Centro commerciale in svendita, ma l'asta va deserta

Centro commerciale in svendita, ma l'asta va deserta Centro commerciale in svendita, ma l'asta va deserta La prima asta è andata deserta per mancanza di concorrenti. Ma il Comune di Settimo è deciso a ripetere l'esperimento. Così assicura l'assessore al Patrimonio Mario Capato (de): la giunta, sindaco in testa, è d'accordo. «Vogliamo disfarci degli immobili di nostra proprietà che costano molto e rendono poco o nulla» assicura il vicesindaco Pier Paolo Bigone (de). Ma il primo tentativo di attuare questa politica al risparmio non sembra andare nella direzione giusta: nessuno vuole il centro commerciale di via Cena, costruito otto anni fa con il contributo di 500 milioni della Regione. Un perito incaricato dal Comune aveva stabilito il valore dell'immobile in 1 miliardo e 90 milioni, ma la cifra ha spaventate i soci della Coop che ha in affitto il supermercato alimentare, e i gestori dei dieci negozi specializzati che completano il centro. «Non vale nemmeno la metà - dicono in via Cena -, qui tutto sta andando in rovina». «Rifaremo l'asta - assicura Capato - e questa volta sarà aperta a tutti i commercianti, e non solo agli attuali gestori del centro. E non è detto che il prezzo debba essere ridotto». Se Comune e commercianti litigano sul valore della struttura, nessuno contesta che la proprietà del centro non è un affare, almeno per l'ente pubblico. «In tutto ricaviamo 41 milioni all'anno - dice l'assessore al Commercio Franco Verni (psi) -. Gli affìtti sono volutamente bassi per favorire la funzione di calmiere dei prezzi dei generi alimentari sulla piazza di Settimo. Una politica che non sempre ha dato i frutti sperati». Il centro è aperto dal febbraio dell'82 e ogni anno gli affitti sono lievemente ritoccati, ma restano ancora di molto inferiori a quelli di mercato. Ora il centro ha bisogno di lavori urgenti di «La legge Gozzini viene applicata male, sono necessari numerosi ritocchi soprattutto in quei parametri richiesti per la scarcerazione di certi detenuti, che, non chiari e ben specificati, rimettono praticamente tutto nelle mani dei giudici». Lo ha sostenuto il direttore degli istituti di pena, Nicolò Amato, intervenendo ieri alla festa degli agenti di custodia che si è svolta al cinema-teatro delle Vallette. Oltre ad Amato, hanno partecipato le principali autorità civili e militari di Torino e numerosi agenti di custodia del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Nel corso dell'incontro, da parte di molti, è stato espresso parere favorevole alla legge di prossima approvazione che prevede la smilitarizzazione del corpo degli agenti di custodia, la sua trasformazione in corpo di polizia penitenziaria nonché la possibilità di organizzarsi sindacalmente. manutenzione, una spesa non indifferente che il Comune non è disposto ad affrontare. «Occorrono 200 milioni» dice il vicesindaco Bigone, mentre «per gli operatori del centro la cifra va moltiplicata almeno per 3». Il progetto della giunta, presieduta dal sindaco socialista Giovanni Ossola, non trova favorevole il gruppo comunista che in Consiglio ha dato battaglia sull'argomento. «La giunta - ripete l'ex assessore ai Lavori pubblici, Aldo Corgiat - vuole disfarsi del centro perché non sa che fare di un immobile che necessita di riparazioni. Se il Comune ricava poco rivediamo gli affitti e rilanciamo con opportune iniziative, che coinvolgano tutti gli operatori, la funzione del centro con una politica del commercio a sostegno delle piccole aziende, nel confronto con la grande distribuzione». Piero Galasco