Un Martini molto secco

Un Martini molto secco SEGRETISSIMO Un Martini molto secco MENO male che abbiamo Piero Angola. L'uomo che penetra nei segreti dell'incudine e del martelletto e che, prossimamente, svelerà anche il mistero dei glomeruli di Malpighi. Le sue discese spericolate nel cerume del dotto uditivo ed il suo motto (Villi, sempre villi, fortissimamente villi) hanno talmente impressionato l'ex capo dei servizi segreti (detto anche Martini secco a causa di quell'olivetta farcitagli personalmente da Andreotti) da fargli esclamare in preda alla più viva rabbia professionale: omissis suo pare, omissis sua mare, omissis la figlia di sua sorella. Era omissis pure quella, era omissis pure quella! Con la conseguenza immediata di far attaccare l'ammiraglio al telefono per arruolare seduta stante il nostro inviato nel fantastico mondo del piloro incantato. Con il compito preciso di predisporre le sue solite accuratissime schede informative, corredate da disegni animati e da modellini in scala, per una nuova trasmissione prodotta da Tele Sifar dal titolo: La macchina meravigliosa: viaggio nel corpo (separato) dello Stato. Inutile dire che Angela fu immediatamente affascinato dall'impresa. Perché nessuno era mai riuscito a penetrare all'interno dei meandri oscuri dell'intelligence. Si sapeva vagamente che tutto dipendeva dal Cervello. Ma ogni volta che si era pensato di aver finalmente raggiunto la sede segreta della memoria (quell'antro inesplorato cioè che, come un classificatore, faceva emergere dal subconscio lettere, pannelli, tazzine di caffè, piani di golpe, di sciacallaggi politici, di stragi su treno e/o su piazza, di logge, di leggi, di frizzi e di lazzi) allo scienziato indagatore o al giornalista divulgatore capitava regolarmente di imbattersi in eserciti di anticorpi tali che sarebbero stati in grado di debellare da soli persino l'ossessione della morte (altrui) 1 insita nell'assenteista Ego I sgarbiano. Ma, evidentemente, non avevano fatto i conti con la tenacia e l'inventiva di Angela, che per questo era stato soprannominato Testa di quark. E la mossa d'esordio confermò infatti tutta la sagacia strategica del nostro eroe. Che scelse, senza troppo pensare, un obiettivo qualsiasi tra i mille possibili. Seguendo l'ordine alfabetico che, secondo le ferree direttive dell'ammiraglio, cominciava (e finiva) con la A di Giulio. Furbescamente evitò la ben nota vastità di quei padiglioni auricolari immortalati dall'Atlante anatomico del Forattini, per intrufolarsi direttamente nella sede deputata alle emicranie più famose d'Italia, nascosto in una compressa d'aspirina. Purtroppo si rese però subito conto dell'inutilità dell'impresa. Perché il paesaggio appariva desolatamente vuoto. Non c'era infatti nessuna cassaforte inserita nelle circonvoluzioni più riposte. Nessuna scrivania con stipi segreti mimetizzati nell'occipite. Non un quadro sulle pareti epiteliali. Nemmeno un crittogramma negligentemente abbandonato a galleggiare nel liquido aracnoideo. Tutte le cose cioè che di solito provocano mal di testa atroci. A sé e agli altri. Ad Angela non restò quindi che abbandonare l'impresa. Ma era appena salito su uno stimolo nervoso e stava attraversando la fascia dei muscoli mimici della guancia, quando sentì improvviso il rilassarsi di un sorriso tutto intorno a sé. Controllò allora il suo mini decodificatore di impulsi e lesse: «Passata è la tempesta, odo AuGelli far " sta»...

Persone citate: Andreotti, Cervello, Forattini, Piero Angola, Villi

Luoghi citati: Italia