Saddam si nasconde dietro i palestinesi

Saddam si nasconde dietro i palestinesi Il presidente iracheno rilancia ancora una volta la carta della trattativa globale sul Medio Oriente Saddam si nasconde dietro i palestinesi E l'embargo provoca i primi effetti sul mercato cerealicolo LONDRA. Il presidente iracheno Saddam Hussein ha detto ieri di essere pronto a un dialogo sui temi della sicurezza in Medio Oriente, ma vuole che in essi sia inclusa la questione palestinese. Saddam lo ha affermato in un'intervista esclusiva, la prima concessa alla tv britannica «Itn». Alla domanda se fosse pronto a ritirarsi dal Kuwait, Saddam, che appariva rilassato, ha risposto: «Siamo pronti ad intavolare un dialogo approfondito secondo le esigenze della nostra Regione. Confidiamo che le parti decideranno soluzioni serie e profonde per tutte le questioni, a cominciare da quella palestinese». L'agenzia ufficiale irachena «Ina» riferisce che il presidente Saddam Hussein ha presieduto una riunione, dedicata ai problemi economici, nel corso della quale è stato deciso l'aumento (in misura non precisata) del prezzo.del riso, di rendere obbligatoria «la commercializzazione attraverso i canali di stato di tutti i prodotti cerealicoli» e «l'inasprimento delle sanzioni per gli speculatori». Otto cittadini italiani che lavoravano in Kuwait sono arrivati ieri ad Amman a bordo di un aereo della «Iraqi Airways» proveniente da Baghdad. Fra loro anche Edwin Firmani, allenatore della nazionale di calcio kuwaitiana. Firmani ha raccontato di essere stato tenuto, insieme ad altri 40-50 italiani, in un albergo di cui però non ha saputo dire il nome. A bordo dell'aereo c'erano anche l'ex primo ministro neozelandese David Lange, recatosi a Baghdad per cercare di ottenere la liberazione dei 16 suoi compatrioti trattenuti. Ed il ministro degli Esteri cinese Qian Qichen è giunto ieri a Baghdad per un colloquio con il presidente iracheno. Il capo della diplomazia di Pechino è stato accolto all'aeroporto dal ministro degli Esteri iracheno Tarek Aziz. La sua visita conclude una «missione esplorativa» nella regione che lo ha già portato in Egitto, Arabia Saudita e Giordania. Qichen ha ribadito che per la Cina la strada da battere è ancora quella della diplomazia. Assieme a Francia, Gran Bretagna, Usa e Urss, la Cina è membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Orni e come tale ha diritto di veto. Un deputato democratico americano in visita in Arabia Saudita, John Murtha, ha dichiarato di ritenere probabile un tentativo di uccidere Saddam Hussein o un colpo di Stato contro lo stesso leader iracheno. Frattanto anche la Gran Bretagna, come' gli Usa, si prepara a mandare altri uomini e mezzi nel Golfo. La notizia non è ancora ufficiale, ma il domenicale «Sunday Times» la dà per sicura. Secondo il giornale, la missione del. ministro della Difesa Tom King nel Golfo, il cui inizio è pre- visto per oggi, ha lo scopo appunto di preparare il terreno per un rafforzamento del contingente britannico, che già conta su 16 mila uomini. Re Hassan del Marocco da parte sua ha proposto la riunione di un «vertice» arabo quale «ultima possibilità» per scongiurare una guerra. Infine da Algeri si apprende che il presidente americano George Bush sarà processato per «crimini contro l'umanità» e «tentato genocidio contro il popolo iracheno» da un Tribunale di giustizia internazionale che si riunirà ad Algeri il 10 dicembre prossimo. Lo ha annunciato ieri Ali Aramar Laouar, ex presidente del Consiglio forense della capitale algerina e presidente del Comitato che sta istruendo il procedimento contro Bush. (Ansa-Reuter-Ajp-Agi)