Assurdo fantastico Stanilo

Assurdo, fantastico Stanlio Alle «Giornate del cinema muto» di Pordenone un ricordo dell'attore Assurdo, fantastico Stanlio // centenario della nascita di Stan Laurei PORDENONE. La IX edizione delle Giornate del Cinema Muto, aperta sabato sera dalla proiezione dell'«Intolerance» di D. W. Griffith in un'edizione restaurata con musica in sala, dedicherà a partire da oggi una particolare attenzione a Stan Laurei ( 18901965) nel centenario della nascita. Chi ha ispirato Marilyn Monroc per la celebre inquadratura della gonna sollevata dal vento della metropolitana sotto gli occhi golosi del vicino di casa in Quando la moglie è in vacanza! Una bionda tutto sesso, magari uno sfrontato numero di varietà ... No. Stan Laurei con la gonna da clan scozzese in Putting Pants on Philip. E chi ha suggerito a divi gagliardi come Warren Beatty e Jack Nicholson in Due uomini e una dote, una strampalata sequenza di tamponamenti d'auto in crescendo irrefrenabile? Stanlio e Ohio hanno rappresentato per un quarto di secolo, dalla fine del muto ad Atollo K che è del '51, la coppia unica e vincente del cinema comico. Erano legati dalla classica attrazione dei contrari, l'uno grasso e l'altro magro, l'uno pomposo c l'altro meschino ma entrambi soavi e sicuri nella premeditata corsa alla distruzione di tutte le banalità che infestano sia la vita quotidiana sia il cinema consumistico. Nella coppia Stan lo smilzo rappresentava la mente perché tutto controllava e tutto seguiva, nella preparazione e nella confezione d'un film, secondo una puntualità appresa alla grande lezione del mimo inglese (non dimentichiamo che in America Laurei sbarcò con la famosa troupe di Fred Karno animata daila giovane star Charlie Chaplin). Ollie il robustone aveva una bravura istintiva e si disinteressava del complesso lavorio degli studi. Chi era bambino nel decennio di pace che s'infiamma nel '39 e chi nella confusione del dopoguerra non dimenticherà mai le ore di appassionata ilarità trascorse davanti a uno schermo che dava il primo piano a questi geniali fratelli maggiori. Che da bambini facevano smorfie, rifiutavano di obbedire e soprattutto sognavano. Per fortuna i musei e le televisioni non ne hanno creato il mito preferendo sfruttarli sino all'ultimo fotogramma in continue riprese, mostrandoli così alla generazioni successive nella loro bravura che non conosceva volgarità o copiature. A Stanlio in particolare dobbiamo i momenti dell'assurdo e del fantastico. In Fra Diavolo un delicato gioco delle mani sul volto, cosi semplice da risultare inverosimile, è divenuto proverbiale con la spiccia definizione di «naso, nasino, nasello». In Vent'annì dopo Stanlio chiude le tapparelle abbassando l'ombra e non l'arnese stesso. In Noi siamo le colonne, invita¬ to quale cameriere a servire 1'«insalata in camicia», si presenta con tanto di mutandoni. Con le donne i due sono un disastro. Ollio pasticcia con la cravatta avvolgendosela malamente al collo quasi paragonasse una relazione al supplizio mortale. Stanlio generalmente si limita a fuggire, però in parecchie comiche - travestendosi al femminile oppure riproducendo a letto con il compare una sorta di coppia borghese suggerisce persino l'idea d'una casta omosessualità. Ci fu solo un momento d'imbarazzo nella grande ascesa di Stan Laurei: il colore troppo chiaro degli occhi che non risaltavano sullo schermo. L'inconveniente fu risolto con un filtro dall'operatore George Stevens, il futuro regista de II diario di Anna Frank. Non lo ringrazieremo mai abbastanza. Come pure non ci stancheremo di raccomandare ad attori, ballerini, musici e registi di studiare alla moviola ne I figli del deserto la canzone Honolulu Bobe con Ollie all'hukulele minuscolo e Stan in veste di danzatore di charme. Quando morirono, sia Ollio sia Stanlio, ricevettero il più disivolto degli onori. L'essere sepolti al suono d'una musica da ridere, la loro marcetta Cuckoo Song. Piero Perona Stan Laurei. Una vecchia immagine alla macchina da presa

Luoghi citati: America, Ohio, Pordenone