I pianisti Kamenz e Lupu in settimana all Auditorium di Leonardo Osella

I pianisti Kamenz e Lupu in settimana all'Auditorium i pianisti Kamenz e Lupu in settimana all'Auditorium I pianisti Kamenz e Lupu in settimana all'Auditorium UE pianisti che già strabiliavano da bambini ora hanno rispettivamente 25 e 45 anni - vengono a Torino, «a miracol mostrare». Se li è assicurati entrambi la stagione dell'Unione Musicale. Domenica 11 alle 17, all'Auditorium, si presenterà Igor Kamenz, che a 13 anni aveva già diretto fior di orchestre (Radio di Mosca, Novosibirsk, Bolshoi). Come pianista, basterà riI cordare che ha vinto nel 1985 il ; Premio Viotti. I Kamenz esordirà con la «So¬ nata in mi maggiore op. 14 n. 1 » di Beethoven. Seguirà il rondò a programma «Invito alla danza», nel quale Weber illustra gli approcci prima timidi poi appassionati di un cavaliere e di una dama, che dopo il ballo si allontanano. L'opera è più nota nella brillante versione orchestrale che ne diede Berlioz. Quindi Kamenz farà omaggio al proprio paese eseguendo Stravinskij e Musorgskij. Del primo eseguirà «Tre movimenti da "Petruchka' ,,, cioè la trascrizione che l'autore trasse da alcune pagine del balletto su richiesta di Rubinstein. Musorgskij sarà rappresentato dal suo più esemplare monumento pianistico, i «Quadri da un'esposizione», ispirato ad alcuni ritratti e disegni dell'amico defunto Viktor Hartmann: un modo del tutto originale di interpretare la timbrica pianistica. Anche in questo caso ha ottenuto forse maggiore notorietà la versione orchestrale ad opera di Ravel. L'altro grande pianista che giunge a Torino nei prossimi giorni è il romeno Radu Lupu, che già a dodici anni dava concerti con musiche sue. Si presenterà con la Deutsche Kammerakademie Neuss diretta da Johannes Goritzki, che ne è stato anche il fondatore. Il complesso ha già collaborato con artisti come Gidon Kremer, Bruno Giuranna e Frank Peter Zimmermann. Lupu e l'orchestra eseguiranno il «Concerto in mi bemolle maggiore K. 482» di Mozart. L'opera stupisce sempre il pubblico per la fresca strumentazione e l'originalità del rondò finale singolarmente interrotto dalle movenze aggraziate di un minuetto. L'impronta di Mozart è ancora palese nella «Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485» di Schubert che concluderà la serata. E lo è in particolare, scrive Paumgartner, soprattutto nel Minuetto e nel relativo Trio, che ricordano la «Sinfonia in sol minore». A Schubert toccherà anche aprire il concerto con i graziosi «Cinque minuetti con sei Trii D. 89». Leonardo Osella In alio de Falla in un ritratto del 1920 di I''ab/o Picasso. Sopra, da sinistra. lìadu Lupu e Igor Kamenz

Luoghi citati: Mosca, Torino