La vita,un film in poltrona di Stefano Reggiani
La vita, un film in poltrona «Le famose coppie», raccolta dei dialoghi radiofonici La vita, un film in poltrona Un volume per ricordare Reggiani 7STITEFAN0 Reggiani è sciL*'volato via, lontano da «noi, in una domenica I | d'autunno, l'anno scorso. r^/jOggi la sua voce ritorna in un libro destinato a chi l'ha conosciuto e a chi l'ha amato. Colleghi, amici, compagni dei banchi di scuola o dei tavoli di redazione, in anni più lontani all'arena di Verona, poi a La Stampa, dal 1968, per oltre vent'anni. II libro, «Le famose coppie», stampato nella sua Verona, su carta che gli era familiare, dall'aristocratica Stamperia Valdonega che egli poteva scorgere dalle finestre di casa, raccoglie una scelta di dialoghi radiofonici scritti negli anni del soggiorno torinese. Dialoghi immmaginari di coppie storiche (ma anche Pinocchio e la Fata dai capelli turchini sono coppia storica), nel sottile gioco che rovescia ad ogni battuta i lineamenti e i caratteri dei personaggi, scomponendoli, mossa dopo mossa, in un caleidoscopio che alla fine ripropone verità nascoste, o probabili. Accade in casa Marx, dove Carlo cerca di convincere Jenny che la rivoluzione teorizzata nei libri ò cosa diversa dalla stabilità affettiva in famiglia e dalla rispettabilità di coppia. «Carlo carissimo, non so che dirti, tu dici che ci sono due Marx, quello che amo e quello che leggo. Può darsi, ma non so raccapezzarmi». A Verona, prima o dopo Shakespeare, Giulietta confida di provare per Romeo un amore tiepido, fatuo; sono i genitori e la nutrice a spingerla verso nuove emozioni. Lo stesso Romeo denuncia ingerenze («Figurati, hanno fatto sapere ai miei servi che c'è modo di scalare il tuo balcone per mezzo di una scala di corda») ma lui è innamorato di Rosalina, tutto il resto è frutto di equivoci. «... Dobbiamo uscire almeno puliti da questa situazione stupida e penosa che i nostri genitori, che le nostre famiglie ci hanno imposto. Il tuo Romeo». Napoleone e Giuseppina cercano il punto di incontro fra l'Amore e il Potere; D'Annunzio e la Duse fra l'Arte e la Seduzione; Tarzan e Jane riaffermano il primato della natura sulle metropoli industriali («Lotterò perché la giungla italiana torni il giardino d'Europa»). I Promessi sposi, in stato confusionale perfino sui veri propositi di Don Rodrigo, cercano un autore che li porti lontano dall'ambiguo Seicento: «... Ti bacio con passione lombarda e fiducia nei grandi scrittori italiani. Tuo Renzo». Tra Ingrid e Rick c'ò un passaggio che vale un nuovo «Casablanca» (o forse ò la variante, mai proiettata, di quello classico). In un possibile, o fantastico, remake, il pianista Sam propone di cambiare la storia, risuonare quella canzone e chiudere con un lieto fine. Ingrid invece supplica: «Rick, ti conosco, so che non farai una sciocchezza, so che non uscirai dal copione per dare ascolto a Sam. Un film è un film. Oppure no? Io non credo che si possano arrotolare o sciogliere i sentimenti come una pellicola. Credo che quella scena conclusiva all'aeroporto sia stata la scena irripetibile, la scena giusta. Per questo Rick ti prego, non riprovarci». Il Cinema, un amore che ha accompagnato tutta la vita di Stefano Reggiani. L'anno scorso, fra i tanti ricordi, uno apparve illuminante: forse per Stefano la vita era nei film che guardava dalla sua poltrona, al buio, mentre là fuori fervevano solo i preparativi per altri film. Anche negli ultimi tempi, quando la malattia cercava di impedirgli il passo, si illuminava se un collega gli chiedeva un giudizio su un film, un autore. «Ma vai sempre al cinema?» chiedeva con un lampo di soddisfazione. Quasi una complicità ritrovata fra chi non si arrendeva del tutto al piccolo schermo o a piccoli svaghi. Viveva il cinema, scriveva i suoi libri e le sue recensioni con segni lievi, ironici e disperatamente sinceri. Amava le persone care e vicine con tenerezza profonda e grande discrezione. E' stato sempre il suo stile onesto, civile e segreto, filtrato anche attraverso questi dialoghi che l'instancabile, coraggiosa moglie ha scelto fra tanti inediti, ricordi, testimonianze di un uomo che ha vissuto per scrivere, sempre, come sentiva lui. Al posto della prefazione si legge questa frase accorata e serena: «Qualche volta penso a tutte le cose che vorrei e potrei fare, se ne avessi il modo e il tempo. Perché uno cerca che qualcuna delle sue parole resti, magari solo per gli amici intimi, per ubbie, forse, per non essere stato inutile, e aver lavorato, con le parole, inutilmente. Mi piacerebbe, all'occorrenza, che tu non buttassi via tutte le cose scritte e magari trascegliessi le meno laide per farne un regalino, un librino...». Roberto Franchini Stefano Reggiani: un libro nel primo anniversario della scomparsa
Persone citate: D'annunzio, Duse, Marx, Reggiani, Roberto Franchini, Shakespeare, Stefano Reggiani
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