L'Italia aiuta l'Est con 900 miliardi

L'Italia aiuta l'Est con 900 miliardi Il «meeting» alla Fondazione Cini L'Italia aiuta l'Est con 900 miliardi Golfo: la Trilaterale ammonisce sui rischi legati alla recessione VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO L'Europa occidentale resta in prima fila, soprattutto unita, nel contribuire al rafforzamento delle fragili democrazie nate nell'Est con il collasso del sistema comunista ma spetta alle iniziative dei singoli Stati membri della Comunità il compito di varare proposte concrete di aiuto. E anche l'Italia farà la sua parte: 900 miliardi di lire, in tre anni, da destinare ai Paesi dell'ex blocco orientale, Urss compresa, cifra già inclusa nella legge finanziaria da autorizzare ora in dispositivo di spesa nel dibattito a Montecitorio tra due settimane. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Gianni De Michelis alla conclusione del meeting pentagonale che ha riunito presso la Fondazione Cini, nell'Isola di San Giorgio, i rappresentanti della Mitteleuropa (Austria, Jugoslavia, Ungheria, Cecoslovacchia) che stanno bussando alle porte della Cee in vista dell'integrazione con i parenti ricchi del Continente. Dal prossimo anno è prevista l'erogazione di 150 miliardi, saliranno a 250 per l'esercizio 1992, diventeranno 500 miliardi nel 1993. In sostanza è la corsa congiunta contro il tempo che partendo da svariate direttrici si conclude sotto un unico traguardo, la rapida, soprattutto efficace riduzione del divario economico che separa ancora le due Europe. Inquadrato nel vasto programma di cooperazione politica messo in cantiere verso Belgrado, Praga e Budapest, il contributo italiano servirà pertanto a finanziare numerosi progetti di interscambio dagli obiettivi comuni alle singole comunità nazionali. Una lista quasi infinita di interventi, dall'ecologia ai trasporti, dalla formazione professionale ai problemi energetici, mirata a rendere più organica l'assistenza globale. Ma restano in piedi, al di là delle buone intenzioni, i molteplici punti di frizione di carattere bilaterale, come la guerra dei Tir fra Italia ed Austria, e qui appunto la Pentagonale, nata nell'agosto 1989, comincia a dimostrare la sua validità quale camera di compensazione dei conflitti regionali. Lo ha ricordato il ministro degli Esteri austriaco Alois Mock citando i risultati scaturiti dalla politica del «buon vicinato», di Vienna cioè che confida di superare il contenzioso sul traffico su strada tramite la costruzione di un megatunnel attraverso le Alpi tramite il concorso europeo. C'è poi il problema dell'abolizione dei visti di viaggio, anacronistici - ha detto l'ungherese Tade Alfoldy - «dopo la caduta della cortina di ferro», inutili «se si vuole incrementare il flusso turistico». Mano tesa quindi ai vicini affinché agevoli pure il contenimento dei contrasti etnici che stanno dilaniando la Jugoslavia, spaccata fra il centralismo serbo e le ventate indipendentiste croata e slovena, tema che è stato evocato dal ministro degli Esteri di Belgrado Budomir Loncar nell'incontro allargato ai membri della-Commissitme Trilaterale, il club privato di politici ed imprenditori dell'Europa, Stati Uniti-e Giappone radunati a Venezia da sabato per un consulto sulle principali crisi del momento. Ecco ora irrompere l'incognita della crisi del Golfo, spettro che ha aleggiato a lungo sull'incontro veneziano condizionandone i risultanti. Il compito di fungere da portavoce delle apprensione generali è caduto sulle spalle di David Rockefeller, erede della grande dinastia dei banchieri americani con accenti assai allarmistici. «Se il mondo civile può trarre motivi di conforto dal blocco unanime di condanna all'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, permane il pericolo dell'intervento militare sotto l'egida delle Nazioni Unite qualora il blocco dell'Irak fosse inefficace. In ogni caso le conseguenze del caropetrolio sono purtroppo evidenti. Dopo otto anni di espansione siamo piombati nella recessione mondiale, forse inevitabile, certamente inopportuna. Adesso si tratta soltanto di misurarne la durata e la profondità». Piero de Garzarolli

Persone citate: Alois Mock, David Rockefeller, Gianni De Michelis, Loncar, Piero De Garzarolli, Saddam Hussein