C'erano anche i franchisti di Gian Antonio Orighi

C'erano anche i franchisti C'erano anche i franchisti Trame nere e servizi segreti spagnoli MADRID. Pur non facendo parte dell'Alleanza Atlantica (la Spagna vi entrò nell'82) ed in piena' dittatura franchista, i servizi segreti di Madrid collaborarono con i loro omologhi della Nato e con la cosiddetta operazione «Gladio» sia nell'elaborazione di piani strategici per far fronte ad un'ipotetica invasione del Patto di Varsavia sia nello scambio di informazioni sulle attività del Pce e delle organizzazioni dell'estrema sinistra, in Spagna e all'estero. Queste le rivelazioni, pubblicate sull'ultimo numero del più venduto settimanale spagnolo, «Tiempo», nel supplemento su «Le trame nere della Nato collaborarono con il Cesici». «Tiempo» ha intervistato un alto ufficiale del «Servicio Central de Documentación» (Scced, che si è poi trasformato in Cesid), il servizio creato dall'ammiraglio Carrero Bianco, il delfino del dittatore Franco nel '73, che dirigeva i servizi sia militari sia civili. Il militare, che ha chiesto di rimanere anonimo, smentisce seccamente il ministro della Difesa Narcis Serra - che ha dichiarato, la settimana scorsa, che, quando andarono al governo i socialisti, «non incontrammo niente di simile a Gladio» - ed afferma che, benché la Spagna non fosse mai stata un socio con voto di Gladio, collaborò coi servizi Nato. «Durante gli ultimi anni della dittatura (Franco morì nel '75, n.d.r.) uno dei problemi dei servizi spagnoli consisteva nel controllare i dirigenti comunisti che si muovevano sia all'interno che all'estero. Per questo il Seced ottenne dai suoi colleghi occidentali, integrati in Gladio - dice l'alto ufficiale - un aiuto importante. I servizi segreti della Nato collaborarono attivamente seguendo l'allora segretario generale del partito comunista spagnolo Santiago Carrillo e fecero sì che i servizi spagnoli lo potessero controllare in Francia (dove era esule, n.d.r.)». «L'ossessione dei servizi della Nato nel controllo dei comunisti in Europa era tale che, dopo la morte di Franco - ricorda l'importante "espia" - e la decisione del nuovo governo di fare una transizione pacifica alla democrazia, il Seced dovette spiegare ai colleghi il suo cambiamento, i quali non compresero perché prima bisognava evitare che Carrillo desse fastidio, poi il Seced diventò il suo guardiano». Le rivelazioni non si fermano solo al ruolo di controllo delle at¬ tività dei comunisti del Pce, l'unica forza d'opposizione di massa al franchismo. Il militare afferma anche che la collaborazione tra Seced ed i servizi Nato era dovuta anche all'interesse dell'Alleanza Atlantica nel poter contare, in caso di guerra, sulla Spagna, sia pure franchista. Così venne elaborato un piano che prevedeva, in caso d'invasione sovietica, l'utilizzazione del suolo spagnolo per ospitare i quartieri generali dei servizi segreti Nato ed i suoi stati maggiori. Il Seced stabilì gli edifici che avrebbero dovuto ospitarli, a Madrid. Un'altra «gola profonda», sempre dei servizi, ha poi rivelato a «Tiempo» che durante la dittatura vi fu uno scambio d'informazioni «molto utile» sul movimento delle spie dei Paesi comunisti, non solo del Patto di Varsavia ma anche dei cinesi. Il settimanale sottolinea con risalto che «tutte le informazioni indicano che i servizi segreti spagnoli avrebbero giocato un importante ruolo logistico in attività antidemocratiche dell'operazione Gladio, principalmente in Italia, utilizzando organizzazioni neofasciste». Gian Antonio Orighi

Persone citate: Carrero Bianco, Carrillo, Narcis Serra, Santiago Carrillo

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Madrid, Spagna