Contro gli americani le armi dei mujaheddin

Contro gli americani le armi dei mujaheddin Contro gli americani le armi dei mujaheddin Anche missili terra-aria nell'arsenale degli ultra filo-iracheni Gli avvertimenti sono espliciti e ripetuti: Saddam Hussein potrebbe colpire le nazioni occidentali che lo assediano in un modo indiretto. Utilizzando cioè le frange estremiste del terrorismo arabo. Le minacce sono venute senza giri di parole nelle scorse settimane da Abu Abbas, l'autore del sequestro dell'achille Lauro», da Abu Nidal, da anni braccio armato di Saddam Hussein, da Abu Ibrahim, capo della fazione «15 Maggio», con base a Baghdad. Gli esperti di antiterrorismo hanno confermato la minaccia palestinese, ora anche come ritorsione per la strage del Muro del pianto. Brace Hoffman, esperto di sicurezza della Rand Corporation, parla di creazione di una «quinta colonna che attraverso una serie di taglienti, sanguinosi e distrattivi attacchi potrebbe rompere l'attuale situazione di stallo nel Golfo disturbando il supporto intentò- zionale ad un'azione militare contro l'Iraq». Ma quel che più preoccupa i servizi di sicurezza è un possibile cambio dei mezzi impiegati dai terroristi: non più le valigette esplosive o le auto-bomba, ma i missili spalleggiabili terra/aria (come gli Stinger americani, i Blow pipe britannici o i Grail sovietici) e soprattutto armi chimiche o peggio biologiche, subdole e micidiali soprattutto fuori del campo di battaglia. Di questa opinione sono gli esperti del «Jane's Defence Wcekly», che hanno ipotizzato uno scenario diverso da quello consueto del sabotaggio. Peraltro non nuovo se si ricordano gli «Strela» sequestrati presso Fiumicino ai feddain e destinati ad abbattere un Boeing della El Al. E hanno ricordato che una quindicina di missili Stinger, provenienti da lotti destinati ai mujaheddin afghani e ai ribelli angolani, sarebbero in manosi grappi oltranzisti arabi. Con l'abbandono dell'Afghanistan da parte dei sovietici, gli americani tentarono invano di recuperare i residui dei quasi 500 Stinger forniti dall'86 in avanti. Ed ora queste armi sofisticate potrebbero ritorcersi proprio contro gli americani. Nel marzo dell'89 il settimanale di Beirut «Al Shiraa», famoso per aver rivelato per primo il caso «Irangate», scrisse che due missili, giunti in Libano attraverso una non identiticata «ambasciata», erano finiti nelle mani di un gruppo fondamentalista islamico, mentre altri missili dello stesso tipo, come ricorda ora il Jane's, vennero trovati in mano ai pasdaran iraniani. Fonti dei servizi informativi U t affermano che Saddam Hussein potrebbe fornire ai grappi terroristici i missili antiaerei Sa-7 Grail, versione meno sofisticata dello Stinger, ma ugualmente micidiale contro velivoh civili. Circa la minaccia chimica e biologica, molti analisti, come l'inglese Tony Banks, ricordano che nell'88 Mohammed Amad Natur, più conosciuto come Abu Tayeb, capo della Forza 17, grappo di élite di Arafat da sempre basato a Baghdad, disse che l'Olp aveva acquisito armi chimiche: «E non esiteremmo ad usarle», aveva minacciato. Il livello tecnologico dall'industria bellica irachena consente di affermare che oggi Baghdad è in grado non solo di produrre agenti letali, ma di fornirli in modo che siano trasportabili dai terroristi. Secondo quanto ha scritto suH'«Intemational Herald Tribune» il generale Enrico Jacchia, uno dei più noti esperti di strategia militare, «una sola fiala di gas nervino dispersa nell'aria ha un effetto terribile e la medesima quantità di batteri o virus potrebbe infettare vaste aree». Gianni Bisio