Il fascino di Perlemuter

Il fascino di Perlenmuter A Torino per l'Unione Musicale il pianista antidivo lituano Il fascino di Perlenmuter L'uomo che «rubò» il segreto a Ravel Nicolas Nabokov, fratello del celebre autore di Lolita, musicista e giramondo è autore di un bel libro di memorie intitolato Cosmopolite in cui narra il destino dei musicisti erranti della prima metà del nostro secolo. Furono tanti: Rachmaninov e Stravinski, pianisti come Horowitz, Magaloff, Rubinstein, una vera schiera di profughi dell'arte dei suoni. Uno di questi è Vlado Perle muter, nato nel 1904 in Lituania e approdato prestissimo a Parigi. Essere pianista e antidivo sembra una contraddizione di termini, da qualche tempo però per quella speciale categoria nutriamo un interesse crescente, specialmente da quando ha cominciato a brillare l'astro postumo di Glenn Gould. Non esistono analogie esplicite tra Gould e Perlemuter però entrambi, e si potrebbe aggiungere il russo Sofronitsky, irradiano un fascino diverso. Perlemuter terrà a Torino mercoledì sera per l'Unione Musicale un recital e si tratta di un avvenimento così eccezionale che vorremmo richiamare un poco l'attenzione degli ascoltatori su quel «fascino diverso». In gran parte la sua notorietà è legata alle interpretazioni di Ravel e gli ascoltatori torinesi potranno ascoltarlo nella Sonatine, nei cinque Miroirs e nel monumentale Gaspara de la nuit. Punto di riferimento è per la maggior parte di noi, allorché si tratta di ascoltare questa musica, l'interpretazione che negli anni ce ne hanno via via offerto pianisti come Gieseking, Michelangeli o il francese Samson Frangois. E' possibile che per una sera Perlemuter riesca a farci dimenticare tutti quegli splendori in nome di un'arte diversa introducendoci per altre vie più segrete nel cuore misterioso della musica di Ravel. Nel lontano 1927 Perlemuter cominciò a studiare quelle opere sotto la guida di Ravel. Andava a trovarlo nel suo chalet a Monfort L'Amoury dove il Maestro viveva in una sorta di malinconico eremitaggio e nel minuscolo studio su un grande Erard color noce suonava ed ascoltava con devota intelli¬ genza le osservazioni del musicista. In quelle ore di studio riuscì a carpire una quantità impressionante di segreti e si tratta sempre di segreti della profondità che smentiscono qualsiasi approccio spettacolare all'opera. I ritmi delle pagine più nervose ed aguzze dei Miroirs, l'argentea eterea eppur calibratissima levità di tocco della Sonatina, quelle note perno dalle quali si irradia nel fluire delle scale e degli arpeggi un filo nascosto di melodia, questi ed altri tesori Perlemuter seppe accumulare in quelle ore di studio andando più di qualsiasi altro interprete vicino al segreto della musica di Ravel. Valga a mo' di esempio il ritmo esasperatamente lento del Gìbet in Gaspara de la nuit: Ravel lo voleva quasi immobile perché solo così la pagina irradia la sua funebre e stregante suggestione. Il «fascino diverso» è dunque quello dell'intelligenza capace di strappare dal volto dell'opera ogni gratuita maschera di bellezza. Enzo Restagno

Luoghi citati: Lituania, Monfort, Parigi, Torino