Razionati anche abiti e cappotti di Enrico Singer

Razionati anche abiti e cappotti Gorbaciov ed Eltsin affrontano (assieme) una drammatica crisi economica Razionati anche abiti e cappotti E la credibilità delpcus crolla verticalmente MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due ore di colloquio a tu per tu, poi una riunione di lavoro allargata ai rispettivi primi ministri. Quello di ieri tra Michail Gorbaciov e Boris Eltsin è stato un vero e proprio vertice tra capi di Stato. O, almeno, ne ha rispettato il copione nei saloni dorati del Cremlino. Da una parte il Presidente dell'Urss, dall'altra quello della Russia. I due grandi avversari finalmente attorno a un tavolo. La promessa, fatta alla vigilia della festa del 7 novembre, è stata mantenuta. Il primo riavvicinamento c'era già stato sulla tribuna del mausoleo di Lenin, in occasione della parata per l'anniversario della Rivoluzione. Adesso c'è stato anche l'avvio concreto di un dialogo sui problemi che soffocano l'Urss. Il capo del Cremlino e il leader radicale che guida la Repubblica russa hanno affrontato due grandi capitoli. Quello economico e quello della riforma della federazione. Le divisioni sono profonde. In campo economico, la Russia ha approvato il progetto dei «500 giorni» che prevede un passaggio deciso all'economia di mercato, mentre il piano varato a livello centrale dal Soviet supremo dell'Urss è molto più moderato. E nel campo dell'autonomia nazionale, la Russia reclama il controllo totale delle sue risorse naturali (il 70% del petrolio e il 90% del gas di tutta l'Urss), mentre il nuovo trattato dell'Unione - per quanto meno vincolante assicura ai ministeri centrali l'amministrazione delle ricchezze strategiche del Paese. L'incontro tra Michail Gorbaciov e Boris Eltsin è avvenuto sullo sfondo di tensioni e difficoltà sempre più acute. Proprio ieri il Mossoviet - il Comune di Mosca - ha deciso di estendere il razionamento a una serie di prodotti non alimentari diventati, ormai, rari quasi quanto la carne o il burro. Si tratta di abiti pesanti (in particolare cappotti), di calzature, di apparecchiature per la casa e anche di articoli sportivi. D'ora in poi, per acquistare queste merci, i quasi dieci milioni di abitanti di Mosca do¬ vranno servirsi di «buoni» distribuiti dai comitati di quartiere. La situazione alimentare è catastrofica e non soltanto a Mosca. Penurie e razionamento sono la regola in tutte le Repubbliche dell'Urss e l'allarme comincia a superare anche le frontiere. Anche se il confine con l'Unione Sovietica è ridotto a meno di cento chilometri, è dalla Norvegia che, ieri, è arrivato un primo segnale esplicito di preoccupazione. Il responsabile della guardia di frontiera, Hugo Overgaard, ha detto di «temere un esodo massiccio degli abitanti della penisola di Kola che manca drammaticamente di viveri». La città sovietica di Nikel (120 mila abitanti) è a soli 20 km dal confine e la capitale della regione, Murmansk (mezzo milione di abitanti) a meno di 250 km. Le previsioni norvegesi sono collegate all'imminente approvazione da parte sovietica della legge che liberalizzerà completamente i viaggi all'estero dei 280 milioni di cittadini dell'Urss. Quando saranno aboliti i visti d'uscita e tutti potranno avere il loro passaporto (oggi questo documento è «depositato» presso uno speciale ufficio che lo consegna ai titolari al momento di un viaggio all'estero) è attesa un'ondata di emigrazione. Ed è facile immaginare che sotto pressione saranno prima di tutto i Paesi confinanti, quelli che si possono raggiungere con poca spesa. Ma, a giudicare da un sondaggio d'opinione reso pubblico ieri dalla Tass, le preoccupazioni dei sovietici sono molto più immediate. Il 44 per cento dgli intervistati è convinto che la situazione economica è «disastrosa» e il 54 per cento prevede di «dover stringere la cinta». Ma il 39 per cento è disposto ai sacrifici soltanto se accompagnati da un piano preciso di rilancio e appena il 2 per cento crede che il partito comunista «migliorerà le condizioni di vita della gente». Per il pcus è una vera Caporetto: una pardita totale di fiducia sul terreno economico, quello dove si deciderà il futuro della perestrojka. Enrico Singer

Persone citate: Boris Eltsin, Eltsin, Gorbaciov, Hugo Overgaard, Kola, Lenin, Michail Gorbaciov