Ecco la base di Alghero

Ecco la base di Alghero Ecco la base di Alghero E'La Speranza, vicino a Marrargiu Otto chilometri da Alghero, sulla destra: un cancello basso e nemmeno troppo fitto di sbarre, di quelli che da queste parti si usano per chiudere i pascoli. Come tanti misteri, la base della «Gladio», un edificio per cinquanta, sessanta persone, si nasconde dietro un'apparenza banale. Unico indizio, il cartello «zona militare: limite invalicabile», del resto familiare in tutta la Sardegna. La località è segnata sulle carte come Torre Poglina, ma i locali la chiamano «La Speranza» per via della rada, dove le barche trovano l'unico ridosso ai venti da Nord. Oltre Poglina, Capo Marrargiu si protende nero e inaccessibile verso la Spagna, nascondendo alla vista Bosa e la foce del Temo. La strada fu iniziata nel dopoguerra ma rimase interrotta, nonostante le proteste, fino alla fine degli Anni 70 Nessuno, forse, pensò di mettere in relazione lo stop ai lavori con il sorgere di un centro «guastatori» nella zona, allora completamente deserta. Adesso la base è un lungo giro di fili spinati e muretti, che circoscrivono un appezzamento di 4-5 ettari, compreso tra la statale e il mare. A sbirciare oltre i muretti, non si capisce che cosa separino: da ambo le parti, infatti, si stende monotona la macchia spinosa tipica della Nurra. Solo scendendo al mare appare un edificio a due piani, con l'aspetto di una colonia marina. Si stenta a credere che quello sia il luogo dove l'antistato avrebbe addestrato i suoi eserciti per oltre trent'anni. Racconta il corrispondente locale di un quotidiano sardo: «C'è da ridere. L'abbiamo sempre saputo che era un centro Nato, ma questa è un'al¬ tra faccenda: l'isola pullula di servitù militari, in giro ci sono quasi più auto targate Afi, American Force in Italy, che sarde. Da una settimana, grazie a Gladio, c'è un traffico quasi estivo. Due giorni fa, l'inviato di un quotidiano dell'Emilia s'è introdotto di nascosto nella base, ha ficcato il naso ed è ripartito deluso. Se le cose stanno davvero così, sono riusciti a nascondere bene la verità anche a noi». Pure, insieme con le risate, si nota un certo riserbo, nella provincia che ha dato alla de due presidenti della Repubblica, Segni e Cossiga, numerosi cavalli di razza, come Mario Segni e Giovanni Berlinguer, e anche un avversario del calibro di Enrico Berlinguer. A due passi da Alghero è nato e abita l'onorevole de Giuseppe Pisanu, più volte sottosegretario alla Difesa. Uno che potrebbe sapere molte cose, dicono in paese. Ma se le sa, le tiene per sé: «Di questa storia sono sempre stato all'oscuro, e come me tutti i ministri della Difesa per cui no lavorato. Qui si tratta veramente di forze che, seppur dentro lo Stato, lavoravano contro di esso. Non mi faccia dire altro». La domenica nei bar di Alghero si discute di tutto, ma non della base Nato. «Non parliamone, chissà qual è la verità», taglia corto un amico. Tra la folla che sorseggia l'aperitivo in piazzetta civica, c'è un maresciallo della Polizia in pensione: «Ricordo che un giorno un collega carabiniere, ma parliamo di dieci anni fa, mi aveva confidato che stava cercando di entrare in forza lì dentro, perché gli stipendi erano altissimi. Pagati direttamente dalla Presidenza del Consiglio, e questo particolare mi aveva colpito». Qualcuno accenna a depositi di armi. A insistere tra i presenti salta fuori un aneddoto inquietante: «Una decina d'anni fa, forse più: un incidente con due morti e feriti alla Speranza. Dissero che si era rovesciata una camionetta, ma capimmo subito che poteva essere stato lo scoppio di un ordigno. 1 feriti furono trasportati all'ospedale civile, i militari non fecero entrare nessuno tranne i medici. Nemmeno il pretore, che quindi non potè svolgere alcuna indagine». Verso il mare, lo scoglio della Speranza è ben visibile da Alghero. Una zona rocciosa, con fondali molto ambiti dai sub. «Fino a cinque anni fa - ricorda uno era assolutamente off-limit: guai ad avvicinarsi a più di cento metri, iniziavano a sparare in aria. Poi la sorveglianza si è allentata, ora si riusce perfino a sbarcare». E i famosi «elicotteri bendati» che trasportavano i «gladiatori» da Fertilia alla base? «Grandi velivoli a due rotori, fino a due o tre anni fa passavano anche in pieno giorno». Fatto bizzarro, in paese non si trova nessuno che abbia lavorato alla base, né come civile né come militare. Gli operai venivano avvicendati ogni due o tre giorni. Ad Alghero abita l'ex-comandante della Speranza Ermanno Natoli, che l'ha diretta dall '70 all'87. Si tiene abbottonato: «Inutile tirar fuori queste notizie, si rischia di dare la stura alle illazioni più inverosimili. Quello che posso dire è che già nell'87, venendo meno i presupposti che ne avevano suggerito la costituzione, la base fu declassata». Maurizio Menicucci

Luoghi citati: Alghero, Emilia, Marrargiu, Sardegna, Spagna