Ebrei russi

Ebrei russi Ebrei russi 18.000 vogliono tornare in Urss TEV AVIV. Diciottomila ebrei russi immigrati in Israele dall' Unione Sovietica hanno chiesto il visto per poter rientrare in patria, perché delusi dalle condizioni di vita nello Stato ebraico e, probabilmente, perché impauriti di fronte alla possibilità di una guerra con l'Iraq. Lo ha scritto ieri il settimanale israeliano «Kol Ha Emek», che si pubblica in Galilea, citando un funzionario della delegazione consolare sovietica a Tel Aviv. Ieri migliaia di pendolari palestinesi hanno fatto ritorno in Israele dai territori occupati, dove erano rimasti confinati per quattro giorni dopo l'ondata di violenze della settimana scorsa. Per evitare il ripetersi di incidenti, le autorità hanno inasprito i controlli ai posti di valico e potenziato i pattugliamenti delle strade. Lo scopo è di selezionare maggiormente gli arabi che lavorano in Israele, per evitare che tra di loro si infiltrino terroristi o comunque persone detenute in passato per reati politici. Ad Ashdod, nel Sud del Paese, due automobili palestinesi hanno avuto i parabrezza infranti da sassate per opera, presumibilmente, di estremisti ebrei. Nel campo profughi di Jabalya, a Gaza, una pattuglia militare è stata attaccata con armi da fuoco e decine di persone sono sta 'i arrestate. Incidenti anche a Dura, vicino a Hebron, in Cisgiordania, dove alcuni soldati, aggrediti, hanno sparato ferendo un palestinese. Per essersi rifiutato di prestare servizio nei territori sotto occupazione militare il tenente Nir Keinan è stato espulso dalle forze armate israeliane. Keinan era considerato un ufficiale di grande valore, ed era stato elogiato dal comandante della regione militare settentrionale, generale Yosi Peled, lo scorso maggio in occasione della festa di indipendenza di Israele. (Ansa-Agi)

Persone citate: Dura, Keinan, Nir Keinan, Yosi Peled

Luoghi citati: Cisgiordania, Gaza, Iraq, Israele, Tel Aviv, Unione Sovietica, Urss