Natale negozi a singhiozzo di Gian Carlo Fossi

Natale, negozi a singhiozzo Raffica di scioperi per il nuovo contratto del settore commercio Natale, negozi a singhiozzo In ballo oltre un milione di lavoratori ROMA. E' scontro duro sul rinnovo del contratto nel commercio, che interessa centinaia di migliaia di aziende di diversa dimensione e oltre un milione di lavoratori. In tutta Italia si susseguono scioperi articolati, mentre i sindacati minacciano di intensificare la pressione proprio in vista delle feste natalizie. Ma la Confcommercio è ferma nella posizione assunta il 9 ottobre, quando le trattative furono interrotte per l'impossibilità di proseguire il dialogo su una piattaforma che, a suo giudizio, prevede rivendicazioni insostenibili per le imprese sotto il duplice profilo economico e normativo. Anche sul fronte delle cooperative della distribuzione commerciale si è ai ferri corti: la proclamazione di astensioni dal lavoro nel settore, nonostante qualche apertura delle rappresentanze imprenditoriali, ha provocato reazioni negative. «L'atteggiamento sindacale - osserva l'Associazione nazionale tra le cooperative di dettaglianti aderente alla Lega - non potrà non avere ripercussioni sul negoziato che prosegue con un incontro fissato per giovedì e venerdì». Le posizioni delle parti sono molto distanti, per il momento assolutamente inconciliabili. «Ci siamo trovati di fronte ad una piattaforma - precisa Sabatino Madiai, vicepresidente della Confcommercio e capo della delegazione confederale per il contratto - estremamente articolata e pesante. Se dovesse trovare pratica attuazione, determinerebbe un aumento del costo del lavoro valutabile per il prossimo triennio nel 40%. Un onere insopportabile da parte delle aziende, già gravate da un carico di spese che rende difficile una gestione efficiente delle risorse». In questa vertenza, come in quelle dei metalmeccanici e di altre categorie impegnate nei rinnovi, la dinamica del costo del lavoro è al centro della contesa, tanto più ora che si cominciano ad avvertire rilevanti contraccolpi della crisi del Golfo e si è in attesa della stangata fiscale e contributiva decisa dal governo. «E' un problema reale per le imprese - sottolinea Madiai - perché il mercato detta regole rigide per rimanervi ed essere competitivi. Ecco allora che non possiamo favorire il sorgere di aspettative scarsamente realizzabili. Siamo convinti che l'attuale contesto economico non consenta, anche in vista dei problemi connessi con la prossima integrazione dei mercati europei, la proposizione di rivendicazioni come quelle contenute nella piattaforma». Né, d'altra parte, è venuta dai sindacati - insistono i commercianti - alcuna dimostrazione che esistono o sono a portata di mano le compatibilità per fare un accordo tanto oneroso o che le rivendicazioni siano coerenti con i livelli di pro¬ duttività delle imprese». Il dissenso riguarda quasi tutti i punti. La Confcommercio respinge la richiesta di riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, ritenuta in netta controtendenza rispetto all'attuale allargamento delle fasce di apertura e di chiusura dei negozi e alla necessità per tutti i gestori di ampliare il servizio. «No» anche in merito ai temi del part-time e dei contratti a termine, nonché sull'ampliamento dei diritti e delle tutele, esclusa la questione dei licenziamenti collettivi che avrebbe dovuto essere regolamentata già nel passato contratto. Ed ancora negativo il parere della Confcommercio sui miglioramenti richiesti per i quadri, sulla entità degli aumenti salariali per tutti i lavoratori, sull'incremento della maggiorazione per lo straordinario e sulla modifica dei parametri retributivi. Diametralmente opposta la tesi dei sindacati. La piattaforma sostengono la Filcams-Cgil, la Fisascat-Cisl e la Uiltucs - è «pienamente valida, compatibile rispetto al settore e carica di valore innovativo per il lavoro nel terziario e per le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici». E', dunque, difficile prevedere, in una situazione del genere, una ripresa del confronto a breve scadenza in sede sindacale. Né, a quanto pare, è stato richiesto un intervento conciliativo del ministro del Lavoro Donat-Cattin. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Donat-cattin, Madiai, Sabatino Madiai

Luoghi citati: Italia, Roma