Un pacifico assalto alle caserme

Un pacifico assalto alle caserme Per il 4 Novembre, cerimonie e mostra di materiali e mezzi in dotazione all'Esercito Un pacifico assalto alle caserme L'ospedale elitrasportabile La città ha aperto le porte ai suoi militari (alle 9 di ieri mattina alza bandiera in piazza Castello) e i soldati hanno aperto le porte alla città. Così nelle caserme, per la tradizionale ricorrenza del 4 novembre, in una giornata dall'aria frizzante, Torino ha proseguito i festeggiamenti, che s'erano iniziati sabato, per ricordare l'Unità Nazionale e le Forze Armate, sotto un cielo terso e con il beneficio scenico del nitido contorno delle Alpi. Nelle caserme si è riversata una folla di famiglie curiose, di militari con i parenti, di alpini vecchio stampo e pieni di nostalgia. Punto di maggior richiamo la caserma Morelli, di corso Unione Sovietica, nel vasto cortile della quale è stata allestita la mostra di materiali e mezzi in dotazione all'esercito. All'inaugurazione, accolto dal picchetto d'onore, ha presenziato il generale Quintana, comandante della Brigata Motorizzata Cremona. I cronisti sono stati accompagnati in visita ai vari settori dal capitano Marchesi. Dal campo Meteomont, a dimostrare il lavoro degli alpini addetti alla sorveglianza delle «bizze» che può fare la montagna - prevenzione delle valanghe, rilevamento dei venti e della consistenza della neve, collegamento con il Meteosat -, al centro che permette, in tempo reale, di avere via computer tutti i dati della chiamata di leva per la Regione Nord Ovest, il percorso era punteggiato di bambini che sventolavano patriottiche bandierine plastificate c che allargavano le braccia verso i genitori chiedendo, implicitamente, di essere messi su un carro armato o su un altro mezzo, enorme, mai paghi di poter toccare quei «giocattoloni» che scatenano la fantasia infantile. «Giocattoli» dei quali il nostro «Cicerone», con la fascia azzurra a traversare il petto («retaggio di Casa Savoia»), ha illustrato le caratteristiche tecniche, abbassando impercettibilmente il tono, e mostrando la sensibilità di chi ama l'organizzazione, ma di certo non la guerra, quando si trattava di parlare delle capacità belliche dell'armamento, della potenza di gittata dei cannoni. Ed ecco l'AB 206, l'elicottero marca Agusta, chiamato familiarmente «scout», un ragazzino tra gli elicotteri, maneggevolissimo, ma un «ragazzino» armato di mitragliatrici che sparano un'incredibile quantità di colpi al secondo, «in caso di necessità». Fiore all'occhiello è stato l'ospedale da campo elitrasportato del reparto sanitario della Brigata Taurinense, mostrato con orgoglio da ufficiali e crocerossine al comandante della Brigata Alpina Taurinense, generale Cabigiosu: tempo di messa in opera delle attrezzature, 100 minuti. Con tanto di sala chirurgica che, completamente isolata, è sterile e consente di poter eseguire interventi di emergenza: il battesimo l'ha avuto nel settembre di due anni fa, in Turchia, quando durante un programma di esercitazioni ci furono feriti tra i soldati. L'ospedale è completato da una piccola corsia di degenza, da un laboratorio analisi in grado di fornire in 3 minuti esami del sangue completi. Docce e servizi igienici. Quello che maggiormente ha risvegliato la curiosità dei visitatori è stato però il «settore Commissariato», che si occupa di approvvigionamenti e di organizzare al meglio la permanenza dei militari nei ranghi dell'esercito. Ecco il «panificio mobile campale», con i panificatori all'opera, tra fumanti ceste di pane appena cotto e profumo di pizza che si levava dal forno. Di fronte alla struttura, composta di due grandi rimorchi, sono state preparate tavole con tovaglie a quadretti, attorno alle quali i visitatori, attirati dagli effluvi di mozzarella, pomodoro e pasta appena sfornata, hanno subito fatto ressa, accogliendo, con entusiasmo di cavallette, le grandi teglie di pizza già a porzioni, offerte da eleganti e giovanissimi camerieri. Tutto secondo i piani, insomma, con il beneplacito di una giornata radiosa. E per un giorno sono state dimenticate le magagne che assillano le Forze Armate, le polemiche sulle caserme, sui suicidi, sulla droga che riesce a trapassare anche le mura più fortificate, sulla crisi, sia pure non confessata oppure ammessa a denti stretti, di un appa- rato alla ricerca di una nuova identità. Qualcuno, ieri, lo diceva: «Lo Stato deve decidere che fare dell'esercito: se ritiene che serva ancora in questa veste, allora provveda a renderlo più efficiente. Se crede, invece, che debba essere utilizzato in altro modo o abolito, lo dica. Ma chiaramente». Alla gente comune piace pensarlo impegnato nelle imprese di protezione civile, nelle quali si è sempre distinto, quando la preparazione e l'efficienza non si coniugano con l'uso delle armi. [d. dan.] Caserme «aperte», com'è tradizione, per il giorno del 4 novembre che ricorda Vittorio Veneto e la fine della prima guerra mondiale. Bambini (e genitori) accanto alle mitraglie, sulle autoblindo, a cavallo dei cingoli

Persone citate: Bambini, Cabigiosu, Marchesi, Morelli, Quintana

Luoghi citati: Savoia, Torino, Turchia, Vittorio Veneto