Radioamatori,un universo sconosciuto e affascinante

Radioamatori, un universo sconosciuto e affascinanteSERVIZI Radioamatori, un universo sconosciuto e affascinante Radioamatori, un universo sconosciuto e affascinante ERANO poche centinaia in tutt'Italia, oggi sono trentamila. Usavano radio a valvola, adesso lanciano satelliti nello spazio. Radioamatori, un mondo quasi sconosciuto. E' ormai vecchio lo stereotipo dell'uomo curvo sulla radiolina, che cerca di mettersi in contatto con altre città. Sono giorni lontani, di un'ottantina di anni fa. Da allora, senza grandi clamori, quasi in sordina, i radioamatori hanno sviluppato la loro attività. Hanno già lanciato una cinquantina di piccoli satelliti per aumentare il raggio di ricezione e trasmissione della comunicazioni radio, di cui quindici sono attualmente in orbita. Ma il grande appuntamento per l'Italia sarà nella primavera prossima, quando verrà lanciato il primo satellite di costruzione italiana. Ma chi sono davvero queste persone, che ancora oggi passano intere giornate collegandosi, via radio, con i punti più remoti del pianeta? Risponde Pier Paolo Bavassano, ex presidente, per la sezione torinese, dell'associazione radioamatori italiani, e oggi consigliere del gruppo. «Nella nostra associazione spiega - ci sono persone di tutte le età e di tutte le professioni. Dall'ingegnere nucleare all'operaio. Ma per trasmettere bisogna essere maggiorenni. E' necessaria la licenza, che non si può prendere al di sotto dei diciotto anni». Racconta Bavassano: «Ci colleghiamo con gli altri radioamatori spesso per motivi di studio, per scambiarci dati tecnici, informazioni sul sistema di trasmissione e sul tipo di stazione usata. Sono chiacchierate che ci servono a migliorare la conoscenza del mezzo. Ma in Italia aggiunge - la gente tiene quasi segreta questa passione. Ben altra cosa negli Stati Uniti, dove radioamatori sono molti dirigenti di industria, e non si vergognano certo del loro hobby. In Italia invece, siamo molto più restii a parlarne». Il lavoro dei radioamatori non è affatto lontano dalla «realtà» come può sembrare a prima vista. Bavassano, una vita passata al tavolo di ascolto e una decina di diplomi di merito come radioamatore, racconta: «Con la nostra attività siamo spesso di aiuto alla Protezione Civile. Nel terremoto dell'Irpi- nia, nell'innondazione di Firenze, tanto per fare qualche esempio, siamo stati i primi ad intervenire con i contatti radio. In quei casi sostituiamo la rete postale e telefonica». Un servizio importantissimo, quindi. «Certo - dice Bavassano - lavo- riamo su invito del ministero delle Poste e Telecomunicazioni. E il nostro diventa il primo intervento: come coordinamento delle colonne di soccorso, ma anche per inoltrare fonogrammi e telegrammi». Un hobby che è cambiato nel tempo. Fino agli inizi degli Anni 60, radioamatore voleva dire costruirsi da soli la propria ricetrasmittente. Oggi, costosi apparecchi sono entrati a far parte della normale attrezzatura degli appassionati. Tra i giovani, quasi nessuno sa più costruirsi pezzi di ricambio o accessori. Bavassano racconta della sua gioventù. Ricorda: «Ci si ritrovava, il sabato mattina, tra i banchi del mercato, al Balòn. Rovistavamo per ore tra le bancarelle, alla ricerca di valvole, bobine, e di alcuni pezzi più rari. Ci si conosceva bene tutti, personalmente; e c'era forse più coesione di adesso». L'universo-radio oggi è diverso, si comunica senza problemi con i Paesi più lontani, e forse meno tra soci interni. Ma qualcosa è rimasto ancora, dello spirito di un tempo, quando «radioamatore» voleva dire innanzitutto amicizia. A Torino i soci sono circa 600, e tra loro mantengono sempre buoni rapporti. Incominciano a conoscersi al corso per la patente, poi non perdono i contatti. «Ci sono anche parecchie donne tra di noi - dice Bavassano -. Sono le più determinate. Molti uomini, al contrario, dopo qualche mese dall'iscrizione si ritirano». Ma tra chi continua, nasce un rapporto di solidarietà che va avanti negli anni: «Ci aiutiamo in tutto. Quando serve una consulenza ospedaliera, c'è sempre un medico nostro socio pronto a dare una mano. E così in tutti i campi. Personaggi famosi? Ce ne sono tanti - sorride Bavassano -. Re Hussein di Giordania, il principe di Edimburgo. E da noi Francesco Cossiga, Antonio Gava. Tutti appassionati radiomatori». Silvia Greco Radìoamatori di un tempo

Luoghi citati: Edimburgo, Firenze, Giordania, Italia, Stati Uniti, Torino