L'ADRIATICO DA SCRIVERE di Raffaele Nigro

L'ADRIATICO DA SCRIVERE L'ADRIATICO DA SCRIVERE OSTUNI L mare che spesso separa le terre, talvolta le unisce. E' il caso dell'Adriatico. Per secoli ha costituito il luogo di incubazione per la cultura dei popoli delle due sponde, ispirando poeti e narratori, favorendo flussi migratori continui. All'Adriatico è legata in qualche modo la vita di Foscolo, quella del Tommaseo. Su questa quinta marina si muovono Pascoli, D'Annunzio, Marin, Bacchelli, Tombali. Ed è ancora tutta da scrivere la storia della cultura letteraria legata a questo bacino. Proprio per avviare una perlustrazione sui comuni trascorsi culturali, ma soprattutto per promuovere scambi di idee, di testi, di traduzioni, si sono incontrati ad Ostuni, la città bianca della murgia nord brindisina, scrittori jugoslavi, albanesi e italiani. Tra Italia e Jugoslavia ci sono stati nel '900 rapporti di buon vicinato che hanno permesso la pubblicazione in entrambi i Paesi di molti volumi. Andrijch e Bulatovich da tempo sono conosciuti qui in Italia e qualche anno fa conobbe un discreto successo il Dizionario dei Cazari di Pavel Pavich, mentre sono in via di traduzione i versi della novantaduenne Desanka Maximovich, la pasionaria serba ospite nell'89 del gruppo barese «La Vallisa». Da parte loro, gli jugoslavi, nonostante una situazione linguistica quantomai variegata (si parlano in Jugoslavia ben ventisette lingue), hanno introdotto anche nella scuola i nostri maestri della classicità, da Dante a Boccaccio a Verga a Pirandello, a Sciascia. La crisi della carta ha costretto a segnare il passo nell'attività editoriale, tuttavia sono stati introdotti anche Buzzati, Calvino e sono in via di traduzione molti contemporanei. Meno florida la situazione dell'Albania. Va subito detto che in Italia è conosciuta a tutt'oggi: soltanto la narrativa di Ismail Kadarè e che una documentata antologia di poeti albanesi fu realizzata anni orsono da Joice Lussu, mentre non si è ancora pensato a tradurre L'ascesa e caduta del compagno Zulo, di Dritero Agolli, pubblicato lo scorso anno da Gallimard e in testa alle classifiche dei libri più venduti in Francia. Se la narrativa borghese italiana e la maggior parte dei libri di Moravia erano sconosciuti in Albania, grande interesse ha mostrato questo Paese per la nostra classicità. Dante è studiato a scuola e diffusi sono i corsi di lingua e letteratura italiana. Fortemente diffusi sono cinema e narrativa del nostro Neorealismo. Molto amati sono Vittorini e Pavese ed è tale l'attesa di certi titoli e di certi autori italiani che II consiglio d'Egitto di Sciascia ha venduto in duetre ore, subito dopo l'uscita a Tirana, oltre trentamila copie. Ma a breve, ci riferisce Pirro Misha, responsabile del Dipartimento per l'editoria, saranno tradotti De Carlo, Del Giudice, Prisco, la Loy e molti di quegli autori che erano rimasti finora difficilmente importabili in Albania. Erano presenti ad Ostuni: Nasi Lera, Diana Culi, Zija Cela, Theodor Keko, Pirro Misha, Dragan Mraovich, Dashnor Kokonozi, in rappresentanza degli scrittori albanesi e jugoslavi. E tra gli italiani: Nino Casiglio, Lino Angiuli, Tano Citeroni, Raffaele Crovi, Vito Maurogiovanni, Luciano Luisi, Claudio Marabini, Gino Montesanto, Michele Prisco, Michele Dell'Aquila. Dall'incontro è nata un'Associazione degli scrittori dell'Adriatico, i cui organi di informazione sono stati indicati nelle riviste «In/Oltre» per l'Italia, «Drita» e «Nentori» per l'Albania e la «Battana» per la Jugoslavia. Molti gli editori presenti, da Nunzio Schena ad Angelo Manuali a Lorenzo Capone a Mario Congedo e Piero Lacaita, in rappresentanza degli oltre cinquanta editori pugliesi. Presenti anche Alessandro Vaccari delle edizioni E/O e Raffaele Crovi della Camunia. Si è ovviamente discusso di editoria regionale e nazionale. Per i piccoli editori pugliesi molte le difficoltà di sopravvivenza. Manca una rete di distribuzione, né esiste tra loro una forma di coordinamento. Si rivolgono perciò agli enti locali, chiedendo di smetterla con gli acquisti clientelali e scervellati e di avviare una politica di sostegno intelligente, che tenda a veicolare un catalogo unico regionale e a sostenere le spese di rappresentanza nei grandi appuntamenti nazionali e internazionali, a Torino come a Francoforte. Il convegno di Ostuni è stato organizzato dal Centro Renoir di Taranto e dall'Assessorato alla Cultura. Avrà un prosieguo nella prossima primavera. Raffaele Nigro