PASOLINI IN VIDEOCASSETTE

PASOLINI PASOLINI IN VIDEOCASSETTE Edipo re), esso costituisce in realtà una sorta di eccellente introduzione all'opera filmica di Pasolini, cui fa da premessa il bel documentario di Ivo Barnabò Micheli. A futura memoria: Pier Paolo Pasolini, da lui realizzato nel 1985 con materiale raro e interessanti interviste ad amici, parenti, colleghi, intellettuali e politici (da Andreotti a Fortini, dalla Betti a Citti e a Davoli, da Moravia a Naldini, dal procuratore Di Gennaro all'«assassino» Pelosi). Proprio partendo da questo film-inchiesta è possibile ripercorrere alcune tappe della carriera cinematografica pasoliniana fra il 1961 e il 1967, cioè fra Accattone ed Edipo re, due dei suoi film più belli e significativi, anche per i risvolti autobiografici in essi presenti, soprattutto nel secondo. Ed è interessante allora fermarsi sulle immagini di queste due opere molto moderne e sulle loro sequenze esemplari, da esse risalire alla purezza di linguaggio di Uccellacci e uccellini, il film che segna una sorta di confine tra il circolazione limitatissima e che invece avrebbe meritato un diverso trattamento. A più di venticinque anni di distanza, questa inchiesta sul sesso in Italia pare assumere un carattere quasi storico, un poco memoriale e nostalgico, e tuttavia si fa ammirare per la coerenza intellettuale, l'impegno morale, il rigore d'un linguaggio spoglio, elementare: caratteri, questi, che racchiudono uno degli aspetti fondamentali dell'arte pasoliniana. Arte che pare affievolirsi e intorbidarsi nella Rabbia del 1963, di cui Pasolini realizzò il primo episodio (il secondo è di Giovanni Guareschi!). E' un film sul 1963, sulla paura della guerra, sulla violenza, sulla morte, in larga misura confuso e contraddittorio; ma che contiene alcune pagine ammirevoli, ancora oggi commoventi, come la poesia audio-visiva dedicata a Marilyn Monroe. Il film è ora disponibile in una buona cassetta della Panarecord nella collana «Classic Collection» (L. 24.900). primo e il secondo Pasolini, e poi immergersi nell'attualità di Comizi d'amore del 1964 e contemplare la perfezione stilistica della Ricotta, uno degli episodi del film antologico Rogopag del 1963. E' un percorso che lo spettatore è invitato a fare, se vuol cogliere la coerenza, probabilmente casuale, di questo cofanetto. Ma soprattutto è un'occasione per vedere un film come Comizi d'amore, che allora ebbe una Gianni Rondolino