da quelli che spesso vengono scaricati sul molo». par Paolo Negro arroco palermitano