E ora la Guerinoni «si gioca» i 26 anni

E ora la Guerinoni «si gioca» i 26 anni La donna è appena stata assolta a Savona dall'accusa d'aver ucciso il secondo marito Pino Gustini E ora la Guerinoni «si gioca» i 26 anni Processo d'appello per l'assassinio dell'amante Cesare Brin GENOVA. Il tempo di smaltire fatica, emozioni e stress accumulati in 9 giorni di processo (omicidio del secondo marito, Pino Gustini, dal quale sabato scorso, è stata assolta perché il fatto non sussite) e Gigliola Guerinoni, questa mattina, ritorna in un'aula di giustizia: la corte di appello di Genova, dove deve rispondere dell'omicidio dell'ultimo amante, Cesare Brin, e di averne occultato e soppresso il cadavere, gettato in una discarica di Monte Ciuto (alture di Savona), la notte fra il 12 e il 13 agosto del 1987. Per questa vicenda, in primo grado, la donna è stata condannata a 26 anni e mezzo di carcere. Alla sbarra, con la stessa accusa, anche Ettore Gerì (assolto anche lui nel processo appena concluso), l'ex convivente dal quale ha avuto una figlia, Soraya, 16 anni, chiamata davanti ai giudici come testimone d'accusa. La ragazza, nel corso dell'istruttoria, ha accusato i genitori dell'assassinio di Cesare Brin, ma i giudici della corte di assise di Savona avevano espulso le testimoninaze dalle carte processuali. Una decisione, oggetto di polemiche, che oggi sarà motivo di aspro confronto fra difesa e accusa. Poi, con la sola imputazione di occultamento e soppressione di cadavere, i presunti complici della coppia: Raffaello Sacco, ex vicequestore di Genova e amante della Guerinoni; l'ex consigliere regionale missino Gabriele Di.Nardo; Pino Cardea e Mario Ciccarelli. Tutti, ad eccezione di Gabriele di Nardo I (assolto per non avere commes¬ so il fatto) hanno sulle spalle condanne che vanno da 3 a 4 anni di carcere. I motivi di appello dei difensori della Guerinoni, Alfredo Biondi e Mirka Giorello, sono esposti in 134 pagine in cui, fra l'altro, chièdono di rifare parzialmente l'istruttoria del processo e sollecitano l'ammissio¬ ne di un nuovo testimone. E' Marcello Roma, tossicomane di Quiliano (Savona), che in un lungo memoriale ha sostenuto di conoscere i veri assassini di Cesare Brin. Vi si legge: «Sono r'ue esattori della droga, abitanti a Torino, che lavorano per conto del clan dei calabresi del capoluogo piemontese. Quella notte, giunsero a casa di Gigliola Guerinoni a bordo di una "Croma"». E' la tesi sempre sostenuta dalla presunta omicida. Ora, però, Marcello Roma non vuole ripetere la sua testimonianza davanti ai giudici di appello. Anche l'avvocato Roberto Suffia, che tutela gli interessi di Enrica Colombo, la vedova della vittima, e dei due figli, ha un nuovo testimone da proporre ai giudici di appello. Sarebbe un compango di cella di Ettore Gerì, cui l'ex convivente della Guerinoni avrebbe confessato di avere ucciso Cesare Brin. Il suo nome si conoscerà soltanto questa mattina, quando il sostituto procuratore generale, Ettore Siniscalchi, e l'avvocato Suffia ne chiederanno l'ammissione alla corte, presieduta da Corrado Tanas. I difensori di Ettore Gerì, Emi Roseo, e Enrico Nan (anche loro hanno chiesto la rinnova¬ zione parziale del dibattimento) hanno fiutato le insidie di un evenntuale nuovo teste e, soprattutto, la reintroduzione nel processo delle testimonianze di Soraya. Si opporranno con ogni mezzo. La battaglia procedurale sarà decisamente aspra. Gli avvocati Biondi e Giorello chiederanno una perizia psicologica e, forse, psichiatrica di Raffaello Sacco, la cui personalità è definita «sconcertante o, almeno, stravagante». L'ex vicequstore ha confessato di avere visto il cadavere di Cesare Brin in casa della Guerinoni. Qui, gli inquirenti hanno trovato macchie del sangue della vittima e, sulla scala d'ingresso, un frammento della sua teca cranica. Comunque, al di là di tutto questo, l'attenzione è focalizzata su Gigliola Guerinoni, donna dalla personalità che tre anni di indagini e due processi non sono ancora riusciti a mettere a fuoco. Ha promesso: «Dirò tutta la verità. Senza riguardi per alcuno». L' ha scritta in un memoriale che completerà nel convento «Stella Maris», delle suore benedettine di Genova, dove resterà agli arresti domiciliari per tutta la durata del processo. Bruno Balbo Gigliola Guerinoni al processo tra i suoi difensori

Luoghi citati: Genova, Quiliano, Savona, Torino